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Assinform: Ict italiana indietro tutta

A picco la domanda It in tutti i settori. Nel corso del 2008: It in Europa + 3,8%; It in Italia + 0,8%; Tlc (EU) + 2,8%, Tlc (IT) - 0,2%. E nel 2009 sarà ancora peggio: in Italia la spesa It sfiorerà il record negativo di –5,9%. Tagliano Tlc (-11%), banche (-9%), trasporti, industria (-4,9%). Lo dice il 40esimo Rapporto Assinform. Il presidente Lucarelli dichiara: “Per uscire dalla crisi l’Italia deve sostenere l’innovazione digitale, favorire l’approccio a nuovi mercati e sviluppare la concor

Tecnologie
Tempi duri per le principali economie mondiali, Italia compresa.
Il 2008 è stato un anno di forte discontinuità per tutti i Paesi  che, a partire dalla seconda metà dell’anno, sono entrate in una fase di ‘sincronia recessiva’. E la crisi ha impattato e sta influenzando negativamente anche il comparto dell’Information & Communication Technology in tutti i maggiori paesi, compresi quelli emergenti, come Cina e India che negli ultimi anni hanno fatto da traino alla crescita del settore.
In questo momento storico, inoltre, le curve di crescita dei due mercati costituenti l’Ict, It e Tlc, si sono allineate alle  curve di crescita dell’economia, non giocando più il ruolo anticiclico avuto nelle epoche precedenti, quando crescevano in modo indipendente dall’andamento dell’economia.
Nel corso del 2008, a fronte di un calo del Pil mondiale dell’1,5% si è registrato un corrispettivo calo dell’IT dal 5,9% al 4,8% e delle Tlc dal 4,9% al 3,4% anche se si è mantenuto il segno positivo.
In questo quadro l’Italia ha amplificato tutti i fenomeni. Il Pil del Belpaese è decresciuto rispetto a tutti i maggiori paesi (è stato l’unico a riportare il segno meno nel 2008), e così l’It,  che ha segnato una crescita  del +0,8% e le Tlc, che per la prima volta nella storia italiana, hanno riportato un segno negativo (-0,2%). Nel 2008 il mercato aggregato dell'Ict ha raggiunto i 64.463 milioni di Euro (+0,1%).
E’ questo il quadro che emerge dalla 40esima edizione del Rapporto Assinform 2009 presentato la scorsa settimana a Torino nell’ambito del Tosm
(Salone professionale dell'ICT). 

[tit:L’It italiana sempre un passo indietro]
In Italia il segmento dell’Informatica  ha subìto un rallentamento molto più forte rispetto a quello dell’IT degli altri Paesi: a fronte di una media europea del 3,8%, l’It italiana è cresciuta solo dello 0,8%. “E’ un divario molto forte rispetto agli altri paesi, ha sottolineato Giancarlo Capitani, amministratore delegato di Netconsulting, nel presentare i dati del Rapporto Assinform, che non consente al Paese di recuperare i forti ritardi di pentrazione che ha accumulato soprattutto negli ultimi cinque anni”.

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A livello di soggetti d’impresa hanno ridotto in modo consistente i loro buget IT le piccole e medie imprese e le  grandi aziende, mentre hanno tenuto le medie, distinguendosi come il soggetto più capace di innovare in questo momento.
Anche l’andamento della PA (nelle sue due componenti Pal, che spende di più e Pac, che invece riduce gli investimenti) è stato poco soddisfacente; il dato più negativo ha però riguardato il calo della spesa It nelle famiglie, che è passato da un +10,5 % del 2007 a un  +4,4% 2008; anche le famiglie fanno i conti con una minore disponibilità di risorse finanziarie.
In Italia la spesa in It è ancora troppo concentrata sulla fascia alta delle imprese italiane (le 3000 imprese che hanno un organico al di sopra dei 250 dipendenti cubano per circa il 57% della spesa totale), tale per cui la concentrazione della spesa ha creato una maggiore intensità competitiva tra operatori del mercato, determinando una riduzione più forte delle tariffe professionali rispetto ad altri paesi.
Sono le medie imprese, pur in una situazione di rallentamento e difficoltà, che hanno realizzato il maggior incremento della spesa  +1,2% (contro il + 0,7% delle grandi e il  -0,7% delle Pmi). 

[tit:L’hardware giù in picchiata]
A livello di novità va segnalato il forte rallentamento del hardware, dovuto in particolar modo all’allungamento dei cicli di sostituzione delle tecnologie; è un fenomeno che sta proseguendo nel 2009, dererminando una forte penalizzazione di questo comparto, tanto che per il 2009 molte società di analisi di mercato stimano un decremento del hardware del 15% a livello mondiale. Tuttavia, sono stati venduti quasi 6 milioni di Pc nel 2008 di cui circa 800 mila netbook. “I fenomeni di downpricing che affligono questo mercato e il successo dei netbook, ha spiegato Giancarlo Capitani,  hanno accentuato la forbice tra crescita a valore e quella a volumi. Si registrano infatti alti tassi di crescita dei volumi, ma bassi tassi di crescita dei valori”.
Sotto il segno della continuità deve essere vista la crescita molto insoddisfacente dei servizi, dovuta sia all’avvio di un numero inferiore di nuovi progetti e di progetti innovativi sia per il perdurare del fenomeno del downpricing delle tariffe professionali. 

[tit:La prima volta delle Tlc]
Per la prima volta nella storia italiana dell’Ict le telecomunicazioni hanno riportato il segno meno nella crescita (-0,2%). E’ una decrescita però di tipo strutturale, lagata al momento di  transizione che il settore sta attraversando da una prevalenza di servizi di connettività a una prevalenza di servizi a valore.
Nel corso del 2008 è cresciuta la componente di telefonia mobile, anche se con ritmi di crescita lontani da quelli che hanno caraterizzato il passato (+ 1,3%), rimando la componente più rilevante (dopo il passaggio tra il 2004-2005). E’ decresciuta la telefonia fissa (1,9%).
Nel segmento Tlc i segnali positivi arrivano dalla costante crescita degli accessi a banda larga (a due cifre ( +12,3%), che trainano i servizi forniti su rete fissa, ma anche i servizi su larga banda mobile, la cui offerta crescerà molto. Sono stati superati gli 11 milioni di accessi a banda larga, con una velocità che però non riesce a compensare il ritardo rispetto all’Europa, dove il livello di pentrazione della banda larga è più elevato.
La telefonia mobile, pur rimanendo sempre una componente dinamica all’interno delle Tlc,  inizia ad avere ritmi tipici di un mercato in saturazione: a fine dicembre 2008 si sono registrate 92 milioni di linee attive, con crescita rallentata (di -9 punti percentuali rispetto al 2007). La saturazione risulta ancora più evidente se si guarda al numero di utenti di telefonia mobile che ha raggiunto i  46 milioni. Ciò sta a significare che esistono almeno due linee attive per utente e per questo è un ambito del mercato Tlc che andrà alimentato con un consumo di servizi a valore piuttosto che una estensione di numero di linee nuove. 

[tit:Un 2009 a tinte fosche]
Di fronte a uno scenario di questo tipo le previsioni appaiono molto negative per tutti i paesi
; proseguirà la fase di recessione sincronica delle economie; riporteranno andamenti molto negativi  Paesi quali il Giappone e la Germania (quest’ultimo è una nota molto negativa perché si tratta di un paese che fa da traino per gli altri in Europa).
Un fatto da non trascurare assolutamente sul quale occorre porre attenzione è considerare oltre alla crescita delle economie quella degli investimenti, che è molto peggiore di quella dell’economia, quantomeno per il nostro Paese.
Ma da dove arriverà la ripresa? Non dagli investimenti né dai consumi; sarà più rapida e vigorosa nei Paesi che avranno messo in campo le politiche anticrisi migliori, corredate da risorse finanziarie adeguate. Significa quindi che se il settore privato non saprà esprimere una domanda così forte da riavviare un ciclo di ripresa bisognerà affidarsi alle politiche del Governo. Guardando alle risorse messe in campo dai vari Governi (incentivi, ammortizzatori sociali) al netto dei programmi preesistenti ne esce un quadro in cui l’Italia mette in campo risorse pari allo 0,3% del Pil contro quasi il 6% degli Stati Uniti e il 4% della Spagna. Un risultato che non fa certo bene sperare.
Niente di positivo di riflesso neanche per l’Ict, le cui previsioni indicano un decremento  dell’1,9% per il 2009 con andamenti molto diversi per i due comparti: per l’It si prevede un decremento del  5,9%, per le Tlc una crescita dello + 0,7%.
Se si osserva il mercato l’It risente molto dell’andamento dell’economia perché a differenza del mercato delle Tlc, fatto da utenti individuali e famiglie, è  per il 95% generato da imprese, il cui andamento degli investimenti influisce sull’andamento dell’IT.
Nel 2009 si registrerà un ulteriore decremento del hardware di quasi il -6%; perdurerà il segno fortemente negativo dei servizi e anche il software riporterà un andamento poco entusiasmenate passando da un segno positivo del 2008 su 2007 a un segno negativo.
Per le Tlc si assisterà a un ulteriore calo dei ricavi da rete fissa con però lieve ripresa dei servizi mobili (per servizi veicolati da banda larga mobile). Per la componente apparati ci si aspetta una lieve crescita (+0,3%) per l’avvio di progetti infrastrutturali legati alla maggior chiarezza sulla rete di nuova generazione.

[tit:Preoccupazioni e qualche speranza]
“Una contrazione della spesa così forte, ha sottolineato Ennio Lucarelli, presidente di Assinform, renderà difficile l’avvio di diversi programmi, in primis quello di Industria 2015, sia nazionale che nelle sue declinazioni regionali e locali". “E’ un progetto ambizioso, ha proseguito, ma oggi è finanziato solo in minima parte. È lì che si giocherà la grande sfida: quella di sviluppare alcuni progetti strategici, partecipando allo sforzo finanziario con capitale privato e pubblico”.
“Le imprese dovranno mettere le mani in tasca e investire, ha continuato. Affinché le aziende contribuiscano a tali sviluppo occorrerà però che si attenui il problema dei pagamanti in ritardo. I pagamenti devono essere a 30-60 giorni, a distanza certa dalla fornitura del servizio”.
Al Governo Lucarelli ha chiesto una decisa svolta sull’innovazione con urgenti contromisure: detassazione degli utili delle imprese investiti in innovazione digitale; incentivi all’innovazione inseriti in ogni iniziativa del piano anticrisi; fondi nazionali Fas (Fondo Aree Sottoutilizzate 2009-2011 circa 14 mld su cui deciderà il Cipe nella prossima riunione) per finanziare Industria 2015 da cui far partire l’atteso progetto It e lanciare nuovi programmi, in particolare il Piano e-Government 2012, il Fondo Ricerca e Competitività; un impegno sullo sviluppo dell’e-commerce che aiuti le Pmi italiane ad affrontare nuovi mercati;  la ripresa della strada delle liberalizzazioni e del superamento dei monopoli.  

[tit:Un circolo virtuoso: innovazione, investimenti Ict, crescita]
Non nel breve ma nel medio e, soprattutto, nel medio-lungo periodo alcuni fenomeni contribuiranno a riavviare un ciclo di crescita su basi diverse rispetto al passato, che tenga conto della correlazione tra innovazione, investimenti Ict e crescita. Lo sostiene Giancarlo Capitani.
“L’Italia è cresciuta poco rispetto ad altri in virtù del fatto che ha investito poco in tecnologie incorporate nei processi, ha sostenuto. La carenza di innovazione declinata in tutti i livelli ha dato luogo a una carenza di innovazione di sistema, che manca a tutti i livelli non solo dell’information society. Bisogna intervenire rapidamente per crescere in termini di efficienza ed efficacia, recuprendo la crescita e il ritardo sull’innovazione  E’ in questa chiave che va quindi misurato il comportamento delle imprese e delle pubbliche amministrazioni centrali e locali”.
Un fattore che può dare impulso al mercato Ict sono le medie imprese, che si misurano sui mercati internazionali; hanno un comportamento più orientato all’innovazione più che alla semplice riduzione dei costi. Sono imprese che combinano una riduzione dei costi intelligente, intesa come razionalizzazione, con azioni di innovazione supportate dall’It.
Un altro fattore che può contribuire alla ripresa rigurda il territorio,  nelle sue principali declinazioni. Lo sarà come contenitore di: sistemi produttivi ed  eccellenze; distretti industriali tradizionali che reagiscono alla crisi innovando; poli di innovazione, attorno ai quali si possono creare centri di servizi; economie esterne che possono favorire l’innovazione.
In questo senso sono due le iniziative a cui prestare attenzione: la fiscalità di distretto, per favorire un’identita comune fra tutte le unità verso un interesse unico, e  un rating di filiera per le Pmi.
 “L’Italia è un paese di territorio più che di impresa, ha dichiarato Capitani. Il passaggio dall’interpretazione del territorio come insieme di piccole imprese che si muovono individualmente a quella di territorio come  insieme di filiere di piccole e medie imprese che cooperano, hanno transazione e lavorano a stretto contatto è una visione importante perché può dare luogo a iniziative e politiche innovative molto più efficaci”.
Bisogna dare luogo a un grande progetto innovativo per il Sistema Pease dove tutte le iniziative che guardano all’innovazione devono essere messe a sistema, per creare sinergie profonde fra tutte le iniziative.  
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