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Unimpresa: imprese lasciano in banca +20 mld in un anno

Lo studio dell'associazione sui salvadanai dei cittadini e aziende cresciuti complessivamente in 12 mesi di oltre 50 miliardi con una crescita vicina al 4%.

Mercato e Lavoro
La crisi politica e le tensioni finanziarie spaventano gli italiani: il risultato è che il denaro non circola. Le aziende non investono e le famiglie non spendono, preferendo accumulare: in banca aumentano le riserve, cresciute in un anno di oltre 50 miliardi di euro.
Crescita boom dei conti correnti, arrivati a sfondare il muro dei 1.000 miliardi. In aumento di 26 miliardi i salvadanai delle famiglie, su di oltre 20 miliardi i fondi delle imprese.
Questi i dati principale che emergono dalle ricerca del Centro studi di 
Unimpresa sull’andamentodelle riserve delle famiglie e delle imprese italiane, secondo la quale, in totale, negli ultimi 12 mesi nei conti correnti sono stati accumulati 74 miliardi in più rispetto all’anno precedente.
Da agosto 2017 ad agosto 2018 il totale dei depositi di cittadini, aziende, assicurazioni e onlus è aumentato di quasi il 4% passando da 1.306 miliardi a 1.357 miliardi. Le famiglie non spendono e hanno lasciato in banca 26,1 miliardi in 
un anno (+2,77%), le aziende non investono e i loro fondi sono cresciuti di circa 20 miliardi (+7,95%), le imprese familiari hanno visto crescere i loro fondi di oltre 4 miliardi (+7%). Le riserve delle assicurazioni sono calate di 1,5 miliardi (-7%). In aumento i fondi delle onlus di oltre 1,5 miliardi (+5,42%). Si registra anche la sensibile impennata dei conti correnti, cresciuti di oltre 74 miliardi negli ultimi dodici mesi, passando da 1.055 miliardi a 1.079 miliardi.  
“Da diversi anni registriamo questo preoccupante andamento dei depositi bancari. A frenare consumi, investimenti e credito sono rispettivamente la paura di nuove tasse e l’assenza di certezze sul futuro, nell’ultimo periodo si è aggiunta anche qualche preoccupazione sul fronte politico per l’instabilità del governo” commenta il presidente di 
Unimpresa, Giovanna Ferrara, secondo la quale “i nostri dati sono in linea con quelli diffusi recentemente dall’Istat relativi al commercio al dettaglio, in calo nell’ultimo anno”.
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