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Se la tecnologia va al Giudizio Universale

Nella Capitale va in scena da tre mesi un esempio di successo di “artainment”, contaminazione tra arte e spettacolo, resa possibile anche dalle tecnologie Panasonic, Osram e Bose

Tecnologie
Roma - L’obiettivo, almeno quello del successo, è stato raggiunto. Lo show “Giudizio Universale”, in scena nella Capitale da metà marzo, ha già staccato oltre 100mila biglietti. Quasi un plebiscito, anche se come sempre qualcuno ha un po’ storto il naso di fronte alla disinvoltura di certe operazioni culturali. Di certo, però, lo show è di grande impatto, merito sicuramente anche delle tecnologie impiegate, che vedono in primo piano i 30 videoproiettori laser 4K di Panasonic, le luci anche Led di Osram e le soluzioni audio di Bose Professional, che vanno oltre il classico surround 5.1 per realizzare un potente sistema 9.4. 

Immersione nel Rinascimento
Ecco quindi che per un’ora lo spettatore non assiste semplicemente a qualcosa che si svolge davanti a lui, come accade con il classico spettacolo “frontale”, ma si trova praticamente immerso nella Roma di inizio 1500, e precisamente nel 1508, quando Michelangelo inizia a dipingere la volta della Cappella Sistina, e trent’anni dopo, quando viene realizzato, sempre nella Cappella Sistina, ma questa volta nell’altare, il Giudizio Universale, commissionato da Clemente VII. “Immerso” è la parola chiave, perché “Giudizio Universale”, il cui nome completo prevede anche il sottotitolo "Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel", è in effetti uno spettacolo multisensoriale, in cui attori in carne e ossa interagiscono non solo con la scenografia tipica del teatro ma anche con immagini 3D in altissima definizione, proiettate a 270° all’interno dell’Auditorium della Conciliazione, anche sul soffitto e sulle pareti laterali.  


giudizio universale ©lucaparisse

Immersi nel Giudizio Universale
 

Effetti realistici
Non mancano gli effetti luminosi e olfattivi, insieme a musiche di impatto: tra una citazione di Mozart e di Haendel, c’è infatti spazio anche per un “pastiche” in latino composto da Sting. Il risultato è comunque di quelli che non si dimenticano, come era nelle intenzioni dell’ideatore Marco Balich, già noto per altri exploit, come tra gli altri l’Albero della Vita all’Expo di Milano nel 2015, che ha dichiarato di aver voluto “creare uno spettacolo completamente nuovo, in cui la genesi di un capolavoro dell’arte universale viene raccontata mixando tutti i linguaggi che il mondo del live entertainment ci mette oggi a disposizione”.  

Tecnologia protagonista
Un ruolo fondamentale nella riuscita dell’operazione è anche quello della tecnologia, che mai come in questo caso ha assunto il ruolo di protagonista, in particolare con i 30 videoproiettori laser 4K Full HD Solid Shine di Panasonic Visual Systems Solutions, capaci di garantire risoluzione e luminosità in grado di restituire, attraverso le immagini, la magnificenza della Cappella Sistina. “Senza poter disporre della tecnologia più avanzata non avremmo mai potuto dare concretamente forma alla nostra vision, ossia utilizzare proiezioni immersive a 270°. Era fondamentale per noi affidarci a una tecnologia da sfruttare su più livelli, sia in termini di qualità d’immagine e brillantezza, sia in termini di affidabilità. È esattamente ciò che abbiamo ottenuto da Panasonic”, ha infatti sottolineato Marco Balich.


separazione terra acque ©antonello&montesiTerra e acque si separano anche a teatro


Fedeltà cromatica
Trattandosi di capolavori della pittura, era determinante curare al massimo anche la fedeltà cromatica: “dovendo rappresentare gli affreschi della Cappella Sistina l’obiettivo era garantire un risultato pari all’originale, e la tecnologia Panasonic nella proiezione laser applicata alla tecnologia DLP è stata determinante”, ha aggiunto Daniele Parazzoli, Amministratore Delegato di Event Management, system integrator per l’installazione, che ha anche evidenziato un’altra importante caratteristica dei videoproiettori Panasonic: quella di “garantire oltre 20mila ore di funzionamento senza necessità di alcun tipo di manutenzione”. Un aspetto quest'ultimo fondamentale per “Giudizio Universale”: dato il successo che non accenna a diminuire, lo spettacolo è confermato in scena almeno fino all’estate del 2019. E così anche la Capitale italiana ha ora il suo show permanente, al pari di numerose altre città del mondo.
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