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Rete Imprese Italia: "Pressione fiscale al 68% su imprese"

Secondo Rete Imprese Italia, oltre alla pressione fiscale ormai insostenibile, le imprese italiane sono "schiacciate anche da un'oppressione burocratica”.

Tecnologie
“La pressione fiscale sui profitti delle imprese italiane supera il 68%. Un peso insopportabile al quale si sommano i costi dell’oppressione burocratica degli adempimenti tributari in continuo cambiamento a causa dei rapidi mutamenti della legislazione fiscale. Siamo al paradosso: crescono le tasse mentre calano gli indicatori economici del nostro sistema produttivo”.
E' l’allarme lanciato dai rappresentanti di Rete Imprese Italia durante l’Audizione alla Commissione Parlamentare di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria.
Rete Imprese Italia ha denunciato la complessità e l’instabilità del nostro sistema fiscale, ricordando che dall’inizio della legislatura ad agosto 2012 sono stati effettuati 400 interventi normativi in materia tributaria.
“Troppe norme, sempre diverse, che impongono obblighi sempre nuovi disorientano gli imprenditori e – sottolinea Rete Imprese Italia - condizionano pesantemente la competitività del nostro sistema produttivo. Basti dire che ammontano a 2,8 miliardi gli oneri amministrativi a carico delle imprese derivanti soltanto da alcuni dei tanti adempimenti tributari. Rete Imprese Italia ha sollecitato maggiore stabilità e certezza della legislazione fiscale e il riordino e la semplificazione delle norme e degli adempimenti tributari. A questo proposito, i rappresentanti delle piccole e medie imprese considerano decisiva la razionalizzazione e l’integrazione nell’utilizzo delle diverse banche dati a disposizione del fisco.“
"Le banche dati – secondo Rete Imprese Italia – devono comunicare tra loro e incrociare le informazioni , evitando così di richiedere continuamente ai contribuenti dati di cui l’Amministrazione finanziaria è già in possesso”.
Rete Imprese Italia ha poi sollecitato particolare attenzione all’utilizzo del nuovo redditometro affinchè sia uno strumento di accertamento impiegato unicamente nei casi di palese e fortissima incoerenza fra reddito dichiarato e tenore di vita. "Inoltre – sottolinea Rete Imprese Italia – va garantita ai contribuenti  la massima trasparenza nelle logiche che sottendono il nuovo redditometro e la possibilità di fornire in contraddittorio la più ampia prova contraria".
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