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Acrobat 9, lo strumento per i 'knowledge worker' anche in formato SaaS

Più di un anno fa il lancio della versione 9 di Acrobat, con la quale Adobe ha esteso il raggio di azione del prodotto a una nuova tipologia di utenti. Oggi è pronta la versione .com, che segna l’entrata della società nel mercato del Software as a Service. Ce ne parla Andrea Valle, Senior Business Development Manager, Adobe Systems.

Tecnologie
Acrobat 9: un anno e oltre di esposizione; un tempo sufficiente per capire come il prodotto si sta posizionando sul mercato. Un periodo in cui sono avvenuti importanti cambiamenti in ambito normativo; ne sono un esempio l’introduzione di nuove regole per la firma digitale e il piano E-gov 2012 per la dematerializzazione, a cui Acrobat si è allineato per garantire alle aziende l'adeguamento e la compliance.
Di recente Adobe ha annunciato l’uscita dalla versione beta di Acrobat.com, che porta Adobe nel mercato del Software as a Service e delle tecnologie cloud.
ImpresaCity parla di questi argomenti con Andrea Valle, Senior Business Development Manager, Adobe Systems.  

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Acrobat 9: a più di un anni di distanza dal lancio della versione 9, quale il bilancio e, soprattutto, cosa ha introdotto di nuovo questa versione?
E’ una versione che ha segnato l’uscita del prodotto dagli schemi di target tradizionali in cui era inserito. La definizione del “coltellino svizzero” del documento elettronico ancora oggi gli calza a pennello, ma la direzione presa da Adobe con Acrobat versione 9 è un’altra. E’ un prodotto che vuole scrollarsi l’etichetta del tool raffinato - quale comunque è - per la gestione del documento elettronico puntando a diventare un tool di utilizzo quotidiano. L’obiettivo è quello di andare verso il soddisfacimento di casi d’uso e applicazioni in diversi settori merceologici e in diversi ruoli professionali. Nella versione 9 infatti sono già presenti funzionalità che l’utente non deve scoprire tra centinaia, ma che gli vengono presentate come microsoluzioni, modi di risolvere problematiche specifiche passo per passo. Una logica in cui si catalizzano ambiti professionali e ruoli all’interno delle aziende. Per capirsi, è un Acrobat che diventa lo strumento ideale per  i ‘knwoldge worker’ per le attività attinenti la gestione del ciclo di vita dell’informazione nelle sue fasi principali: creazione, collaborazione, attività di gruppo, distribuzione,  pubblicazione su differenti canali, archiviazione. 

Un target di riferimento quindi più esteso?
Sicuramente sì. A più di un anno di distanza dal suo lancio, se si scatta oggi una fotografia di coloro che hanno acquistato la nuova versione, si ritrovano tutti i settori merceologici,  anche quelli che avevano optato per altre soluzioni, come, per esempio l’ambito finanziario, l’assicurativo o settori di nicchia dotati di specifici software. Mi riferisco per esempio agli gli studi professionali (commercialisti, notai, avvocati, ...), realtà che hanno scelto Acrobat 9 non solo per adempiere a disposizioni normative relative ai documenti elettronici ma proprio per ottimizzare le attività quotidiane relative alla gestione dei dati e documenti. E proprio su questi ambiti, che vanno al di là dei tradizionali settori di riferimento di Acrobat (Media e Pubblica Amministrazione), Adobe sta costruendo delle storie di successo che testimoniano l’ampio spettro di applicabilità del nuovo Acrobat.  


[tit:Acrobat vestito di nuovo]

Un processo difficile quello di accettazione del prodotto  in una nuova veste?
In alcune situazioni il mercato tende a confondere Acrobat con un semplice tool per la creazione di Pdf e lo paragona a strumenti di basso costo che in realtà svolgono solo quell’attività. A favorire una maggior diffusione e accettazione di Acrobat “vestito di nuovo” ha dato un contribuito la normativa; si pensi al requisito normativo che richiede di operare con i formati standard ma soprattutto si consideri che le ultime versioni del formato Pdf sono diventati formato Iso, cosa non disponibile in altri pacchetti software. Spesso, quindi, l’approccio è quello di selezionare Acrobat per soddisfare i requisiti normativi con affidabilità, scoprendo, nel contempo, che lo strumento ha insite in sè capacità che lo fanno andare ben oltre la creazione di Pdf.  Per esempio, offre funzionalità per ottimizzare il lavoro nell’ambito della collaboratività sia a livello aziendale sia tra utenti individuali.
Per fare un esempio, in aziende che lavorano in un contesto distribuito territorialmente significa avere a disposizione uno strumento che consente di lavorare sulla stessa pagina collegandosi ai servizi messi a disposizione di Acrobat.com. Sono funzionalità che consentono di migliorare di molto l’operatività. La normativa, quindi rappresenta uno stimolo ma anche la possibilità per Adobe di valorizzare aspetti di tipo qualitativo/funzionale che altrimenti vengono lasciati erroneamente in secondo piano.
Anche il tema della dematerializzazione, che è ormai un concetto di ampia diffusione, sta favorendo il processo di adozione di Acrobat 9. 
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L’adempimento alle normative. Come è recepito e quanto ha facilitato il processo evolutivo di Acrobat?
Le cose stanno cambiando molto. In Italia entrare nella specificità del documento informatico molto più di quanto non abbiano fatto le norme precedenti è una tendenza in atto nell’ambito della Pubblica Amminisitrazione. Il fatto di ricorrere a formati standard che soddisfano specifiche caratteristiche, la possibilità di essere conservati nel lungo termine sono cambiamenti significativi. Nel passato la normativa sulla conservazione sostitutiva non imponeva formati particolari, venivano utilizzati formati che erano più degli standard di fatto che degli standard formali. Oggi le cose sono cambiate. Per esempio, il Registro delle Imprese, gestito dalla Camera di Commercio, impone l’uso del formato Pdf/A, che è una profilazione del formato Pdf per la conservazione a lungo termine, per tutti gli scambi documentali tra le aziende e le Camere di Commercio, che spesso sono mediate dal ruolo dei professionisti. In questo caso la scelta dello standard ricade sulla scelta degli strumenti che devono seguire gli standard in modo assolutamente preciso e affidabile, altrimenti i documenti vengono scartati in fase di invio da parte di chi li deve ricevere.
Oggi vi è una consapevolezza maggiore del cambiamento in atto, che non è sufficiente a generare il cambiamento in modo radicale; la combinazione però con alcuni adempimenti normativi che impongono acluni obblighi genera il superamento di quell’inerzia che probabilmente tenderebbe a prevalere senza uno stimolo ulteriore. Adobe nota che si è verificata un’accelerazione di storie interessanti, applicazioni virtuose che in passato maturavano più lentamente. Esistono un mix di particolari che contribuiscono al risulto positivo: generare il circolo virtuoso  per incoraggiare i gestori del workflow a compiere dei passi avanti. 

[tit:La firma Digitale]

E  la firma Digitale come ha inciso sull’affermazione di Acrobat?
La firma digitale ricopre un ruolo sempre più importante in quella che è la rivoluzione digitale nel pubblico, e  non solo. La normativa in quest’ambito è stata aggiornata con un decreto (pubblicato in Gazzetta a giugno), che di fatto introduce poche ma significative variazioni rispetto a un impianto normativo già ben consolidato che negli anni Acrobat ha saputo seguire e interpretare nelle sue evoluzioni. L’evoluzione più significativa riguarda non solo la normativa italiana ma quella in ambito europeo: il Pdf è stato riconosciuto come formato per la firma digitale a livello dell’Unione Europea. Un fatto che permette di allargare ulteriormente gli orizzonti al di là dell’Italia per coprire alcuni adempimenti all’estero.
La firma digitale è un tema trasversale che tocca diversi processi, è relativa ad adempimenti del Registro delle Imprese ed entra all’interno dei processi delle aziende. Laddove ci sono processi di tipo approvativo o di validità formale da dare ai documenti diviene lo strumento da utilizzare e, in questo contesto, Acrobat 9 rappresenta uno strumento in grado di portare funzionalità di questo tipo a utenti ancora poco avvezzi alle tecnologie informatiche.
Su questo tema  Adobe ha siglato alcuni accordi. Per esempio con il gruppo Poste Italiane ha realizzato il prodotto PosteKey, che utilizza Acrobat 9 come applicazione per la gestione della firma digitale. Fino ad oggi la firma digitale è stata utilizzata come il sigillo elettronico, con Acrobat 9 è diventata veramente un elemento nel processo di sviluppo, elaborazione e distribuzione dei documenti; un qualcosa che non è più solo la busta sicura per trasportare i documenti ma è un attributo del documento stesso e quindi in grado di entrare all’interno dei processi. 

La PA quindi come settore di riferimento per questo prodotto di Adobe?
La PA un ambito di elezione per Acrobat, lo è per tradizione e oggi ancora di più in alcuni settori quali la Giustizia e la Sanità. Sia le sue specificità che l’impulso dato dal piano di E-governement hanno contribuito a stimolato lo sviluppo di soluzioni in cui la dematerializzazione non fosse concepita solo come processo di eliminazione della carta attraverso la scansione di un documento, un processo limitato atto a sostituire gli archivi digitali con quelli cartacei, ma proprio un concetto di ‘smateriliazzazione’ dove al documento cartaceo viene sostituito il documento elettronico dalla sua origine. In quest'ambito Adobe ha sviluppato diverse storie di successo, come per esempio quella del Tribunale di Cremona, in cui Acrobat gioca un ruolo fondamentale nella formazione del fascicolo penale. Utilizzi che si spingono agli ambiti collaborativi, alla gestione delle sentenze e alla loro archiviazione. Da non dimenticare la modulistica elettronica, un’altra delle applicazioni killer che favorisce la diffusione di Acrobat, che trova applicazione senza stravolgere il modo di lavorare sia all’interno della Pa sia anche nei rapporti tra il cittadino e la Pa. 

[tit:In direzione Saas]

Di recente Adobe ha lanciato la versione .com di Acrobat, che sancisce di fatto l’entrata della società nell’ambito del Software as a Service. Cosa significa per l’azienda?
La strategia è stata di partire un po’ dal basso. Adobe, infatti, non ha cavalcato da subito l’onda; in modo molto pragmatico ha aggiunto uno strato di servizi on line, Acrobat.com, che contribuisce a dare ad Acrobat 9 quella spinta accelerativa per risolvere problematiche legate alla necessità di fare collaborare le persone.
Quando soluzioni di questo tipo sono ben archiettate rispetto al modo tradizionale di lavorare l’aspetto tecnologico in sè passa quasi in secondo piano. Si genera di fatto un mix che fa sì che, per esempio, se si ha la necessità di approntare un flusso di lavoro di modulistica e il servizio di SaaS di Acrobat.com fornisce il sostituto di una complessa infrastruttura da implementare internamente, ne risulta una soluzione facile da usare, che non costa dal punto di vista di esercizio (Acrobat.com è gratuito) e soddisfa. E’ così, secondo noi, che si può cogliere l’importanza del SaaS, senza partire dal concetto astratto del cloud computing,  avendo difficoltà nel tradurlo nel business di ogni giorno per migliorare il lavoro degli utenti.
Con  il lancio di Acrobat 9,  Acrobat.com ha avuto una fase di test sia funzionale che operativo e prima dell’estate è entrato nella fase di produzione. Ha raccolto la risposta positiva da parte dei clienti e segna a tutti gli effetti l’entrata convinta e ufficiale di Adobe in questo mercato. Sarà in quella direzione che si svilupperanno nuovi servizi e nuove funzionalità per le versioni future. Quella del Saas è sicuramente una strada imboccata in modo preciso dall’azienda. 

Il Saas quali  tipologie di aziende avvicina di più a un modello di fruizione dell’IT quale è il cloud computing?
Grandi e piccole. In realtà il target di Acrobat, soprattutto con la versione 9, è estremamente eterogeneo: guarda a un’utenza ultraindividuale – il professionista che è proprio un “one man band” fino alla postazione di di lavoro all’interno della grandissima azienda con decine di migliaia di Pc. A entrambi dà un messaggio appropriato, in quanto da un lato il Saas fornisce al libero professionista strumenti completi non realizzabili senza un’infrastruttura di appoggio come si può avere all’interno delle aziende, abilitando all’utilizzo di servizi come la modulistica, la collaborazione, il web conferencing, ...gestiti da Acrobat 9 con la piattaforma Acrobat.com.
Nel caso delle aziende di medie o grandi dimensioni rappresenta un complemento all’infrastruttura IT esistente con servizi specifici, funzionalità del prodotto, facilmente integrabili all’interno di reti senza stravolgere le infrstrutture esistenti  o senza richiedere requisiti costosi. 
E’ quindi ancora una volta una soluzione versatile, aperta a diversi scenari aziendali. 

Adobe ha una storia di innovazione. L’innovazione di Acrobat a che scenari tende?
In generale gli sviluppi su cui sta lavorando Adobe ricalcano un po’ la strada intrapresa con Acrobat 9:  fornire strumenti sempre più plasmati sul modo di lavorare delle persone per estendersi  verso settori più professionali.
Già con la versione 9 Adobe oltre alle versioni Standard ed Extended ha presentato una versione Pro-Extended, che si rivolge a settori professionali molto particolari, quali l’ingeneristico, l’archittettonico, il manufacturing avanzato, in cui si trovano funzionalità che non sono quelle rivolte al  ‘knowlge worker’ inteso come l’utente del classico ufficio. Non si pensa più solo nella logica della multimedialità ma ci si spinge nell’ambito di settori in cui la comunicazione è importante e avviene  con contribuiti che che vengono, per esempio, da ambiti quali il 3D. 
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