L'Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra ad aprile 2013 una diminuzione del 3,9% in termini tendenziali e una riduzione dello 0,1% rispetto a marzo confermando come il deteriorarsi delle condizioni occupazionali e reddituali delle famiglie stia determinando una dinamica della domanda, in questa prima parte del 2013, ancora più negativa rispetto a quanto rilevato nei primi mesi del 2012. Nel primo quadrimestre dell'anno in corso, infatti, l'indicatore ha registrato una flessione del 4,4% a fronte del 3,3% rilevato nell'analogo periodo dello scorso anno. In termini di media mobile a tre mesi l'indicatore, corretto dai fattori stagionali, segnala un nuovo arretramento. Stando all'indagine rapida di Confindustria, a maggio la produzione industriale ha registrato, in termini congiunturali, un modesto arretramento (-0,1%), dopo il +0,2% di aprile. I dati degli ultimi mesi lasciano presupporre un'attenuazione nella caduta della produzione, anche se le indicazioni provenienti dagli ordini (in calo dello 0,4% a maggio), non lasciano spazi per ipotizzare, a breve, un significativo miglioramento dell'attività produttiva. In questo contesto, il clima di fiducia delle imprese, pur risultando ancora ai minimi, è leggermente migliorato a fronte di un deterioramento di quello relativo alle famiglie. La dinamica tendenziale dell'ICC di aprile riflette una diminuzione del 2,2% della domanda relativa ai servizi e del 4,6% della spesa per i beni. Nel mese di aprile 2013 tutte le funzioni di consumo hanno evidenziato una diminuzione dei volumi acquistati dalle famiglie. Anche i beni e servizi per le comunicazioni, che nei mesi precedenti avevano segnalato una certa dinamicità hanno mostrato una contenuta flessione della domanda nei confronti dell'analogo mese del 2012 (-0,1%). Tale andamento ha riflesso l'attenuarsi dei tasso di crescita dei prodotti. Il dato più negativo è ancora quello relativo ai beni e servizi per la mobilità la cui domanda registra una contrazione del 7,5% su base annua. Riduzioni dei consumi particolarmente significative hanno interessato anche l'abbigliamento e le calzature (-6,7%) e gli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-6,2%).
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