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CA, le aziende italiane usano al meglio i mainframe

Le aziende italiane sono più virtuose nell’utilizzo del mainframe. Lo rivela la ricerca indipendente commissionata da CA a Vanson Bourne. L’'Italia, inoltre, è il Paese con la maggiore concentrazione di dati critici aziendali su mainframe, il 62% contro una media del 55%. Il mainframe riprende smalto rispetto ad altre piattaforme, ma lo studio mostra una crescente preoccupazione nel sostenere i costi associati ad esso.

Tecnologie
I clienti italiani utilizzano la capacità elaborativa del mainframe in modo più intensivo rispetto alla media europea. E’ ciò che emerge da una ricerca europea commissionata da CA a Vanson Bourne (condotta tra aprile e luglio 2009 su un campione di 180 persone con profili di It director e senior It Manager in aziende di Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Benelux e Scandinavia), volta a conoscere lo stato dell'installato mainframe e gli orientamenti dei clienti in merito all’evoluzione della piattaforma.
Le organizzazioni italine, quindi “sfruttano” meglio la capacità elaborativa rispetto a quanto avviene nel resto d'Europa: i picchi di utilizzo del mainframe risultano infatti essere di un ordine di grandezza superiore del 50% rispetto alla media europea.
Dalla ricerca emerge che il mainframe esercita ancora un ruolo di primaria importanza per quanto riguarda il supporto ad attività legate al core business delle organizzazioni, nonostante i cambiamenti determinati da una sempre più accentuata presenza dell’ambiente distribuito e dalla necessità di riduzione dei costi.
Dalla fotografia scatta si vede che nel contesto europeo l'originalità italiana è rappresentata soprattutto dalla presenza di sistemi mainframe in quella che a livello europeo è comunemente definita media azienda. L'Italia, rivela la ricerca, ha una forte concentrazione di grandi sistemi (47%) nell'ambito di aziende con un fatturato compreso tra 100 e 500 milioni di euro, un risultato in forte contrasto con la media europea dove  la percentuale scende al 27%. A significare che la tipica azienda mainframe italiana corrisponde alla media azienda europea. 

[tit:La centralità del mainframe] 
Il ruolo del mainframe appare inconstrastato laddove utilizzato come repository dei dati critici aziendali. In questa accezione l'Italia si rivela essere il Paese con la maggiore concentrazione di dati critici aziendali su mainframe, il 62% contro una media del 55%. Solo la Germania ha comportamenti simili all’Italia, con una percentuale pari 60% mentre differenze sostanziali si ravvisano nel Regno Unito dove la percentuale scende al 44%.
L’innovazione però stenta a farsi largo. L'utenza italiana, infatti, fa trasparire una più contenuta innovazione dell'ambiente mainframe, in  particolare riguardo a una integrazione con l'ambiente distribuito. La piattaforma mainframe rimane vitale, ma gli investimenti e l’evoluzione che la riguardano si effettuano con lentezza. Solo il 10% delle aziende italiane considera di avere in esercizio e operativa una piena integrazione con l'ambiente open, dato in forte contrasto con il 24% della media europea. Nonostante ciò solo un 10% ritiene che il mainframe possa essere dismesso nei prossimi anni. 

[tit:Puntare all’efficienza con budget ridotti]
Come risulta dalla ricerca la maggior parte degli intervistati (80%) è concorde nell’affermare che le architetture IT che si sono venute a creare nel tempo lascino pochi spazi di manovra per una trasformazione e radicale cambiamento del sistema informativo: le applicazioni critiche, dicono gli utenti, continuano a risiedere su mainframe per ragioni pratiche e operative. Tuttavia pur riconoscendo la centralità e l’insostituibilità del mainframe in alcuni processi ritenuti critici si riscontrano preoccupazioni per il costo eccessivo associato alla piattaforma. L’obiettivo è riuscire a gestire in modo ottimale e con investimenti più contenuti l'asset del mainframe.
CA cerca di soddisfare tale rihiesta dei manger IT  con l’iniziativa Mainframe 2.0 volta a semplificare e ridurre i costi dell’ambiente z/Os indipendentemente dai limiti imposti dal budget.  

[tit:CA gioca la carta Mainframe 2.0] 
Dalla ricerca emerge quindi una stringente necessità di preservare il patrimonio applicativo legacy e, nello stesso tempo, una necessità di riduzione dei costi. Se da una parte i dipartimenti IT devono mantenere in esercizio il mainframe dall’altra le aziende non hanno un forte commitment nel procedere a investimenti che consolidino e ottimizzino le risorse. Secondo il 45% degli utenti italiani le aziende spendono troppo poco per garantire una evoluzione ottimale del mainframe e uno dei rischi che intravedono è una progressiva scarsità di risorse e know-how che possano garantire la continuità operativa dei grandi sistemi. Quello dello skill-shortage è un problema riconosciuto dal 60% del campione oggetto dell'indagine e addirittura dall'83% degli utenti del Regno Unito. Occorre tenere presente anche la necessità delle aziende di andare a incidere sul 25% del costo delle spese di personale che grava sul budget mainframe.
Secondo CA occorre passare da una impostazione “old fashion” a una impostazione più simile a quella adottata in ambiente open. Obiettivo su cui poggia la nuova strategia software Mainframe 2.0 di CA.
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