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Ibm SmartCloud, prosegue il cammino verso il cloud

Continua l'evoluzione della strategia Ibm legata al cloud computing, un modello che risponde ai paradigmi delle aziende moderne ed è trasversale alle tendenze emergenti quali mobile, social business e analytics. Fa il punto della strategia Eva D'Onofrio, Vice President Global Technologies Services di Ibm Italia.

Tecnologie
E' un percorso evolutivo quello del cloud computing così come concepito da Ibm con la strategia SmartCloud, che tiene conto dei fenomeni emergenti e delle tendenze in atto nel mercato.
"Oggi l'evoluzione dell'IT è, e lo sarà anche nel prossimo futuro, fortemente condizionata da tre fenomeni emergenti e convergenti quali il mobile computing, il social business e gli analytics. E il cloud computing è trasversale ad essi, ponendosi come piattaforma di delivery per eccellenza", sostiene Eva D'Onofrio, Vice President Global Technologies Services di Ibm Italia.
ibm-smartcloud-prosegue-il-cammino-verso-il-cloud-1.jpgE D'Onofrio cita qualche numero per capire la portata dei trend. "Già a fine 2011 si stimava che i dispositivi mobile fossero superiori in termini numerici ai personal computer. Oggi il 90% dei giovani utilizza strumenti di tipo "social" per i contatti e le relazioni e si stima che nel mondo aziendale nel 2014 1 utente su 5 utilizzerà strumenti social per comunicare, sostituendoli alla posta elettronica. E i dati crescono a una velocità esponenziale: oggi ogni due anni si generano tanti dati quanti ne sono stati creati dall'origine dell'uomo al 2003."
Sono trend che si rafforzano mutuamente e reciprocamente: il mobile facilita la partecipazione al social networking; attraverso il social netoworking si genera una mole enorme di dati da analizzare; la disponibilità maggiore dei dati rende più interessante l'accesso ai strumenti social attraverso i dispositivi mobili. "Tutto ciò non può che basarsi su una piattaforma di delivery di servizi IT con le caratteristiche del cloud computing, che consente di gestire grandi volumi di dati e una grande variabilità a un costo contenuto", sottlinea D'Onofrio. "E' un modello di delivery da cui non si può prescindere, strettamente legato a queste tendenze emergenti a cui guardano tutti con molto interesse. Lo testimonia proprio un recente studio condotto da Ibm su un campione di 1.200 tra business e IT leader da cui emerge che circa 2/3 del campione intende investire oltre il 10% del loro budget in queste quattro aree, di cui intuiscono il potenziale soprattutto per il business".
[tit:Nuovi strumenti e facilitatori]
In questo quadro Ibm intende mettere a disposizione gli strumenti per l'innovazione alle aziende al fine di rendere il loro business più agile e flessibile.
E' evidente – come dice D'Onofrio - che tutto ciò sta anche portando forti distruption, che in parte modificano i servizi tecnologici, tanto che proprio 1/3 dei ricercatori Ibm si è focalizzato sui questa tipologia di servizi per rispondere ai profondi cambiamenti in atto.
Come racconta la manager ogni anno Ibm produce uno studio che guarda alle innovazioni tecnologiche nell'arco di un decennio che cambieranno il modo di lavorare e di interagire con la società da cui risulta che le innovazioni future stanno raccordando sempre più la tecnologia con il business: "Ci sarà un'integrazione sempre più forte tra tecnologie e business e le aziende come Ibm dovranno essere capaci di lavorare con le aziende secondo questi nuovi paradgmi".
E tra gli studi effettuati con regolarità da Ibm vi sono quelli svolti sui C-Level a livello mondiale - Ceo, Cio, Cmoper capire quali sono le esigenze principali delle aziende.
Una prima evidenza che emerge dai differenti studi è che tutti i ledear  mostrano la necessità di volere innovare i propri modelli di business attraverso la tecnologia. E il cloud computing ancora una volta si impone come paradigma per innovare per i Cio, che lo prendono in considerazione non solo per ottimizzare i costi ma anche per migliorare i servizi e la capacità di essere reattivi alle domande del business allineandosi alle strategie dell'azienda. Assume però valore anche per i Ceo che, attraverso il cloud, possono guadagnare in termini di agilità, ottimizzare le spese e, soprattutto, migliorare la collaborazione all'interno dell'azienda.
Da parte loro i Cmo percepiscono il potenziale del cloud e degli strumenti a esso collegati per ciò che concerne l'approfondimento della relazione con il cliente e la capacità di disegnare offerte sempre più ritagliate sulle esigenze del cliente.

[tit:Ibm SmartCloud: le declinazioni e le ultime novità]
Il cloud così come concepito da Ibm ha alcuni attributi a supporto del business che si spingono oltre all'ottimizzazione e alla flessibilità dei costi. Ibm, come spiega D'onofrio, ne ha identificati sei, come 'game changer' del business: flessibilità dei costi – costi variabili anziché fissi e pagamento a consumo; scalabilità del business – consente di approvvigionarsi di risorse IT e capacità elaborativa in maniera veloce ed elastica; adattabilità al mercato – velocizza la realizzazione di nuovi servizi, consentendo anche le sperimentazioni; filtra la complessità – le sofisticazioni delle tecnologie sono nascoste nel servizio e, quindi, agli utenti non è richiesto di essere degli esperti; variabilità rispetto al contesto – il cloud è lo strumento ideale per gestire enormi moli di dati che permettono alle aziende di disegnare offerte mirate e personalizzate; connettività dell'ecosistema – si pone come piattaforma ideale per gestire strumenti di collaborazione. 
"Lo slogan che utilizza Ibm nel proporre la propria strategia cloud dice: ripensare l'IT attraverso il cloud compunting - portando più standardizzazione, automazione e una governance industrializzata - ma soprattutto reinventare il business attraverso la creazione di nuovi modelli", enfatizza D'Onofrio.
In ambito cloud Ibm ritiene di avere fatto parecchia strada in questi anni. Sono alcuni numeri a testimoniarlo: 4.000 progetti di trasformazione verso il cloud; oltre 200 milioni di trasazioni giornaliere cloud; più di 1 milione di macchine virtuali gestite...
In termini di offerta la società propone l'intero ventaglio di prodotti: lo strato di Infrastrucure as a service per salire verso il Platform as a service e arrivare al Business Process as a Services e al Software as a Service.
Nel dettaglio, l'offerta Ibm SmartCloud prevede la parte di Foundation - tecnologie che servono a creare infrastrutture cloud (privato e ibrido) - una combinazione di hardware e software che trova nei PureSystems, sistemi di riferimento. Sono 11 i laboratori al mondo che lavorano su queste tecnologie.
Vi è poi la componente di Managed Cloud Services (infrastrutture and platform as a service),  servizi cloud erogati da sei centri distribuiti nel mondo.
Completa il disegno la parte innovativa di Cloud Business Solutions, soluzioni di business acquistabili in cloud. Tra queste, per esempio, quelle di Smarter Commerce, Smart Cities, Social Business e Analytics. Il tutto si basa su un'architettura aperta che risponde agli standard per guidare la trasformazione in maniera che le aziende utilizzino tecnologie che interoperano e collaborano tra loro.
"Ibm offre un modello flessibile per accompagnare le aziende nel percorso più adatto a loro verso il cloud: si può partire dall'infrastruttura scegliendo sistemi integrati come i PureSystems, oppure accedere a una piattaforma di servizi cloud gestiti, flessibilizzando i costi per alcuni workflow, ma anche accedere ad alcuni soluzioni di business sul cloud. In questo processo il ruolo del Cio diventerà sempre più strategico in questo cammino verso il cloud; dovranno essere orchestratori di modelli di delivery diversi", conclude Eva D'Onofrio.
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