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Commissione europea: qualche rischio all'orizzonte per l'economia

Previsioni economiche di primavera 2018, la Commissione Europea: "Prosegue l'espansione nonostante nuovi rischi".

Mercato e Lavoro
Nel documento che accompagna le previsioni economiche di primavera ha messo in evidenza come i tassi di crescita dell'UE e della zona euro superano le aspettative nel 2017 e si attestano al 2,4%, il livello più elevato degli ultimi 10 anni. La crescita dovrebbe rimanere forte nel 2018 e rallentare solo lievemente nel 2019, con tassi rispettivamente del 2,3% e del 2,0% sia nell'UE che nella zona euro.
I consumi privati sono ancora forti e nel contempo le esportazioni e gli investimenti hanno registrato un aumento.
La disoccupazione continua a calare e si attesta attualmente attorno ai livelli precedenti alla crisi. Nell'UE la disoccupazione dovrebbe continuare a diminuire, passando dal 7,6% nel 2017 al 7,1% nel 2018 e al 6,7% nel 2019. La disoccupazione nella zona euro dovrebbe scendere dal 9,1% nel 2017 all'8,4% nel 2018 e al 7,9% nel 2019.Nella zona euro il numero degli occupati è attualmente al livello più elevato dall'introduzione dell'euro, ma persiste una certa stagnazione del mercato del lavoro. Mentre in alcuni Stati membri la disoccupazione è ancora elevata, in altri diventa sempre più difficile coprire i posti di lavoro disponibili.
Tuttavia l'economia è più esposta a fattori di rischio esterni, che sono divenuti più incisivi e più sfavorevoli.
La crescita robusta favorisce un'ulteriore riduzione dei livelli di disavanzo e di debito pubblico e il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Il disavanzo aggregato della zona euro è attualmente inferiore all'1% del PIL e dovrebbe scendere al di sotto del 3% in tutti gli Stati membri della zona euro nel corso dell'anno.
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l'Euro e il dialogo sociale, nonché per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l'Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: "L'espansione economica in Europa dovrebbe proseguire a ritmo sostenuto quest'anno e l'anno prossimo, favorendo la creazione di più posti di lavoro. Tuttavia vediamo anche maggiori rischi all'orizzonte. Per questo occorre sfruttare l'attuale congiuntura favorevole per rendere le nostre economie più resilienti. Ciò significa creare riserve di bilancio, riformare le nostre economie per stimolare la produttività e gli investimenti e far sì che il nostro modello di crescita diventi più inclusivo. Inoltre è necessario rafforzare le basi della nostra Unione economica e monetaria”.
Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: “L'Europa continua a godere di una crescita sostenuta, che ha contribuito a far scendere la disoccupazione al livello più basso degli ultimi dieci anni. Crescono gli investimenti e migliorano le finanze pubbliche, e il disavanzo nella zona euro dovrebbe scendere ad appena lo 0,7% del PIL quest'anno. In questo scenario roseo il rischio più importante è rappresentato dal protezionismo, che non deve diventare la nuova normalità poiché non farebbe che danneggiare quella parte dei nostri cittadini che ha più bisogno di essere tutelata”.
Nel complesso, i rischi per quanto concerne le previsioni sono aumentati, con la possibilità di un peggioramento. Recenti indicatori hanno ridotto la probabilità che la crescita in Europa possa rivelarsi più forte del previsto nel breve termine. Sul piano esterno, la volatilità dei mercati finanziari registrata negli ultimi mesi è destinata a diventare una caratteristica più costante in futuro, aumentando l'incertezza.
Lo stimolo di bilancio prociclico degli Stati Uniti dovrebbe potenziare la crescita a breve termine, ma anche aumentare il rischio di surriscaldamento e la possibilità di un aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti più rapido di quanto attualmente previsto. Inoltre, un aumento del protezionismo commerciale presenta un rischio chiaramente negativo per le prospettive economiche mondiali. Si tratta di rischi che sono collegati tra di loro. A causa della sua apertura, la zona euro sarebbe particolarmente vulnerabile qualora questi rischi si materializzassero.


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