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CA Technologies, le aziende italiane vogliono dati protetti nelle nuvole

Nell'ambito della Data Protection e del Disaster Recovery, verso cui le aziende stanno incrementando gli investimenti, sta prendendo piede il cloud computing. Lo rivela uno studio indipendente, che ha coinvolto circa 200 aziende italiane.

Tecnologie
Dati sempre più protetti nelle nuvole: è questo un "desiderata" di parecchie aziende italiane alle prese con il problema della perdita di dati.
E' ciò che risulta da un sondaggio di CA Technologies secondo il quale è in aumento costante la spesa per la protezione dei dati, con una quota crescente del budget destinato al cloud computing.
La ricerca svolta in Europa (in 12 paesi) su un campione di 2000 aziende di grandi dimensioni (202 in Italia) appartenenti a quattro settori merceologici di riferimento (finance, manufacturing, Public Sector e Retail) è stata condotta sull'onda di quella effettuata solo un anno fa. Rispetto alla precedente, la nuova indagine si focalizza non tanto sulle cause dei danni dovuti alla perdita dei dati aziendali ma sui piani che le aziende hanno sviluppato per proteggersi e porre rimedio a tale danni anche alla luce dell'accessibilità del cloud.
Ecco le evidenze più rilevanti dello studio intitolato ‘Insights: Data Protection and the Cloud 2011'.
Secondo l'indagine gli investimenti nella protezione e nel recupero dei dati continuano ad aumentare: il 67% delle organizzazioni ha mantenuto costante il proprio livello di spesa tra il 2010 e il 2011, il 27%  l'ho ha incrementato mentre solo il 6% lo ha diminuito. 
E le aziende italiane considerano il cloud computing un componente fondamentale della loro strategia di protezione dei dati, tanto che il 33% ha in progetto di intensificare gli investimenti nelle soluzioni cloud nel giro dei prossimi dodici mesi.
Le aziende più orientate a tale modello sono quelle del comparto finance mentre le più scettiche all'adozione del modello risultano quelle appartenenti al segmento retail.
Il 31% del campione ha dati che risiedono in una cloud privata mentre il 17% nella cloud pubblica. 
Da sottolineare che queste società nutrono grande fiducia nella sicurezza di tali dati. Una quota considerevole (75%) dei soggetti che utilizzano una cloud privata ritiene che i dati e gli applicativi sarebbero protetti in modo adeguato in caso di disastro; l'81% di coloro che utilizzano una cloud pubblica si fida degli Sla per la protezione dei dati stipulati con il fornitore. 
ca-tecnologies-le-aziende-italiane-vogliono-dati-p-1.jpg"Il Cloud Computing è un fenomeno all'attenzione di molte aziende, che lo stanno valutando anche in un contesto di  backup e disaster recovery. Il paradigma, che consente di convertire le spese Capex in Opex, favorisce una miglior gestione del budget e nello specifico del Dr non richiede un sito remoto, per cui le aziende possono dedicare meno tempo al monitoraggio dei sistemi di data recovery, liberando risorse che possono concentrarsi su attività più core per il business aziendale", dichiara Gianpaolo Sticotti, Channel Sales Manager della business unit Data Management Customer Solutions di CA Technologies Italia.
Nonostante si rilevi la tendenza delle aziende a voler incrementare gli investimenti per il disaster recovery e la crescente adozione del cloud computing, però quasi tutte le realtà intervistate (94%) si sono imbattute in problemi di perdita di dati nel corso dell'ultimo anno, riconducibili a cause diverse. La causa più comune di perdita dei dati è relativa a problemi tecnici: il 70% delle aziende ha subìto un guasto dei sistemi informatici (ad esempio, un malfunzionamento di rete, storage, software. Vi sono poi attacchi esterni contro l'IT (50% delle aziende) ed errori umani (41%). "Se nei primi due casi per la risoluzione dei problemi è fornita dall'utilizzo di una corretta tecnologia, nel caso degli errori umani servono processi, procedure, metodologie e soprattutto strategie di Data Recovery. E in questo caso il percorso da compiere è ancora lungo", sottolinea Sticotti.
In Italia, infatti, pur essendo elevata la frequenza di perdita di dati, sono poche le aziende dotate di sistemi di DR adeguati. Solo il 17% ha riferito di disporre di piani completi e dettagliati di disaster recovery per la tutela dei dati in caso di evento catastrofico. "E se la componente chiave di una strategia di Disaster Recovery è quella di backup, l'elemento differenziante risulta essere quello del ripristino", afferma Sticotti.
Il motivo principale addotto per la mancanza di pianificazione è stato il mancato supporto e sostegno del top management (55%). Un altro fattore significativo (43%) sarebbe stata la preparazione inadeguata del personale IT nella pianificazione dei rischi e del DR. Senza dimenticare reali problemi di budget.
Quello della Data Protection è un mercato in crescita, come evidenziano gli studi di diversi analisti  (Idc dice del 5,88% - Cagr 2009-14)) con la componente on premise che perde sempre più terreno a favore della componente di Saas Data Protection. Va da sé quindi che risulteranno vincenti gli operatori più orientati ai nuovi paradigmi di fruizione dell'IT rispetto a quelli ancorati ai modelli tradizionali. "Vendor che devono fornire teconologie adatte a rispondere alle necessità del cliente in termini di disaster recovery, protezione e dei dati tenendo conto delle nuove tendenze quali la virtualizzazione e il cloud computing", conclude Sticotti.
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