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HP, verso uno nuovo stile di IT

Paolo Cattolico, HP IM Marketing Manager, HP Emea, e Lorenzo Gonzales, Innovation Senor Consultant, HP italiana, spiegano le novità in area Big Data e Cloud Computing presentate all’evento HP Discover di Francoforte.

Tecnologie
HP Discover rappresenta l’evento per eccellenza di HP, durante il quale la società chiama a raccolta clienti e partner: in estate negli Usa (a Las Vegas) e in autunno in Europa. L’ultima edizione europea, tenutasi dal 4 al 6 dicembre scorsi a Francoforte, ha visto la partecipazione di circa 10 mila persone, di cui 6.000 tra clienti e partner.
“Un nuovo stile di IT” è stato lo slogan di questa edizione, che poggia sulla strategia societaria secondo cui HP vuole essere il principale fornitore di infrastruttura IT a livello mondiale, guida di riferimento sul mercato, grazie a una serie di innovazioni che disegnano l’IT di oggi e del futuro.
hp-verso-uno-nuovo-stile-di-it-1.jpgL’evento ha segnato un ritorno della società sui valori forti di HP come l’innovazione. La società ha intensificato gli investimenti in Ricerca&Sviluppo e su standard e soluzioni open. Numerosi gli annunci, soprattutto nella parte enterprise di prodotti e servizi.
In ambito storage è stato fatto il più grosso annuncio da molti anni a questa parte, con l’introduzione di un sistema entry con caratteristiche di classe enterprise.
Tra le direttrici di investimento importanti su cui si sono focalizzati gli annunci di Francoforte vi sono l’area dell’Information Optimization e quella del Cloud Computing.
Paolo Cattolico, HP Information Management Marketing Manager, HP Emea, introduce le principali novità in ambito IT Optimization: “A livello di informazioni oggi si è arrivati a parlare di yottabyte e la misura dei brontobyte non è poi così lontana... Dati e informazioni crescono in modo esponenziale e molto velocehp-verso-uno-nuovo-stile-di-it-2.jpgmente: circa il 90% del contenuto non è strutturato e circa l'86% del dati pur risultando importante non ha tecnologie e prodotti adatti ad estrarle e analizzarle”.
Per intendersi: le tecnologie utilizzate fino a ieri non sono più sufficienti. C’è bisogno di una nuova generazione di tecnologie e prodotti capaci di rispondere in modo adeguato alle nuove istanze legate al trattamento di dati e informazioni.
Come spiega il manager, la divisione Information Optimization e i relativi prodotti traghettano proprio i grandissimi volumi di dati interni ed esterni alle aziende; dati strutturati e non ma anche tutta una nuova tipologia di dati emergenti, per esempio quelli generati dai sensori...
La divisione in questione indirizza il tema tanto sentito dei Big Data, in cui si intersecano le tre V di varietà, velocità e volume dei dati – distillando le informazioni, estrendone il significato e analizzandone il contenuto. Le stime indicano che questo “universo digitale” globale raggiungerà nel 2015 gli 8 zettabyte, trasformando l’archiviazione e la gestione dei dati in una sfida enorme.
Una nuova indagine condotta per conto di HP indica che quasi il 60% degli executive aziendali ritiene che la propria organizzazione non sia dotata delle soluzioni giuste per ricavare dai Big Data un quadro informativo completo e solo il 10% afferma che la propria azienda attualmente integri i dati non strutturati negli insight, nei processi e nelle strategie aziendali.
[tit:Verso una precisa direzione]
Gli annunci di HP si collocano proprio in questo spazio con l’obiettivo di indirizzare al meglio questi trend emergenti e rispondono a una strategia che poggia su tre pilastri principali: manage – gestire le tecnologie di enablement; understand - capire ed estrarre il significato delle informazioni; act -  creare e fare busineess coi dati. Strategia che si sostanzia in una serie di prodotti e servizi.
In primis, è stato esteso il portafoglio HP AppSystems, rack di sistemi integrati di hardware e software, per offrire ai clienti una scelta più ampia e ulteriori capacità di HP Converged Infrastructure con gli ambienti Apache Hadoop, HP Vertica Analytics Platform e Autonomy eDiscovery.
Due le nuove suite annunciate. Autonomy Legal and Compliance Performance è una soluzione end-to-end che consente alle aziende di rilevare i segnali di rischio e agire di conseguenza; comprendere, proteggere, governare e collaborare grazie alle informazioni; mantenere la conformità alle disposizioni locali, federali e internazionali. La suite si basa su Autonomy Intelligent Data Operating Layer (Idol), un motore software di riconoscimento di  modelli unico,  in grado di comprendere concetti  sotto qualsiasi forma di informazione e che include offerte per l’archiviazione, la protezione dei dati, la gestione dei contenuti aziendali eDiscovery e la gestione dei registri.
Anch’essa basata su Idol, la suite Autonomy Marketing Performance consente ai responsabili marketing di comprendere, attrarre, coinvolgere e convertire in tempo reale i clienti, ottenendo di conseguenza una maggiore quota di mercato e i profitti. La suite si compone di offerte leader nel mercato per la gestione di customer experience, marketing optimization e multichannel analytics. “E’ una sorta di Crm 2.0 che che poggia sui sistemi Crm tradizionali arricchendoli”.
HP Vertica Analytics Platform 6.1 è invece una piattaforma analitica sviluppata per l’ottimizzazione dei Big Data che consente di ottimizzare e monetizzare i Big Data con pacchetti analitici, miglioramenti prestazionali, maggiore integrazione con Hadoop e implementazioni semplificate di cloud Amazon EC2.
Sul fronte telco introdotte le nuove soluzioni HP Telco Big Data and Analytics che mettono i provider di servizi di comunicazione (Csp, Communication Service Provider) nella condizione di trasformare in intelligence i dati provenienti da fonti diverse, comprese le esperienze e le preferenze degli utenti.
In ambito servizi è stato messo a punto il workshop HP Big Data Strategy, una metodologia che consente di identificare le priorità e capire come agire al fine di semplificare l’approccio e trovare un punto di partenza per affrontare il tema dei Big Data. Il seminario, della durata di pochi giorni, insegna ai clienti l’allineamento fra IT e obiettivi aziendali, l’identificazione dei fattori di successo critici per le architetture Big Data e le strategie per l’infrastruttura di sistema e contribuisce ad abilitare la protezione e la conformità.  

[tit:Cloud: verso un mondo ibrido]
Come racconta Lorenzo Gonzales, Innovation Senior Consultant, HP italiana, in ambito cloud computing gli annunci di Discover si collocano in un percorso di continuità di ciò che è stato fatto nell’ultimo biennio e aderiscono alla strategia aziendale che vede HP affiancare i clienti nel processo di costruzione e gestione di cloud  da parte dell’IT ma anche di “consumo” di servizi cloud attraverso cloud gestiti o pubblici. Un cloud computing che presenta le seguenti caratteristiche: quelle delle 3C - choiche, confident, consistent (scelta, confidenza e consistenza). Alle aziende e organizzazioni HP dà ampia libertà di scelta sui modelli di delivery di cloud che intendono implementare (privato, pubblico, ibrido), sulle piattaforme e sui partner. Confidenza affinché i sistemi siano scalabili, sicuri e facili da gestire e consistenza di architetture, portabilità e modelli di consumo. Questa è la base su cui HP sta sviluppando la propria strategia cloud.
hp-verso-uno-nuovo-stile-di-it-3.jpgGonzales cita qualche dato numerico per inquadrare il tema anche per capire in concreto la presenza e consistenza di HP in questo mercato.
Da una ricerca Colleman Parks condotta su un campione di circa 500 intervistati (business manager e Cio) emerge il bisogno di soluzioni che si estendano a tutti gli ambienti, siano essi cloud tradizionali, privati, gestiti o pubblici. “Questa tendenza conferma l’approccio HP di vedere un mondo ibrido, come punto di arrivo dell’evoluzione del mondo IT a medio termine”, enfatizza Gonzales. Secondo la ricerca emerge che il 75% delle aziende punta a un mondo di delivery cloud ibrido. Al tempo stesso, il 65% è preoccupato di legarsi a un unico vendor (il cosiddetto lock in) e il 72% afferma che la portabilità dei carichi di lavoro fra i diversi modelli di cloud è un fattore importante ai fini delle loro implementazioni cloud.
Guardando ad HP, il fatturato ascrivibile all’area cloud è stato nel 2012 pari 3,9 miliardi di dollari e una prospettiva di 8,4 miliardi di dollari 2015 con un cagr di circa 40%. “E’ un mercato in crescita per HP con numeri importanti:a circa 200 ambienti cloud gestiti; Autonomy è il più grande cloud pubblico del mondo con 50 Petabyte di dati offerti; oltre 2.000 clienti di pubblic cloud; oltre 800 sistemi cloud su architetture industry standard presso clienti e 50 service provider partner del programma Cloud Agile,  lanciato l’anno scorso che consente a partner di grandi e piccole dimensioni di sviluppare la propria strategia cloud con il supporto di HP”.
Come detto gli ultimi annunci sono in continuità con quelli precedenti e riguardano: HP CloudSystem e HP Cloud Service Automation (CSA) 3.1, che offrono sia la piattaforma abilitante, sia la piattaforma di gestione necessarie per una rapida implementazione dei servizi cloud; HP Continuous Delivery Automation (CDA) 1.1, che automatizza il processo di rilascio delle applicazioni cloud; HP Cloud Services nuovi e ulteriormente ottimizzati, che offrono servizi cloud pubblici nelle aree compute, storage e PaaS; due nuove offerte per i settori della produzione e dei servizi di comunicazione.
In particolare, l’offerta Cloud System si è arricchita del motore di virtualizzazione Kvm, in aggiunta a Vmware e HyperV già in uso. Inoltre è stata ampliata la piattoforma di di boosting, come capacità di istanziare carichi elaborativi utilizzando sistemi di automazione al di fuori del sistema su cui si sta lavorando,  introducendo quindi ulteriori capacità per sviluppare carichi elaborativi. Sono state estese anche le Cloud Maps,  templete di automazione prepacchettizzati (ne sono stati aggiunti 50 ai 150 esistenti).
Altro ambito oggetto di novità quello di HP Cloud Service Automation (Csa) 3.1, come elemento di gestione e coordinamento di un ambiente ibrido. Questa nuova versione assicura la continuità del business con un’architettura altamente disponibile che continua a funzionare anche in caso di guasto. Inoltre, offre maggiore protezione contro le minacce alla sicurezza grazie alle soluzioni di protezione HP TippingPoint.
HP Csa velocizza il time-to-market dei servizi applicativi per gli ambienti cloud pubblici, privati e ibridi. HP ha inoltre introdotto HP Cloud Solutions for Communication Service Providers (Csp), che permette ai CSP di realizzare e far funzionare ambienti di cloud pubblico per conto di grandi aziende e piccole e medie imprese
In ambito HP Cloud Services, il cloud pubblico proposto dall’azienda queste le principali novità: la disponibilità commerciale di HP Cloud Compute, un modello a consumo che permette agli utenti di implementare e personalizzare istanze di calcolo on-demand; l’evoluzione a beta pubblica di HP Cloud Block Storage, una soluzione storage che permette agli utenti di spostare con facilità i dati da un’istanza di calcolo a un’altra; HP Cloud Application Platform as a Service (PaaS), che permette a imprese, sviluppatori e vendor di software indipendenti di concentrarsi sullo sviluppo e sull’implementazione delle applicazioni. Basata sul progetto Cloud Foundry Open PaaS, supporta un’infrastruttura per applicazioni multiple insieme alla fornitura e all’implementazione immediati e  con un solo click; HP Cloud Workload Migration Services, offerti congiuntamente all’ecosistema dei partner di HP, aiutano gli utenti nella valutazione, nella pianificazione e nella migrazione dei carichi di lavoro di produzione esistenti al cloud pubblico di HP, senza causare discontinuità nel lavoro degli utenti.
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