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Impresa-donna: 7mila in più le imprese rosa nel 2012

La crescita è superiore alla media nazionale (0,5 contro 0,3%). Toscana, Lazio e Lombardia le regioni-guida.

Tecnologie
Una impresa su quattro in Italia è donna. Alla fine di dicembre dello scorso anno l’Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere segnala che le imprese ‘rosa’ sono aumentate di oltre 7mila unità rispetto al 2011, con un incremento dello 0,5% della base imprenditoriale. Il risultato assume maggiore significato se raffrontato con quello relativo al totale delle imprese italiane, cresciute nel 2012 dello 0,3% e, ancora di più, se si guarda al contributo dato dalle imprese guidate da donne alla tenuta del tessuto imprenditoriale nazionale.
Le 7.298 imprese femminili in più, infatti, costituiscono un terzo del saldo di tutto il sistema delle imprese, laddove la quota  è pari a poco meno di un quarto (il 23,5%) del totale. A riprova che l’imprenditorialità al femminile, anche in tempo di crisi, mostra di avere una marcia in più. Grazie al bilancio positivo, lo stock delle imprese femminili esistenti alla fine del 2012 si è attestato al valore di 1.434.743 imprese.  
Questi i dati più significativi resi noti oggi dal Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, nel corso del convegno “Imprenditoria femminile: una risposta alla crisi?” svoltosi nell’ambito dell’edizione 2013 della BIT, la Borsa Italiana del Turismo.  
“La tenuta delle imprese femminili di fronte a questa crisi – ha detto Ferruccio Dardanello - dimostra che le donne sanno affrontare con straordinaria energia anche le difficoltà maggiori. Di certo portano con sé una determinazione, un bagaglio di competenze e stili imprenditoriali differenti rispetto agli uomini. Purtroppo - ha proseguito il Presidente di Unioncamere - sono ancora molti gli ostacoli che limitano le donne nell’esprimere appieno la propria creatività e professionalità nel mondo del lavoro, anche se il loro contributo si fa sentire da sempre nelle tante imprese familiari che caratterizzano il nostro tessuto produttivo. Credo che l’agenda del nuovo governo dovrà porre una grande attenzione a tutti quegli strumenti, innanzitutto di welfare ma anche di tipo finanziario, che possono sempre di più spingere le donne a fare impresa.  Il sistema camerale ha investito da oltre dieci anni in questa direzione e continuerà a farlo, rafforzando i Comitati per l’imprenditoria femminile presenti e attivi sul territorio all’interno delle Camere di commercio .”
La crescita delle imprese femminili è comune a tutte le regioni italiane con le sole eccezioni apprezzabili del Molise (-1%) e del Friuli Venezia-Giulia (-0,79%), visto che in Basilicata Piemonte e Marche (praticamente stabili) il segno meno è solo un dato statistico. La distribuzione geografica delle imprese femminili nel 2012 si conferma una caratteristica del Sud e Isole. 
In termini assoluti, il confronto tra gli stock nei dodici mesi presi in esame evidenzia una crescita apprezzabile delle imprese in rosa soprattutto in Lombardia (+1.928), nel Lazio (+1.555 imprese) e in Toscana (+1286). Gli incrementi più significativi in termini percentuali  si registrano nelle stesse regioni ma in ordine inverso: +1,29% in Toscana, +1,09% nel Lazio e +1% in Lombardia.
Sono le “attività dei servizi di alloggio e ristorazione” (+3.640), le “costruzioni” (+1.172), le “altre attività di servizi” (+1.102), le “attività immobiliari” (+951) e i “servizi alle imprese” (+935) i settori con i saldi per le imprese femminili più' significativi.
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