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CA: l'IT è un servizio che abilita il business

L'IT Governance può aiutare le aziende a trarre maggiore valore dagli investimenti IT e ad allinearsi meglio agli obiettivi di business; però nell'agenda dei CIO non è ancora tra le priorità. Bisogna superare un problema di natura culturale.

Tecnologie
"È indubbio che il periodo sia difficile. Stiamo attraversando un mare burrascoso, che mette in condizioni di pericolo tante realtà. CA pensa che, proprio per la delicatezza del momento, sia importante fare scelte attente e sicure, che possano traghettare le aziende verso il futuro. Scelte che guardano all'Information Technology come elemento abilitante, su cui fare leva per guidare il proprio business. Un'IT agile e adattativa che prende sempre più la forma di un servizio". Con queste parole Mauro Solimene, country manger di CA, ha aperto un recente incontro stampa incentrato sul tema dell'IT Governance.
Un'IT Governance che occupa un posto di rilievo all'interno della visione strategica di CA che si esprime nel concetto di EITM, che sta per Enterprise IT Management, strategia che consente alle aziende di unificare e semplificare la gestione delle risorse IT per migliorare i risultati di business.
Oggi, l'IT Governance rappresenta un vero e proprio driver all'ottimizzazione e all'efficientamento, ma soprattutto ha tutte le caratteristiche per fornire un servizio al business.
La misurazione delle prestazioni e del valore dei sistemi informativi aziendali (l'IT Governance appunto) è un tema non certo nuovo, che però stenta ad affermarsi in quanto manca una vera e propria cultura in quest'ambito (di seguito alcuni dati di una ricerca NetConsulting); le imprese non sono ancora pronte o non hanno adottato gli strumenti adatti per impostare una logica di governance dei sistemi informativi. Oggi però, a differenza del passato, le condizioni affinché si affermi una cultura di governance esistono. Pur essendo infatti il contenimento dei costi il driver principale della spesa non può essere più sostenibile come unico parametro da prendere in considerazione.
"Chi oggi non spende e investe, ha proseguito Solimene, non avrà la capacità di affermarsi ed evolvere in modo innovativo domani".
È un'IT, quella di cui parla Solimene, che può veramente liberarsi dall'accezione strettamente tecnologica cui è stata relegata negli anni e assumere un ruolo abilitante e trainante per incrementare il business delle imprese e creare un vantaggio competitivo. Non è un processo semplice perché richiede di intervenire su situazioni che si sono stratificate nel tempo, creando elevate complessità; le imprese devono essere messe nelle condizioni di misurare l'IT in termini economici ma anche e soprattutto in termini di flessibilità, allineamento alla strategia e servizio ai clienti.
Oggi i Chief Information Officer (CIO), i responsabili dei sistemi informativi, si trovano di fronte a sfide importanti come ridurre i costi, migliorare i livelli di servizio, allineare IT e business e gestire i rischi e la compliance.  "Il loro principale compito, ha sottolineato Fabio Raho, Technical Sales Manger di CA Italia, è soprattutto quello di trovare il punto di equilibrio tra queste quattro priorità. Spesso si trovano ad avere a che fare con un'IT che risponde a un modello organizzativo tradizionale, che poggia su una visione a silos funzionali, dove applicativi, sistemi, sicurezza e reti non parlano la stessa lingua.  Diventa importante in questa situazione avere una vista per servizio, che abbatta i silos, e si estenda trasversalmente."
Il CIO, sempre più ascoltato dal board of direction, deve fare le cose giuste nel modo giusto. Erogare un servizio IT in ambiti in cui negli anni si sono stratificate situazioni differenti non è però un'operazione facile. In questo caso vengono in aiuto le best pratices, che in quest'ambito sono relative a ITIL, lo standard de facto del service management, che si focalizza sul ciclo di vita del servizio in termini di: gestione degli obiettivi;  sviluppo; lproduzione; gestione delle attività di supporto; monitoraggio,  misurazione, valutazione e meglioramento.
E CA, da parte sua, ha razionalizzato la propria offerta sulla versione 3 di ITIL.
Ad oggi nel mondo CA conta circa una dozzina progetti di grandi dimensioni di IT governance (circa otto in esercizio);  tra questi Oreal in Francia e Coca Cola a livello mondiale (tra l'altro non in ambito strettamente IT).
Anche la struttura italiana ha il suo fiore all'occhiello nell'ambito di IT Governance: si tratta del cliente Saipem, che ha sviluppato un progetto di IT Governance relativo alla pianificazione sofisticata del personale (è già in esercizio), che rigurarda 35 mila dipendenti, in cui l'asset principale è l'individuo.
"Nell'ambito dell'IT Governance siamo ancora alla fase di early adoption, ha concluso Mauro Solimene. La strada da compiere è ancora lunga. Per mettere in piedi sistemi di IT governance di ampia portata le aziende devono necessariamente compiere due passaggi logici: avere maturato il concetto di IT come servizio abilitante e non come centro di costo, e avere un management illuminato". 

[tit:Manca una cultura dell'IT Governance]
Sempre su questo tema CA ha commissionato un'indagine a NetConsulting, con l'obiettivo di comprendere l'orientamento e l'attitutidine delle grandi aziende a gestire i rischi informatici e ad allineare i sistemi agli obiettivi di business.
L'evidenza principale che emerge dall'indagine è che l'IT Governance non è nella lista di priorità delle aziende.
Condotta su un panel di 44 aziende di differenti settori merceologici, di cui il 50% con più di 5.000 dipendenti, l'indagine evidenzia infatti una scarsa propensione di tali aziende ad adottare una politica di Governance per l'IT.
La crisi economico/finanziaria che attraversa il globo, sta paralizzando le aziende che adottano un atteggiamento sempre più attendista e si focalizzano solo ed esclusivamente sul contenimento dei costi. Una valutazione attenta di risultati e prestazioni del sistema informativo potrebbe risultare molto utile in questo momento; nonostante ciò, l'IT Governance invece non trova sufficiente spazio tra le priorità dei CIO e in generale del Top Management, che non condivide in modo trasversale le esigenze prioritarie.
L'indagine evidenzia che solo la metà degli intervistati ha una struttura di IT Governance ed è il comparto delle TLC a esprimere una più alta sensibilità sull'argomento (75%). E la percentuale di poco più dell'1% della di budget IT allocato in IT Governance testimonia ed esplicita senza ombra di dubbio quanto il tema occupi un ruolo marginale nell'agenda dei CIO.
Tutte le voci che concorrono alla definizione di una politica di gestione e controllo delle risorse e dei servizi erogati riconducibili a una politica di Governance (progetti di change management, lrevisione del sistema informativo in ottica SOA, centralizzazione della gestione e del monitoraggio dei sistemi informativo, 'introduzione di metodologie ITIL, ...) non rappresentano ancora, di fatto, elementi fondamentali per l'evoluzione del sistema informativo.
Alla base di questa poca considerazione vi è sostanzialmente un problema di natura culturale. Le aziende sono impreparate, o comunque non attrezzate in modo adeguato, a impostare una strategia di Governance. La sensibilità aziendale rispetto al tema si avverte, ma non si traduce ancora in piani concreti attuativi, con la definizione di compiti e allocazione di risorse specifiche. Le condizioni perché si possa affermare una cultura della Governance però esistono, ma solo se si guarda all'IT come elemento trainante per la crescita del business e per creare un vantaggio competitivo.
Occorre impostare una visione organica delle risorse informative coerenti con una politica di Governance basata su metodologie e best-pratice

[tit:CA PPM per il governo dei sistemi informativi]
La proposta CA per l'IT Governance si esprime nella suite CA Project & Portfolio Management (CA PPM), che offre una visione a livello aziendale delle informazioni relative all'IT Governance.
La soluzione consente di allineare le decisioni di investimento IT alle strategie di business e di gestire il rischio e i costi attraverso viste in tempo reale degli investimenti, delle inziative e delle risorse. Con una struttura modulare, che si basa sulla funzionalità principale di gestione di progetti e portfolio, la soluzione si compone di diverse elementi per favorire implementazioni graduali, che permettono di inserire nuove funzionalità nel momento in cui sorgono le necessità.
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