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L'ICT lavora sul presente per costruire il futuro

Alcuni interessanti spunti di 10 aziende del settore – vendor di hardware e software, operatori della consulenza, system integrator e distributori - per affrontare il presente e puntare dritto al futuro. NetConsulting delinea un quadro della situazione del mercato Ict italiano, inserito in un contesto di mercato globale.

Tecnologie
Per il biennio 2010-2011 dell'economia italiana i principali indicatori si orientano verso un atteggiamento di cauto ottimismo. Ci si apetta un'inversione di segno – dal meno al più – già da questo 2010 con un ulteriore rafforzamento nel 2011.
Il vero dilemma non è "se e quanto" crescerà il mercato nel 2010 e 2011 ma 'in quanto tempo' realmente si uscirà dalla crisi. Il grande  punto interrogativo da una parte è relativo al debito pubblico e privato e dall'altro allo sviluppo delle manovre economiche. l-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-15.jpg
Alcune società di analisi di mercato calcolano per l'Italia almeno quattro anni per uscire definitivamente dalla crisi.
Se si osservano gli elementi a contorno si vede che i principali paesi europei soffrono di una debolezza strutturale della domanda interna, che significa che nessuna economia potrà realmente sostentarsi con i consumi delle famiglie e gli andamenti delle imprese.
Il secondo aspetto correlato a ciò è che anche le esportazioni saranno abbastanza deboli. E ancora: il rapporto di cambio Euro-Dollaro vede il recupero della moneta statunitense.
Nell'ultimo anno, inoltre, si è visto uno spostamento di baricentro di molte aziende italiane grandi e soprattutto medie  che hanno spostato non tanto la componente di produzione (delocalizzazione della produzione)  ma la componente relativa alla vendita dagli Stati Uniti al Brasile e alla Cina. Vuol dire che le aziende non solo hanno costruito stabilimenti in questi paesi ma anche punti e aree di vendita.
Come potranno ri-allocare le imprese italiane le dinamiche strategiche di produzione e di vendita all'interno del contesto economico globale?
"Gli impatti a livello di processi, organizzazioni e di mappe funzionali stanno cambiando radicalmente, sostiene Annamaria di Ruscio Partner e Direttore Generale di NetConsulting, in un recente incontro tra stampa di settore e una decina di aziende dell'ICT, in occasione dell'11esimpo Forum di Grandangolo Communications. Molte aziende italiane si stanno trasformando in quelle che gli economisti chiamano le imprese a stella o reticolare dove esiste un centro pensante localizzato in Italia con delle ramificazioni non solo di produzione ma anche di vendita nei vari contesti internazionali, con intensità di produzione diverse a seconda delle dinamiche economiche che si compongono".
Quali le principali azioni adottate dalle aziende italiane in questi anni, in particolare in termini di ICT?
Tra fine 2008 e  tutto il 2009 NetConsulting ha rilevato in Italia una focalizzazione spasmodica sul taglio dei costi; una manovra a breve periodo che tutti hanno effettuato.
 "A partire dalla seconda metà del 2009, prosegue Di Ruscio, si è verificato il tentativo di spostare il baricentro verso una un'efficacia e un riposizionamento a livello competitivo e di mercato. Oltre a mantenere forte l'attenzione su razionalizzazione e taglio dei costi, infatti, le l-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-13.jpgaziende hanno cominciato a guardare in modo insistente ai mercati, ai consumatori-clienti, ai canali di vendita e all'utilizzo dei fornitori più efficaci".
I dati presentati a fine maggio del Rapporto Assinform relativi al primo trimestre 2010 e le previsioni del biennio 2008-2010 dicono che nel 2009 si è assistito a un vero e proprio "fermo macchina", ovvero si sono messe in priorità alcune attività necessarie e strategiche per l'azienda, c'è stata una forte rinegoziazione dei contratti in essere e l'allungamento dei cicli tecnologici e della vita dei prodotti (si è rimandato il refresh tecnologico che avveniva ogni 2-3 anni), con un blocco significativo di una serie di progetti a livello applicativo.
Di fronte a un tunnel di cui non si riusciva a vedere l'uscita, la maggioranza delle aziende ha adottato un atteggiamento molto cauto e conservativo nella composizione dei loro budget. E l'approccio "alla frugalità" sembra essere destinato a permanere.  
"Dopo la crisi, il passato non tornerà più, niente sarà come prima e il futuro bisogna guadagnarselo, enfatizza Di Ruscio".


[tit:L'Italia che funziona]
Non tutto è perduto, però. E' importante segnalare che in realtà i progetti si sviluppano: dietro i segni meno ci sono tante storie, e anche segni più. Come spiega di Ruscio:"C'è un sistema Italia che continua a investire in modo corretto malgrado tutto. Lo fa con grande cautela, selezionando le attività prioritarie e i fornitori con cui sviluppare determinati progetti".
"A differenza dal 2009, che è stato il vero anno della contrazione dei fatturati, prosegue Di Ruscio, nel 2010 i veri giochi si faranno sulla marginalità e i cash flow; un fenomeno che ha valore per tutte le aziende non solo quelle del nostro settore, perché c'è uno ‘shortage' di cassa e di liquidità molto evidente. Molte aziende, in misura maggiore o minore, sono in carenza di ossigeno: c'è un sistema bancario  ‘a rischio', Basilea 2 sta diventando Basilea 3 e allarma tutti perché inevitabilmente si restringeranno i parametri con cui si concederanno i finanziamenti".
Il 2010 nei disegni di NetConsulting  sarà l'anno di ulteriore consolidamento sul mercato. Alcune  società, mancando di liquidità confluiranno in realtà più grandi, e quindi si formeranno ulteriori fusioni e conglomerazioni.  Il mercato assumerà connotati diversi.
Quali le principali priorità a livello IT?
Emerge un grande problema che è anche una grande opportunità, commenta Di Ruscio: le aziende devono sopravvivere, essere competitive in un'arena che è cambiata profondamente.  Oggi si ragiona con strutture ICT  complesse, eterogee, ingessate. Negli anni è mancato un disegno strutturato e organico nella costruzione dei sistemi informativi; si sono aggiunti componenti, assommando e aggrovigliando diverse tecnologie. In un momento come questo di grande frugalità e di forte contrazione è necessario razionalizzare la macchina ICT in maniera tale che sia coerente ed efficace con un modello di azienda che muta  processi e strategie molto rapidamente. Occorre quindi rendere organica e razionale la parte infrastrutturale della macchina e comporre uno strato applicativo coerente con la parte sottostante e soprastante, creando una struttura fluida coi processi".
Nel passaggio dal 2009 al 2010 NetConsulting segnala intensità elevate su alcune aree specifiche.
In questi mesi, si osservano progetti che non si riducono solo al consolidamento e alla virtualizzazione prima maniera ma traguardano un disegno di IT che possa consentire di produrre capacità elaborative molto più agile rispetto al passato. E' il modello di cloud computing che comincia a permeare l'IT, che poggia sulla volontà di costruire una macchina infrastrutturale fruibile al bisogno e con la dotazione elaborativa più corretta in quel momento. Tutto ciò porta l'attenzione anche su temi quali governance e compliance, che cominciano a perimetrare in maniera molto ampia tutti i sistemi informativi Ict.
E le intensità evidenti riguardano anche alcuni contesti applicativi. Uno per tutti: la business intelligence, per la ragione che è necessario creare valore dalla mole di dati presenti in azienda. Un bisogno di Bi ma anche di Business Analitycs, elementi per capire in maniera reattiva e proattiva l'andamento dell'azienda. E da qui la filiera correlato alla BI, come il CRM, che è più evoluto rispetto al passato ed è di tipo comportamentale, analizza le abitudini e i comportamenti dei singoli consumatori.
Spaziando tra i vari temi, uno di particolare importanza ed estensione è quello della sicurezza, afferente sia alla componente logica che a quella fisica, che guarda la parte esterna ma anche quella interna dell'impresa.
In conclusione: l'Ict italiana non è un mercato piatto o semplicemente in decrescita. Nell'ambito del perdurare del segno negativo sia nei consuntivi sia nelle previsioni, si notano indizi positivi in ordine alle dinamiche legate alle nuove tecnologie capaci di permettere alle aziende di razionalizzare ulteriormente gli investimenti in IT, traendone valore anche ai fini delle strategie di business e di mercato.  

[tit:La parola alle aziende]
Lo scenario tracciato da NetConsulting ha fatto punto di partenza per la discussione tra le aziende, che hanno appl-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-12.jpgrofondito alcuni temi emersi e spiegato come affrontare le sfide poste dal mercato.
Nell'agenda dei Cio 2010 la Business Intelligence è tra le principali proprietà
. Lo sa bene Axiante che su questo argomento ha focalizzato le proprie capacità consulenziali. E' un trend emergente, in un momento di forte attenzione ai costi, e di necessità di dati che si trasformano in informazioni per predirre o comunque disegnare il futuro.
"Oggi la Business Intelligence è di grande attualità. Si colloca bene in un contesto in cui il trattamento di dati e informazioni risulta estrememante critico – afferma Romeo Scaccabarozzi, presidente di Axiante, società di consulenza che realizza progetti informatici proprio ambito BI. In un momento di crisi economica globale, le aziende spendono in modo diverso rispetto al passato; sono più attente, pretendono risultati concreti e cercano di legare i costi ai risultati di un progetto".  Secondo Scacabarozzi le aziende devono modificare l'approccio al mercato, studiare  i comportamenti di acquisto e i problemi del cliente, utilizzando applicazioni di customer experience e customer intelligence per recuperare competitività e aumentare le performance aziendali". "Senza dimenticare, sottolinea Scl-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-2.jpgacabarozzi, che i fornitori di tecnologia ma anche i consulenti del settore hanno la responsabilità di far capire l'innovazione".
Già  l'innovazione, un tema citato dai più della tavola rotonda, come elemento che può veramente fare la differenza, liberare l'aziende dall'empasse attuale e proiettarle verso il futuro. Un'innovazione però che stenta a farsi spazio nelle aziende.
"E' un problema di cultura, dichiara Dario Pardi, Vice President South & Benelux di Hitachi Data Systems. Le aziende italiane non fanno innovazione, e non investono in formazione". Pardi, ha ribadito come la strada per avere per avere successo anche in questo scenario è quell-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-9.jpgla di ascoltare i clienti.
"Zycko, è un distributore IT, anello di congiunzione tra fornitore e il mercato – sostiene Piera Locke, country manager di Zycko Italy.
Tutti vorremmo portare l'innovazione sul mercato. Il problema è farne percepire il valore. I responsabili IT delle aziende clienti lo percepiscono, ma non fa altrettanto il top management, che poi è il soggetto che decide dove convogliare gli investimenti. E anche gli utenti hanno paura di rischiare e quindi spesso, pur ricononoscendo la valenza di una l-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-1.jpgtecnologia piuttosto che un'altra che hanno già in casa, non si prendono il rischio di cambiare".  
Sulla stessa lunghezza d'onda Albert Zammer Regional Sales Manager di Riverbed Technology Italia, Grecia e Malta, che afferma: "Oggi mancano tre principali fattori: l'innovazione, la semplificazione dei processi e il coraggio di affrontare nuove scelte".
"A fianco dell'innovazione tecnologica, "un altro punto fermo, per consolidare i successi acquisiti e continuare a crescere, aggiunge Zammer, è non smettere mai di investire nel canale di vendita, ampliando il numero dei partner ma puntando solo su operatori in grado di fornire reale valore aggiunto ai clienti".l-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-5.jpg
Giuseppe Belardinelli, Amministratore Delegato di Mauden, system integrator, considerando l'evoluzione del mercato, nota alcuni fenomeni che costituiscono una minaccia, ma anche un'opportunità: "Il mantenimento dei livelli qualitativi e delle competenze interne è costoso, ma crediamo sia un elemento realmente discriminante, afferma. Da considerare con attenzione la trasformazione della domanda, che non è più semplice richiesta di prodotti ma riguarda in misura sempre maggiore l'erogazione di servizi, con i nuovi paradigmi del SaaS o cloud computing". Come innescare meccanismi virtuosi? "Mentre in grandi aziende è possibile parlare di innovazione tecnologica, le aziende medie devono ancora fare un importante salto: di conoscenze, skill-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-4.jpgl, di industry, prosegue Belardinelli. E per aiutarle noi operaratori dobbiamo aggregarci, collaborare per stimolarle a muoversi in questa direzione".
E l'enfasi sull'innovazione viene data anche da Panda Security. "La sicurezza è il nostro mercato di riferimento, dichiara Domenico Fusco, Direttl-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-3.jpgore Vendite di Panda Software Italia, un settore di sostituzione. Il vero valore è fornito dal servizio. Lo shift fondamentale per Panda Security è stato quello che l'ha vista passare dalla fornitura di prodotti a quella di servizi a valore".
"Il Cloud Computing è l'elemento che ha permesso alla nostra azienda di stare sul mercato nel corso del 2009, spiega Alessandro Peruzzo, Amministratore Unico di Panda Software Italia. E' un paradigma che funziona molto bene e che proponiamo alle aziende di taglio medio e piccolo".
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"Oggi non è facile portare e trasferire innovazione e i reseller sono in difficoltà, commenta Federico Marini, Amministratore delegato di Computerlinks Italia e Austria. Il mercato in cui opera Computerlinks, quello della distribuzione di prodotti in prevalenza di sicurezza performa bene. Noi siamo cresciuti nel primo trimestre del 25%. Il vero problema è relativo alla compressione del margine. Noi siamo valutati su parametri quali Ebil-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-7.jpgtda e su cash flow, il fatturato non ha importanza. E in Italia migliorare questi parametri non è per niente facile".
"Per comunicare il valore, il senso dell'utilità della tecnologia cerchiamo di capire di cosa hanno effettivamente bisogno clienti
, e di integrare il processo aziendale con la scelta tecnologica, spiega  Michele Gasparoli,  Responsabile Marketing di Computerlinks Italia. Va ricreata la cultura dell'azienda e i vendor o i distributori devono assumere un ruolo sempre più consulenziale." 







[tit:Il valore della tecnologia]
l-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-6.jpg"Come fornitori di infrastruttura di neteworking e sicurezza Enterasys è un'azienda molto tecnologica, che vende una tecnolgia che abilita il business – dice Matteo Baroni, Territory Manager North Italy di Enterasys Networks, ma questa valenza non è riconosciuta dal top management delle aziende clienti. Il nostro interlocutore rimane la figura IT che ha una visione IT centrica ed è allinato con noi. Lo sforzo che Enterasys ha fatto è stato quello di migliorare la propria cultura interna per approcciarel-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-11.jpg altri soggetti coinvolti nell'acquisto, in modo da trasferire meglio il valore innovativo insito nelle tecnologie".
Non si discosta di molto la posizione di un altro fornitore di tecnologia di networking quale Lantech Solutions, che parla attraverso Nicola Barbiero, Direttore Commerciale e Marketing: "La tecnologia è spesso vista come fine a sé stessa. E siamo un periodo in cui spesso c'è confusione sul ruolo degli interlocutori.  In un mercato così antagonista e complicato però l'innovazione tecnologica può fare la differenza se viene concepita come fattore di fiducia, elemento di trust e se si definiscono e rispettano i ruoli con chiarezza".
l-ict-lavora-sul-presente-per-costruire-il-futuro-8.jpgIl 2009 è stato il primo anno nel quale Brocade ha operato con il nuovo assetto, comprendente anche le forze di Foundry Networks, acquisita nel 2008. E aggiungere il mondo del networking IP all'offerta, tradizionalmente basata sulllo storage e sulle SAN, ha costretto la società a confrontarsi con fenomeni nuovi, come il ciclo di vendite più lungo oppure le diverse modalità di go-to-market.  La scelta di Brocade è stata quindi quella di premere l'acceleratore sulle vendite dirette e contemporaneamente sulle azioni per far crescere la domanda. "Sostanzialmente, abbiamo operato un incremento nelle risorse commerciali focalizzate sugli utenti finali, con l'inserimento di nuovi talenti interni all'organizzazione di vendita, e il varo di nuovi programmi di lead generation", ha concluso Paolo Lossa, Regional Sales Manager di Brocade.
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