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Il Cloud Computing, un'esigenza per molti

Alcuni spunti emersi nel corso del Cloud Computing Summit 2011, la mostra-convegno organizzata di recente dall'Istituto Internazionale di Ricerca.

Tecnologie
Cloud Computing Summit 2011, la mostra-convegno organizzata di recente dall'Istituto Internazionale di Ricerca, ha fatto il punto sul paradigma tecnologico e di business più di tendenza di quest'ultimo periodo.
Carlo Patrucco, vice president Gartner Consulting, ha aperto gli interventi della giornata con un'analisi volta a chiarire ai presenti il significato di Cloud Computing.
Patrucco ha introdotto il concetto di Cloud Computing fornendo la definizione che di esso dà Gartner: "Il Cloud computing è uno stile di utilizzo del computer dove l'elasticità delle infrastrutture IT è fornita come servizio usando la tecnologia Internet, che offre un tipo di servizio scalabile ed elastico pagabile in modalità condivisa".
Patrucco ha inoltre illustrato le tre modalità in cui il cloud può essere fruito: ossia pubblica, privata e ibrida. La tendenza ad oggi più diffusa è quella di avere una soluzione ibrida che integri entrambi i metodi (privato e pubblico).
Ma quali sono i vantaggi? Innanzitutto quello di creare un giusto mix tra sicurezza e condivisione di risorse, e poi quello di sperimentare e imparare per tarare al meglio le proprie esigenze di sicurezza. Lo stato del mercato è e sarà ancora in forte crescita, tuttavia vi sono comunque dei problemi, tra cui la volatilità - i sevizi che ci sono oggi, domani saranno erogati in maniera diversa oltre a problemi di sicurezza e affidabilità - e l'immaturità.
Occorre altresì formare un personale ad hoc, poiché, allo stato attuale, le competenze non sono così diffuse, soprattutto quelle tecnologiche e gestionali.
Per Alessandro Musumeci, direttore centrale dei sistemi informativi di Ferrovie dello Stato, il cloud computing è "fondamentale nel piano di impresa del gruppo FS al fine di rendere sempre più efficienti i sistemi e di raggiungere gli obiettivi prefissati".
Il gruppo FS ha infatti deciso di sviluppare i propri sistemi scegliendo la modalità di cloud privato e utilizzando due data center. Obiettivo: ridurre il numero dei propri sistemi server cercando di consolidare con la virtualizzazione.
Musumeci ha inoltre dichiarato: "Quando si parla di cloud la governance assume un aspetto fondamentale. Il problema del cloud è più di natura organizzativa e contrattuale che tecnologico. Molte aziende non optano per il cloud perché hanno problemi organizzativi interni e portare il tutto all'esterno sarebbe un problema. Nel caso di Ferrovie abbiamo concentrato il nostro business sul mercato logistico e dei trasporti, individuando nell'informatica l'elemento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi, ipotizzando però in qualche modo uno sviluppo esterno dell'informatica. Occorre tenere sotto controllo parametri organizzativi e contrattuali senza perdere di vista la tecnologia".
Per quanto riguarda l'esperienza cloud presso Telecom Italia, Giuseppe Tilia ha affermato: "Il cloud è un fenomeno di grande rilevanza, pervasivo e internazionale. Per Telecom Italia che è un service provider il cloud è un fenomeno nascente che non risolve il problema del conto economico degli operatori del settore ma ha dei tassi di crescita ipotizzati tra il 20 e il 30%. I clienti devono sapere dove sono fisicamente i data center, come vengono garantiti i meccanismi di salvaguardia della continuità di servizio e la sacralità del dato". E ha proseguito: "Ora è il momento del cloud. Le aziende stanno iniziando a occuparsene seriamente. Le piccole-medie aziende lo stanno utilizzando e si stanno confrontando con esso. Telecom si è impegnata e si impegna per avere un ruolo fondamentale in questo meccanismo di trasformazione".
Emiliano Massa, country manager di Websense, ha parlato di sicurezza informatica, poiché Websense si occupa di security ed è in grado di proteggere i dati essenziali dei propri clienti.
Con l'avvento dei social network internet è cambiato e ciò ha portato a una grande flessibilità e mobilità di dati e, di conseguenza, anche dei problemi. Anche le applicazioni, infatti, stanno passando al cloud.
Massa ha posto ai presenti questo interrogativo: "Nell'ambito security, siamo sicuri che il cloud puro possa essere la risposta?". A suo parere: "le tendenze dicono che il cloud sta aumentando, ma vi sono anche delle domande da parte dei clienti, come ad esempio: i dati, fisicamente, dove risiedono? I data center dove si trovano? Chi può avere accesso a questi data center? Chi può leggere i miei dati? Occorre perciò delineare in modalità semplice e dinamica la logica di cloud a seconda del servizio che viene offerto. Bisogna valutare cosa è meglio portare nella cloud e cosa è meglio tenersi come servizio in casa".
Banca d'Italia fa parte del sistema europeo delle banche centrali. Stefano Fabrizi, responsabile ICT R&D – Area risorse informatiche e rilevazioni statistiche, ha dichiarato che allo stato attuale le informazioni sono cresciute in modo esponenziale è cambiato anche il sistema economico-finanziario. È importante quindi che in ambito europeo si sviluppi una forte collaborazione.
Ma che relazione c'è tra Banca d'Italia e cloud? Quest'ultimo può essere utile per migliorare l'efficienza dei servizi e per prevenire la disintermediazione dell'IT da parte degli utenti. "Il compito di Banca d'Italia è quello di capire come utilizzare il cloud", ha commentato Fabrizi.
Per Marina La Fratta, ICT Analyst  – Area risorse informatiche e rilevazioni statistiche, in linea con le dichiarazione del collega, occorre capire come utilizzare il cloud e quale tipo di servizi e modelli per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
La Fratta ha affermato: "Spesso in Banca d'Italia ci siamo chiesti se siamo davvero pronti. La risposta è sì, ma bisogna adottare un approccio più strutturato che consenta di stabilire una road map di adozione del cloud sistematica e completa. Il primo aspetto che abbiamo preso in considerazione è il trade off tra private e public".
Da parte sua, Roberto Esquinazi, director of Enterprise Sales di Apc by Schneider Electric, ha parlato degli obiettivi di Apc by Schneider Electric, primo tra tutti quello di integrare in un'unica piattaforma le capacità di gestione, fondamentale nel governo dell'infrastruttura fisica. In che modo? Rilasciando sul mercato soluzioni con tutti gli apparati informativi che siano in grado di compiere questa integrazione. L'approccio utilizzato da Apc è di tipo modulare, senza mai deteriorare il livello di affidabilità.
"Poste italiane sta ancora pensando a quale strategia adottare per il cloud computing – ha affermato Alessandro Saralli del settore tecnologie dell'informazione-sviluppo sistemi informativi di Poste Italiane –  sta ‘cavalcando' un nuovo modello di business: dai servizi core siamo passati a nuovi servizi, come, ad esempio, Poste Mobile e Poste Shop. Il nostro obiettivo era quello di portare tutta l'IT all'interno di un'unica isola applicativa".
Antonio Baldassarra, amministratore di Seeweb, ha dichiarato: "Nel 2010, tra i prodotti venduti da Seeweb, i servizi cloud sono stati ‘top seller'. Sulle nuove vendite il cloud vende di più. La rete è un punto importante nella valutazione di cosa fare e dal punto di vista dell'affidabilità".
Alessio Nava, direttore divisione IT & Telecomunicazioni di Rittal, infine, ha focalizzato il suo intervento sull'efficienza e il risparmio energetico: "Disponibilità del dato e le sue performance, sicurezza e risparmio energetico sono punti strategici. Il cloud è in grado di fornire massima possibilità di essere flessibili a seconda delle reali esigenze contingenti a un determinato periodo".
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