Con NetBackup 7.5 e Backup Exec 2012 Symantec presenta un nuovo approccio alla modernizzazione del backup e della recovery, che consente di effettuare un backup 100 volte più veloce, semplificare la gestione e la recovery in caso di disastro, aiutando i clienti a risparmiare e migliorando la protezioni delle informazioni aziendali.
Il backup è un tema molto sentito dalle aziende e riveste una grande importanza; è per eccellenza la tecnologia più tradizionale all'interno del data center, non esiste infatti azienda a livello enterprise che non abbia un sistema di backup. Oggi occorre
archiviare quantità di dati che aumentano sempre
più, nella maggior parte dei casi tutto deve essere archiviato per periodi più lunghi ma deve essere disponibile all'istante e la conformità è un vero punto dolente.
Symantec, attore di primo piano in questo mercato, risponde a questi problemi emergenti con le
nuove versioni di due prodotti importanti nel paniere societario,
NetBackup 7.5 e Backup Exec 2012, punti di riferimento tecnologico nel mercato.
Ma qual è oggi la realtà di mercato? Alcune informazioni arrivano appunto da
un'indagine Symantec condotta a livello mondiale per capire le problematiche dei clienti, di cui ci fornisce qualche dato
Vincenzo Costantino, Senior Solutions Marketing Manager, Virtualization Symantec Emea. E' stata condotta lo scorso ottobre su
un campione di 1.425 aziende di livello enterprise con un organico superiore ai
500 dipendenti in differenti mercati verticali, di cui 50 aziende italiane. Le interviste hanno coivolto i
C-level aziendali.
A rigor di logica il backup è una tecnologia di cui bisognerebbe avere fiducia in quanto risolve i problemi di perdita di dati in ambiente sia fisico che logico. A guardare i risultati della survey in
realtà la situazione non è poi così scontata, anzi, è alquanto complessa.
Poca fiducia
Dalla survey, infatti, emerge che di fatto
non c'è fiducia nelle tecnologie di back up.
I livelli di servizio non sono adeguati alle aspettative, il back up come ciclo intero che comprende anche la fase di ripristino ha una durata troppo lunga e non è in linea con il volume di dati e con le aspettative di business.
Solo il 28% del campione è confidente che i dati ‘backuppati' siano al 100% utilizzabili e recuperabili con successo. Più del 36% non scommetterebbe il proprio stipendio sull'efficacia del back up e sulla sicurezza di riuscire a recuperare il 100% dei dati.
Di fronte a ciò
le aziende stanno pensando di mettere mano a questo tipo di tecnologia, cambiando la componente di
backup
in termini di processi e tecnologia ma anche di vendor.
Il backup degli ambiente virtuali è insoddisfacente
Un'altra evidenza emersa dalla survey è che
il back up degli ambienti virtuali non è efficace. E' questa l'area nella quale si è fallito di più o comunque c'è maggiore insoddisfazione.
I livelli di servizio non sono adeguati a ciò che ci si aspetterebbe a causa dell'enorme mole di dati da salvare per l'infrastruttura a disposizione.
Occorre quindi lavorare su dati e infrastruttura per far sì che tutto funzioni al meglio.
Molte aziende hanno già virtualizzato ambienti non mission critical che non impattano sul business, ma tante aziende stanno pensando di virtualizzare applicazioni mission critical e in questo caso i livelli di servizio sono molto più stringenti rispetto all'ambiente fisico. Il motivo è presto spiegato. L'ambiente virtuale per sua natura è un ambiente sotto stress, l'infrastruttura è già portata al limite, in quanto su un unico server vi sono molti ambienti virtuali. Portare su questa infrastruttura il backup rischia di fare collassare il tutto. Ecco perché è fondamentale in questo ambito
avere degli Sla ancora più stringenti rispetto all'ambiente fisico.
Tempi lunghi e troppi strumenti
Altro aspetto da non sottovalutare è che
oggi il backup dura troppo. Il 39% del campione sostiene la fase di backup dura troppo tempo e il 33% lo dice di quella di recovery. La finestra di back up, l'arco temporale nel quale si può fare il backup, non è più sufficiente e non è più in linea con le attese del business.
Occorre inoltre riflettere sul fatto che
nelle aziende si utilizzano ancora differenti strumenti di back up e recovery. In media
nell'ambiente fisico si utilizzano circa quattro soluzioni diverse di back up e tre nell'ambiente virtuale. Significa che si utilizzano
circa sette tecnologie differenti per fare il backup e il ripristino dei dati.Di fronte a ciò risulta evidente che
c'è la necessità di dotarsi di tecnologie innovative. Tutte le aziende stanno pensando di rivedere l'ambiente di backup:
il 72% degli intervistati è disponibile a sostituire la propria soluzione di backup con una che risponda alle moderne esigenze.
[tit:I suggerimenti di Symantec e le novità di prodotto]
Di fronte a uno scenario così delinato,
Symantec dà alcuni suggerimenti alle aziende che intendono avviare un processo di rivistazione della propria tecnologia di backup e restore:
unire l'ambiente fisico e quello virtuale, evitando quindi di avere ambienti con soluzioni diverse
; concentrare tutti gli strumenti in unica soluzione di back up e ripristino del dato; combattere la retention infinita dei dati - non ha senso tenere per tutta la vita dati che non sono importanti per il business.
Qual è il ruolo di Symantec in quest'ambito?: "Da sempre Symantec ha la
leadeship nell'ambito data protection: 35% di market share (fonte Gartner); leader in ambito Unix e nei sistemi Microsoft, così come in ambito virtuale e nel back up in ambito Vmware. La somma della quota dei vendor al secondo e terzo posto nell'area data protection – Ibm ed Emc che a differenza di Symantec sono hardware vendor - è inferiore al nostro market share",
enfatizza Costantino. "Symantec va contro la segmentazione a silos; offre soluzioni che possono proteggere dall'utenza consumer fino all'enterprise in ogni settore merceologico".
I nuovi prodotti annunciati introducono molte nuove funzionalità e innovazioni. Di fatto, i due nuovi prodotti puntano a rispondere alle problematiche fino ad ora analizzate:
controllare la crescita dei dati e in alcuni casi ridurla sia alla fonte che dopo il back up stesso;
unire le piattaforme, quindi avere un'unica soluzione centralizzata per la protezione dei dati di tutta l'azienda;
semplificare il processo del back up e recovery dei dati, ovunque siano all'origine e ovunque vadano dopo il ripristino.
[tit:NetBackup, l'ammiraglia del backup]
Come spiega Costantino,
NetBackup oggi è la "piattaforma del backup", un'infrastruttura in grado di interfacciarsi con il mondo open – tutto ciò che non è mainframe – con tutti i dispositivi e i sistemi operativi siano essi fisici che virtuali, con qualunque dispositivo storage e sorgente di dati.
E' la piattaforma di b
ackup all'interno della infrastruttura aziendale che può prendere i dati da qualsiasi sorgente e può memorizzarli su qualunque sistema (disco, nastro...); il tutto inoltre è
già pronto per essere erogato nel cloud computing.
E' una soluzione omnicomprensiva che copre tutti i passi della protezione del dato – dalla deduplica direttamente dalla sorgente del dato stesso fino ripristino del dato.
I miglioramenti principali dell'ultima versione sono i seguenti:
riduzione significativa della finestra di backup - si può arrivare a una
riduzione fino a 100 volte del tempo necessario per fare il backup;
integrazione backup e snapshot – integrazione con questi dispositivi per poter fare backup e ripristinare il dato in modo trasparente all'utente finale indipendentemente dalla tecnologia utilizzata;
combattere la retention infinita del dato, mediante un motore di ricerca, indicizzazione e catagolazione delle informazioni all'interno del back up stesso.
Dal full back up a quello incrementale
In termini di riduzione e ottimizzazione della finesta di backup,
Symantec ha introdotto la tecnologia NetBackup Accelerator che indirizza il problema del backup full. Esistono infatti
due tipologie di backup: full e incrementale. Il primo effettua backup, salvataggio e raccolta di tutti i dati presenti in un determinato ambiente. Il backup incrementale invece effettua unicamente il backup di ciò che è cambiato rispetto all'ultimo back up: sia esso full che incrementale.
Symantec con
Backup Accelerator traccia tutte le modifiche che vengono fatte costantemente in ogni ambiente e
anziché fare il backup full di tutto l'ambiente effetua solo quelli incrementali e in automatico il sistema rende consistente tutti i dati come se fosse un backup full a tutti gli effetti. Così facendo,
un processo che in media durava più di una giorno può essere ridotto a pochi minuti.
Inoltre, l'ottimizzazione della finestra di backup dà un altro grosso vantaggio, in quanto i dati possono essere replicati in un sito remoto utilizzando una banda piccola. Di fatto è un sito di disaster recovery in cui si ha una copia integrale dei dati, al quale si trasferiscono costantemente i dati che sono sempre in sincrono col sito primario senza la necessità di salvare i dati su una cassetta.
Backup e snapshot unificati
Secondo Symantec
uno snapshot con NetBackup equivale a protezione dei dati, gestibilità e ripristinabilità. L'unione di snapshot e backup con NetBackup dà alle aziende la velocità degli snapshot con la ripristinabilità del backup.
In particolare, questo concetto in NetBackup 7.5 si esprime con
NetBackup Replication Director, che sfrutta la
partnership che Symantec ha in essere con NetApp (con cui Symantec ha una sovrapposizione del 35% di clienti). NetApp offre funzionalità all'avanguardia per ciò che concerne lo snapshotting di sistemi Nas, ha meccanismi insiti nei sistemi che permettono di
effettuare fotografie degli ambienti, mantenendo l'immagine direttamente su disco, ed eventualmente replicandole su un sito remoto.
Con NetBackup 7.5 Symantec
si integra direttamente con queste tecnologie, le pilota e le monitora, gestendo tutti i meccanismi del backup e il ripristino di un'infrastruttura.
Contro la retention infinita dei dati
L'introduzione della funzionalità
di ricerca assume una valenza importante soprattutto dal punto di vista business. Fino ad oggi ogni volta che si faceva backup di un dato
non si sapeva nulla del contenuto del dato stesso. Quanto più si ha una retention infinita dei dati tanto più aumenta la mole dei dati da salvare, e di conseguenza, il tempo necessario per trovare le informazioni.
E' importante quini lavorare sulla classificazione dei dati all'origine sull'on line e , successivamente, poi quando si effettua il backup e si salvano i dati
è fondamentale catolagare i dati e applicare la retention corretta. Secondo Symantec l'introduzione
del motore di ricerca dà un vantaggio enorme per la ricerca delle informazioni, un aiuto per effettuare audit interni ed esterni e per consente di indicizzare e catalogare i dati al fine di
fare fronte al problema della retention infinita. L'engine in questione consente in automatico di pilotare la policy per ogni singolo file, per la retention dei dati.
Per ciò che concerne
l'ambiente virtuale, anche in questo caso Symantec pensa di giocare un ruolo di rilevo: "Siamo già alla
terza generazione di soluzioni che includono la tecnologia V-Ray per avere la perfetta visibilità dell'ambiente virtuale e fisico, ed è
un framework comune ai due prodotti di backup, Backup Exec e NetBackup", conclude Costantino.
[tit:Backup Exec 2012]
Mentre NetBackup rappresenta il prodotto di punta per il backup delle grandi aziende,
Backup Exec è la soluzione più adatta per le aziende di taglio medio e piccolo. "Sono aziende che hanno le stesse problematiche di backup delle grandi con l'unica differenza di non avere al proprio interno lo stesso livello di competenze e le stesse risorse per gestire il backup. Per questo Symantec ha lavorato molto sulla riduzione della complessità, " afferma
Hervè Lequippe – Director Regional Product Management Emea & Lam Symantec.

E per per rendere il tutto più semplice
Symantec è intervenuta in primis sull'interfaccia utente, ridisegnandola completamente in Backup Exec 2012.
Il secondo ambito di intervento in Backup Exec è relativo invece
all'integrazione del fisico con il virtuale (il riferimento va qui alla tecnologia V-Ray già menzionata).
Non ultimo il lavoro compiuto sul
l "recovery" dei dati. "Il back up è noioso, non c'è niente di attraente nel backup, perché non c'è reale valore nella fase di back up. Una volta effettuato il backup dei dati il reale valore sta nel loro recupero dopo averli persi. E' solo dopo un recupero di successo che il backup diventa esso stesso di successo", commenta Lequippe.
Più in dettaglioNella nuova versione, Symantec ha trasformato l'interfaccia utente di Backup Exec e la configurabilità per offrire una esperienza utente notevolmente più semplice.
Symantec ha inoltre esteso la propria tecnologia alle piccole imprese con
Backup Exec Small Business Edition e Backup Exec.cloud, consentendo così alle imprese di fare il backup delle informazioni in tre semplici passi in meno di 10 minuti.
In particolare
Backup Exec 2012 Small Business Edition, strumento di backup per proteggere facilmente i dati delle piccole imprese,
unisce la tecnologia di recovery di dati e sistemi di Symantec in un'unica soluzione a prezzi accessibili con
una sola licenza, pensata in modo specifico per le aziende che hanno fino a tre server.
Backup Exec.cloud è invece una soluzione stand-alone, che fornisce alle piccole imprese una
protezione dei dati off-premise attraverso un servizio cloud-based sicuro facile da installare, gestire e configurare.