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Vmware, con Cloud Foundry punta all'apertura

Nel corso della recente vForum 2011 a Milano, Alberto Bullani, Regional Manager VMware Italia, spiega le ultime novità verso il cloud computing. Tra queste, spicca Cloud Foundry, la Platform as a Service aperta, su cui la società ha investito per farsi spazio in un contesto più ‘open' che va oltre le infrastrutture.

Tecnologie
C'è un filo logico nei recenti annunci di Vmware, che, a una prima lettura, potrebbero sembrare scollegati l'uno dall'altro: è il cloud computing. Lo sottolinea con enfasi Alberto Bullani, Regional Manager VMware Italia, in un momento dedicato alla stampa durante il recente appuntamento Vmware Forum 2011, svoltosi a Milano.
L'acquisizione di Slide Rocket, il passaggio di asset di Mozy da Emc e i lanci di Horizon e Cloud Foundry rientrano tutti in un disegno cloud.
vmware-con-cloud-foundry-punta-all-apertura-1.jpgI primi commenti del manager italiano, però, vanno agli ottimi risultati del trimestre appena chiuso: "Vmware continua a dimostrare di essere una società in salute, afferma Bullani. Il primo trimestre dell'esercizio in corso ha riportato un fatturato in crescita del 40%. Un ottimo punto di partenza  per traguardare i 3,7 miliardi di dollari a fine anno". E il messaggio che oggi la società vuole passare è quello di una realtà fortemente impegnata nel cammino per abilitare il cloud computing, partendo dalle solide basi poste nell'ambito della virtualizzazione, dove la fa da padrona. Il tutto in un contesto di maggiore apertura; un'apertura che appare essere il punto debole di Vmware, spesso accusata di vincolare i clienti a una scelta proprietaria.
E' in questo disegno di maggior apertura che si colloca il recente annuncio di Cloud Foundry, la Platform as a service (Paas) aperta, che vuole fare concorrenza niente meno che ad Microsoft Azure, la Paas del colosso di Redmond. "Cloud Foundry è visto da molti in competizione diretta con Azure, ed è lì che vogliamo giocare la partita". Sul fronte delle infrastrutture, infatti, soprattutto dal punto di vista della virtualizzazione si può dire che la predominanza di Vmware sui competitor diretti è schiacciante. Per questo la società sta traguardano nuovi lidi: quello "platform as a service" è uno di questi.
Cloud Foundry è una piattaforma applicativa sviluppata per semplificare lo sviluppo, il deployment e la gestione delle applicazioni cloud, che non è vincolata ad alcun ambiente cloud né richiede un'infrastruttura VMware per funzionare. Garantisce l'implementazione e l'intelligence per riunire applicazioni e servizi applicativi eterogenei creati all'interno di framework differenti consentendone il deployment trasparente su infrastrutture cloud di ogni genere.
La piattaforma estende l'impegno di VMware per l'Open PaaS permettendo di scegliere tra differenti e linguaggi, ambienti per il deployment di cloud e servizi applicativi eterogenei. Ad oggi supporta i framework per la produttività come Spring for Java, Ruby on Rails, Sinatra for Ruby e Node.js. L'architettura così concepita consentirà di supportare in futuro anche ulteriori framework di programmazione. E sul fronte dei servizi applicativi Cloud Foundry supporta i database MongoDB, MySQL e Redis e i servizi VMware vFabric per il cloud messaging, la gestione flessibile dei dati, il bilanciamento del carico e la gestione delle prestazioni.
Ancora più recente è il lancio di Horizon App Manager, il primo tassello della strategia per l'end user computing denominata appunto Horizon, presentata nell'edizione 2010 di VmWorld, che cerca di rispondere ai nuovi requisiti del client computing con un nuovo approccio: fornire accesso sicuro a una forza lavoro sempre più mobile e gestire la grande diversità di dati, applicazioni e dispositivi da cui dipendono le attività di business. Da qui una serie di prodotti che forniscono all'utente un accesso sicuro a una serie di applicazioni, desktop virtuali Windows e dati, garantendo i livelli di sicurezza e di controllo richiesti dalle aziende, con un'esperienza utente trasparente e intuitiva per accedere alle risorse necessarie al proprio lavoro attraverso cloud pubblici e privati da qualsiasi dispositivo.
Il nuovo tassello Horizon App Manager, in particolare, si presenta come servizio con un hub che implementa funzionalità di identity-as-a-service estendendo l'identità utente definita in ambienti Ldap come Microsoft Active Directory o simili ad applicazioni di terze parti nei cloud pubblici come Box.net, BroadVision, Google, Salesforce.com, WebEx e Workday e altri. Il sistema semplifica la gestione delle credenziali di accesso multiple, un'esigenza che nasce dal crescente numero di applicazioni SaaS sempre più spesso utilizzate all'interno degli odierni contesti aziendali.
VMware Horizon App Manager fornisce, inoltre, una piattaforma user-centric aperta per accedere alle applicazioni cloud da un unico portale applicativo raggiungibile  da una vasta gamma di dispositivi dell'utente.
"Nell'ambito di Infrastructure as a service Vmware occupa una posizione predominante. Il fronte a cui Vmware guarda oggi è quello delle applicazioni, vera componente strategica in ambito cloud, dove andare a creare una sorta di catalogo di framework di sviluppo con le terze parti", spiega Bullani.
L'incontro con il manager è stata anche l'occasione per capire la situazione di mercato, in particolare quello italiano. "C'è consapevolezza nei Cio, che hanno capito la valenza strategica del Cloud Computing, mentre altre figure manageriali come i Cfo mostrano ancora alcune resistenze. C'è ancora una grossa barriera culturale legata al timore di spostare il dato". E prosegue: "Se i vantaggi della virtualizzazione server erano evidenti a tutti e facili da '"rendicontare' così come quelli della virtualizzazione desktop – anche si più difficile da spiegare perché incidono sui costi operativi – i vantaggi del cloud non appiano ancora evidenti. E la sicurezza continua a essere un freno". Proprio in questa direzione l'innovazione di Vmware si chiama VShield; è intrinseca allo strato di virtualizzazione e in grado di garantire sicurezza e livelli di servizio.
E le ultime considerazioni vanno al ruolo strategico giocato dal canale distributivo: "Il canale è cruciale per spiegare l'evoluzioni societarie ai clienti (oggi circa 5.000, ndr) in direzione del cloud computing. Dobbiamo scrollarci di dosso il ruolo di fornitore di hypervisor". E per far ciò la società ha messo in campo una serie di iniziative specifiche per educare i partner all'integrazione dei differenti livelli. "Devono essere preparati su più fronti: virtualizzare le infrastrutture e le applicazioni critiche e avere capacità nell'end user comptuing. Il tutto in una visione congiunta", conclude Bullani. 
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