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Banche: Unimpresa, prestiti imprese crollati di 37 miliardi in 2017

Il rapporto sul credito relativo agli ultimi 12 mesi. Calano gli impieghi al settore privato al ritmo di oltre 3 miliardi al mese. In controtendenza, salgono i mutui (+7,2 miliardi) e il credito al consumo (+10,6 miliardi).

Mercato e Lavoro
Anche il 2017 all’insegna del credit crunch per le imprese italiane: i prestiti delle banche alle imprese, nel corso dell’ultimo anno, sono calati di quasi 37 miliardi di euro (-6,34%) nonostante l’aumento di 6 miliardi dei finanziamenti a medio termine. A pesare sul calo è la diminuzione di oltre 12 miliardi dei finanziamenti a breve e di 30 miliardi di quelli di lungo periodo. In aumento di 5,2 miliardi, invece, i prestiti alle famiglie, spinti dal credito al consumo (+8,7 miliardi) e dai mutui (+7,2 miliardi), comparti che hanno compensato il calo registrato sul fronte dei prestiti personali (-10,6 miliardi). In totale, lo stock di impieghi al settore privato è diminuito di 32 miliardi, passando da 1.404 miliardi a 1.372 miliardi: oltre 3 miliardi al mese in meno ad aziende e cittadini.

Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale nel corso del 2017 le rate non pagate (sofferenze) sono calate: nell’ultimo anno si è registrata una diminuzione di oltre 36 miliardi (-17,97%) da 203 miliardi a 166 miliardi.

“L’Addendum della Bce sullo smaltimento dei non performing loan (npl) può creare problemi al motore del credito. E’ in ogni caso opportuno rivedere i criteri con i quali le banche erogano il denaro alle micro, piccole e medie imprese. Gli attuali parametri, che sono il risultato di un lungo e farraginoso processo di regolamentazione, che ha prodotto restrizioni eccessive per gli istituti bancari, vanno rivisti profondamente. Un primo sforzo, a nostro avviso, dovrebbe arrivare da chi è dentro il sistema finanziario. Si tratta di valutare le richieste di prestiti, specie da parte delle aziende, entrando nel merito dei progetti presentati ed evitando di portare in delibera, domande di credito sulla base dei semplici dati di bilancio. Informazioni, quelle contabili, che certamente non vanno né possono essere ignorate, ma vanno valutate in un mix più ampio” commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.
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