La Commissione Europea ha pubblicato i dati relativi allo studio annuale sulla valutazione comparativa dei servizi amministrativi online. Il primo elemento da evidenziare è che ormai il 46% dei cittadini della Ue vanno su Internet per richiedere e ottenere documenti personali o familiari, richiedere un passaporto, caricare atti o utilizzare altri servizi pubblici online. Il maggior apprezzamento viene riservato alla possibilità di completare la dichiarazione dei redditi online (eseguita dal 73% degli intervistati), i cambiamenti di residenza (57%), le iscrizioni alle scuole superiori e/o le richieste di borse di studio (56%). Resiste un 54% che continua a preferire un contatto diretto o altri canali tradizionali di rapporto con la Pubblica amministrazione L’80% del campione utilizzato per il rapporto stima che la Pa online faccia risparmiare tempo, il 76% apprezza la flessibilità dell’offerta e il 62% pensare di risparmiare anche denaro. Gli stessi utenti, tuttavia, si dichiarano più soddisfatti dei servizi di home banking (voto complessivo 8,5 su 10) e di acquisto online (7,6) rispetto a quelli digitali della Pa (6,5). La Commissione Europea, dal canto proprio, lamenta che solo nove Stati membri permettono a chi arriva da un altro Stato di iscriversi online all’università e solo 17 offrono la possibilità di effettuare certe pratiche online in vista dell’apertura di una nuova azienda.
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