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Confartigianato: Italia al top in Ue per imprenditrici, ma welfare non aiuta mamme lavoratrici

La classifica provinciale vede in testa Milano, seguita da Torino e Roma.

Tecnologie
Ledonneitaliane sono lepiù intraprendenti d’Europa, ma il nostro Paese è agliultimi posti nell’Uea 28 per l’occupazione delle donne con figlie le condizioni per conciliare lavoro e famiglia.
Lo rileval’Osservatorio sull’imprenditoria femminilerealizzato daConfartigianatoe presentato allaConvention di Donne Impresa Confartigianatoche si svolge a Roma il 20 e 21 novembre.
L’Italia conta1.661.000 donne che svolgono attività indipendenti, unprimato in Europavisto che, tra imprenditrici e lavoratrici autonome, il Regno Unito si ferma a quota 1.641.300 e la Germania ne registra 1.469.000.A trainare il lavoro indipendente femminile sono le181.482titolari di imprese individuali artigianeil cui numero èaumentatodel2,5%negli ultimi 10 anni. Insieme a socie e collaboratrici costituiscono un piccolo esercito di354.882 donne,con una presenza prevalente inLombardia(66.932), seguita da Emilia Romagna (37.343), Veneto (37.228), Piemonte (32.617), Toscana (31.430).
La classifica provinciale vede in testaMilano, con 17.967 titolari artigiane. Secondo posto per Torino (16.186), seguita da Roma (15.012).Ma le imprenditrici devono fare i conti con unwelfare che non aiuta le donne italiane a conciliare il lavoro con la cura della famiglia.
L’Osservatorio di Confartigianato mette in luce che laspesa pubblica è fortemente sbilanciatasul fronte delle pensioni e della spesa sanitaria per anziani che ammonta a 270,3 miliardi di euro. Invece, per lefamiglie e i giovanilaspesa pubblicaitaliana si ferma a25,2 miliardi, pari al 3% della spesa totale della PA (rispetto al 3,7% della media Ue) e all’1,5% del Pil (rispetto all’1,7% della media Ue). Percentuali che collocano l’Italia rispettivamente al 18° posto e al 15° posto tra i 28 Paesi europei.
Confartigianato ha analizzato anchecosto equalità dei serviziper la famiglia messi in campo dagli Enti locali. Si scopre così che soltanto il 57,3% dei Comuni italiani offre servizi di asili nido e servizi integrativi per l’infanziae che l’utilizzo di queste strutture è molto basso: a livello nazionalesoltanto il 12,9 dei bambini con meno di 3 anni ha usufruito di tali servizi. E il lorocosto, pari in media a1.649 euro annui per famiglia– nelle 9 principali città di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze e Bari – è quello cheincide di più (35,6%)sullaspesa complessiva delle famiglie per tributi e servizi locali.
Tutto ciò si riflette sull’occupazione femminile e sulle condizioni per conciliare lavoro e famiglia: Confartigianato ha calcolato infatti che iltasso di occupazione delle donne senza figli è pari al 56,9%, mascende al 53,2% per le donne con figli. La forbice si allarga per ledonne tra 25 e 49 anni: in media iltasso di occupazioneper quellesenza figli è del 70,4%,mentre precipita al56,7% per quelle con figli. Percentuali che fanno dell’Italia il fanalino di coda in Europadove iltasso medio di occupazione delle madri lavoratricitocca il71,3%e addirittura in Svezia arriva al tasso record dell’87,4%.
“Il nostro welfare pubblico – sottolineaDaniela Rader, Presidente di Donne Impresa Confartigianato– non aiuta le donne a coniugare il lavoro e la cura della famiglia. Per colmare queste carenze, Confartigianato ha lanciato il progetto per un nuovo welfare ispirato alla sussidiarietà e che fa leva sull’innovazione digitale conpiattaforme dove si incontrano domanda e offerta di servizi utili a semplificare la vita delle madri che lavorano”
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