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Banche: ABI, dal 2009 misure su sostegno al credito per 459.757 Pmi

Dall’Avviso comune 2009 all’Accordo per il credito 2015 tutte le iniziative delle banche per i settori d’impresa nel corso della crisi e ora nella fase di rilancio.

Tecnologie
Dal 2009 ad agosto 2017 sono state 459.757 le Pmi che hanno beneficiato delle iniziative messe in campo dalle banche, coadiuvate dall’ABI, per sostenere la disponibilità di credito. Si è trattato di uno sforzo enorme in un momento in cui l’economia italiana ha conosciuto una fase di recessione-stagnazione tra le più profonde e persistenti di quelle registrate negli annali delle statistiche economiche del dopoguerra. Ciò con il risultato della perdita di 9 punti percentuali di Pil, di circa 27 punti di investimenti fissi lordi e di quasi un quarto della produzione industriale – oltre che di una flessione rilevantissima del reddito disponibile delle famiglie e quindi dei consumi.
Di fronte a questo scenario, per mitigare gli effetti avversi di una caduta delle attività, il mondo bancario ha realizzato una serie di iniziative indirizzate ai diversi settori economici su tutto il territorio.
L’azione di intervento si è sviluppata lungo direttrici concretizzate in cinque fasi:
- fornire respiro finanziario alle imprese in difficoltà (Avviso comune – agosto 2009); - individuare nuove misure in favore delle imprese sane, e con prospettive di crescita, finalizzate al riequilibrio della struttura finanziaria e all’ampliamento dell’accesso al credito (Accordo per il credito alle Pmi – febbraio 2011);
- assicurare la disponibilità di adeguate risorse finanziarie alle Pmi che, pur registrando tensioni sul fronte della liquidità, presentavano comunque prospettive economiche positive. Si mirava così a creare le condizioni per il superamento della congiuntura negativa ed una maggiore facilità nel traghettarle verso un’auspicata inversione del ciclo economico (Nuove misure per il credito alle Pmi – febbraio 2012). In tal senso è stato anche favorito il finanziamento dei progetti imprenditoriali di investimento e lo smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione;
- riproporre le misure di sospensione e allungamento dei finanziamenti analoghe a quelle messe in campo con le “Nuove misure per il Credito alle Pmi” per le imprese con una temporanea tensione finanziaria generata dalla congiuntura economica riscontrabile, ad esempio per la presenza di uno o più dei seguenti fenomeni: riduzione del fatturato, riduzione del margine operativo rispetto al fatturato, aumento dell'incidenza degli oneri finanziari sul fatturato, riduzione della capacità di autofinanziamento aziendale. Prevista anche la concessione di finanziamenti di ammontare proporzionale all’aumento dei mezzi propri realizzati dall’impresa. (Accordo per il credito – luglio 2013).
- Su questa stessa linea l’Accordo per il credito 2015 tra l’ABI e le Associazioni di rappresentanza delle imprese.

In particolare: la formula della sospensione delle rate dei finanziamenti ha riguardato un controvalore complessivo di 125,7 miliardi di euro e una maggior liquidità a disposizione delle imprese di oltre 24,8 miliardi di euro; le opportunità di allungamento del piano di ammortamento hanno interessato 24.411 Pmi pari a 7,3 miliardi di euro di debito residuo.
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