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Capgemini: per le supply chain è l’ora della blockchain

Nell’arco di pochi anni, svela un’analisi a livello globale, le catene di fornitura saranno trasformate: riduzione dei costi, migliore tracciabilità e maggiore trasparenza sono i fattori principali del successo della blockchain

Tecnologie Trasformazione Digitale
Un recente report del Capgemini Research Institute non lascia spazio ai dubbi: la blockchain potrebbe diventare una tecnologia largamente diffusa entro il 2025, entrando a far parte di vari processi aziendali e supportando le catene di fornitura a livello mondiale. Attraverso partnership e investimenti, la Distributed Ledger Technology dominerà sia nel settore manifatturiero sia in quello dei beni di consumo e nel retail, inaugurando una nuova era di trasparenza e fiducia.  

Il report, dal titolo “Does blockchain hold the key to a new age of supply chain transparency and trust?”, ha coinvolto nella primavera scorsa circa 450 aziende, per fornire una panoramica completa delle imprese e delle aree geografiche che stanno investendo sulla preparazione all’introduzione della blockchain. Attualmente, solo il 3% delle aziende che stanno implementando la blockchain lo fanno su vasta scala, mentre il 10% ha avviato un progetto pilota, con l'87% degli intervistati, percentuale che in Italia sale al 91%, che dichiara di essere nelle prime fasi della sperimentazione della blockchain. 

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Se gli Stati Uniti (18%) sono all'avanguardia in termini di finanziamento di iniziative relative alla blockchain, Regno Unito (22%) e Francia (17%) sono attualmente i paesi europei all’avanguardia in tema di implementazione su ampia scala e progetti pilota per la blockchain, mentre in Italia i pionieri della blockchain sono il 9% delle aziende intervistate

Dallo studio emerge anche che la riduzione dei costi (89%), una migliore tracciabilità (81%) e una maggiore trasparenza (79%) sono i tre fattori principali alla base degli attuali investimenti in blockchain. Inoltre, questa tecnologia permette di inviare informazioni in modo più sicuro, veloce e trasparente. La tecnologia può essere applicata a funzioni critiche della catena di approvvigionamento, dalla tracciabilità della produzione al monitoraggio delle catene alimentari e alla garanzia di conformità normativa. È molto probabile che i pionieri identificati nello studio, entusiasti dei risultati che stanno ottenendo, incrementeranno i propri investimenti in ambito blockchain del 30% nei prossimi tre anni. 

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Nonostante vi sia ottimismo sugli sviluppi della blockchain, continuano a sussistere timori in merito al ROI e all’interoperabilità tra i vari partner della supply chain: la maggior parte (92%) dei pionieri ritiene che il ROI sia la principale sfida all’implementazione della tecnologia, mentre l'80% afferma che l'interoperabilità con i sistemi legacy sia una delle maggiori sfide operative. Inoltre, l’82% identifica nella sicurezza delle transazioni uno dei maggiori ostacoli all’implementazione delle loro applicazioni blockchain da parte dei partner, fattore che mina il suo status di tecnologia sicura.  

Tra i primi casi d’uso più interessanti, le aziende produttrici di beni di consumo hanno un focus particolare sulla tracciabilità e sull'identificazione dei prodotti, tanto che Nestlé e Unilever stanno sperimentando la blockchain, mentre i rivenditori al dettaglio si concentrano sui mercati digitali e sulla prevenzione della contraffazione, con aziende del calibro di Starbucks che investono sulla blockchain. 

“Sul mercato ci sono dei casi d’uso davvero interessanti che mostrano i benefici della blockchain per migliorare la catena di approvvigionamento. Tuttavia la blockchain non è in grado di risolvere tutte le sfide della supply chain di un’azienda. Il ROI di questa tecnologia non è stato ancora quantificato e, allo stesso tempo, i modelli e i processi di business dovranno essere riprogettati per permettere l’implementazione della tecnologia. Sono necessarie partnership efficaci lungo tutta la catena di approvvigionamento al fine di creare una strategia di blockchain basata sull'ecosistema e integrata con l’utilizzo di un ampio spettro di tecnologie per garantire che possa sviluppare al massimo il suo potenziale", ha commentato Raffaele Guerra, Insurance Sector Director, Capgemini Business Unit Italy.
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