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Ibm PureSystems, si apre una nuova epoca nella gestione dell'IT

Con la tecnologia PureSystems Ibm promette di consolidare le infrastrutture senza necessità di fare migrazioni. Una combinazione di hardware e software, non necessariamente Ibm, di cui beneficeranno anche i business partner per offrire alla media impresa un'unica macchina su cui confluiscono tutte le funzionalità per gestire il sistema informativo in modo semplice e flessibile.

Tecnologie
"Un annuncio che cambierà i paradigmi dell'IT e porrà Ibm a distanza siderale dai più accesi concorrenti. Così Enrico Cereda,  vice president, Systems and Technology Group di Ibm Italia, ha presentato alla stampa italiana, in anticipo di poche ore sull'annuncio ufficiale di New York, i nuovi sistemi PureSystems – con alle spalle due anni di ricerca e 2 miliardi di dollari di investimento - costituiti da due nuove linee di prodotti, una più infrastrutturale e l'altra applicativa, una combinazione di hardware e software fortemente integrati con cui la società è intenzionata a lasciare un segno sul mercato mettendo al centro del sistema informativo il cliente a cui rendere più semplice la gestione e la fruizione dell'IT.
ibm-puresystems-si-apre-una-nuova-epoca-nella-gest-2.jpgUn'IT oggi sempre più complessa ed eterogenea
, incapace di addattarsi ai cambiamenti repentini del business, soggetta a fenomeni emergenti come l'esplosione dei Big Data che ne aumentano la complessità e la rendono poco flessibile. Un'IT  che, proprio perché così concepita, determina ritardi nell'esecuzione dei progetti, difficoltà nello sviluppare applicazioni e nel mandarle in produzione, tanto da utilizzare il 70% dei budget  aziendali ad essa destinati in attività di manutenzione delle infrastrutture esistenti e solo il restante 30% in innovazione.
E' proprio qui che vuole intervenire la novità tecnologica di Ibm puntando alla costruzione di sistemi informativi più efficienti, agili, semplici da fruire e gestire e facili da controllare, mettendo le persone al centro. "Sono i computer che devono lavorare per le persone e non le persone per i computer", enfatizza Cereda.
Ma come? La società nei PureSystems ha mutuato alcune caratteristiche dell'ambiente mainframe ma soprattutto si è ispirata a al mondo consumer, portandone alcune peculiarità nel mondo business. In un unico sistema integrato (il riferimento per esempio va ai dispositivi Apple che in un unico dispositivo concentrano una serie di capacità) ha riassunto le funzionalità core necessarie, rendendo l'IT invisibile all'utente finale: server, storage, networking, gestione, applicazioni e virtualizzazione.
Sono due le linee di prodotti in cui si declina la famiglia PureSystems: PureFlex (già disponibile) è la componente infrastrutturale (integra server, storage, networking, management ma anche il software di sistema in unica macchina automatizzata) e PureApplication (in arrivo quest'estate,  che contempla capacità software, sfruttando i primi modelli ripetibili e i processi specifici di industria (di derivazione Ibm ma anche realizzate dai business partner).
La focalizzazione dei PureSystems va a una tipologia di aziende di fascia intermedia, senza sforare nell'area delle grandi aziende ad appannaggio delle macchine mainframe ma neanche nella fascia delle piccole aziende.  
"Siamo i precursori in quest'ambito, con due anni di vantaggio competitivo sui competitor, rispetto ai quali Ibm offre libertà di scelta e apertura. E' questo uno principali elementi differenziati rispetto alla concorrenza. Mentre i competitor bloccano e ingabbiano i clienti nelle loro tecnologie, Ibm con questa offerta di sistemi esperti integrati dà ampia facoltà al cliente di scegliere la tecnologia da inserire nel proprio sistema. Oltre a ciò sono sistemi che consentono di consolidare infrastrutture e ottimizzare le tecnologie senza effettuare processi di migrazione, da qui lo slogan ‘Consolidation without migration'. Gli altri attori di mercato fanno invece il consolidamento delle tecnologie attraverso la migrazione e il porting delle applicazioni. E non ultimo: sono sistemi già predisposti per lavorare in ambiente cloud sia pubblico che privato, prevedendone il supporto incorporato", spiega Cereda.
Come detto pur riconoscendo che il sistema si esprime al massimo utilizzando prodotti Ibm, la tecnologia PureSystems è in grado di accogliere componenti di altra estrazione. Così se sul fronte server all'interno dello stesso chassis è possibile avere lame PowerI, Intel e Unix, lo stesso vale per le altre componenti, dal networking allo storage, per spingersi fino al middlware e alla virtualizzazione (sono supportati gli hypervisor PowerVm, Vmware, HyperV e Kvm).
Sono sistemi che vanno ad aggiungersi e non a sovrapporsi - precisa Cereda - alle famiglie di server già presenti in casa Ibm, in quanto indirizzano necessità differenti.
ibm-puresystems-si-apre-una-nuova-epoca-nella-gest-3.jpgDi particolare importanza la componente di management che abilita il concetto di semplificazione,  un'appliance che integra in modo embedded il software di gestione dell'infrastruttura e consente di gestire tutti gli elementi da una singola interfaccia.
E veniamo alla componente applicativa PureApplication che poggia sulla parte infrastrutturale, fatta di middlware e di applicazioni. Elemento caratterizzante il sistema è Ibm PureSystems Centre, una sorta di store (per intendersi: quasi un App Store, ma è meglio non dirlo) da cui è possibile scaricare applicativi sia di Ibm che di altri vendor con cui Ibm ha siglato accordi specifici. Il tutto è reso possibile da una funzionalità software che consente di incorporare il know-how operativo direttamente nei sistemi. L'approccio in questione, definito Patterns of expertise, converte la competenza tecnologica in pacchetti scaricabili e riutilizzabili che funzionano in modo automatizzato e automatico.
Ad oggi Ibm ha già messo a catalogo gli applicativi di un centinaio di software vendor, tra cui spicca il nome di Sap, il cui ceo ha partecipato all'evento di presentazione a New York. Gli Isv che collaborano con Ibm devono aderire a un programma di certificazione per offrire applicazioni certificate "Ibm PureSystems Ready", che vanno ad arricchire il catalogo messo a disposizione da Ibm. "Per gli Isv tutto ciò rappresenta una grande opportunità: è una vetrina in cui loro possono mostrare le loro applicazioni e accrescere la loro visibilità oltre ai confini locali", sottolinea Cereda.
A corredo di tutto Ibm mette in campo iniziative di finanziamento attraverso la propria divisione Global Financing e capacità di servizi al fine di supportare gli ambienti e creare le applicazioni per i clienti.
"Ibm sta spingendo le aziende a passare da approcci tradizionali dell'IT che poggiano su sistemi fisici verso la virtualizzazione dei singoli sistemi per fare l'ulteriore passo verso il concetto di pool di sistemi virtualizzati gestiti con un unico sistema. Lo fa senza vincolare i clienti alla scelta di un'unica tecnologia ma dando libertà di scelta senza creare bundle né alleanze ma creando una perfetta integrazione di tecnologie senza compromessi", rimarca Cereda, che punta il dito verso concorrenti quali Cisco, HP e Oracle.
E, come dice Ibm, i benefici che derivano dall'utilizzo di tali sistemi sono molteplici: facili da installare e meno onerosi da mantenere (promettono tempi di installazione pari a 1/3 di quelli della tecnologia tradizionale), scalabilità automatica, densità doppia (con risparmio energetico del 43%), rapidità di provisioning e risparmi elevati. Tutte caratteristiche riunite in un'unica macchina di cui possono beneficiare i business partner con cui Ibm opera sul territorio: "Per spingere questi sistemi in Italia faremo leva sui 2000 business partner che hanno forti competenze applicative", conclude Cereda.
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