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ABI: a ottobre sospesi mutui a Pmi per 17 miliardi

Con stop rate mutui +2.5 miliardi di liquidità ad oltre 52.000 imprese. A 77.000 famiglie sospesi oltre 9 miliardi.

Tecnologie
La congiuntura continua ad incidere sul “portafoglio” di famiglie e imprese, con il risultato di un crollo delle compravendite immobiliari, degli investimenti e un incremento della rischiosità. Questo è quanto emerso complessivamente nella terza edizione di “Credito al Credito 2012”, la tre giorni dell’ABI sul mercato del credito a famiglie e imprese.
“Operiamo in un contesto economico in continua tensione – ha dichiarato il Direttore Generale dell’ABI, Giovanni Sabatini – che impone di percorrere tutte le strade a tutela di banche, imprese e famiglie. Il mercato del credito è  essenziale per far ripartire lavoro e consumi, ma la crisi ha insegnato che è fondamentale un suo sviluppo ordinato e non ipertrofico. In Italia le banche hanno finanziato e finanziano con saggezza e lungimiranza pur soffrendo di una serie di  gapnormativi rispetto ai principali concorrenti europei che hanno finito per comprimere, insieme alla carenza attuale di raccolta e domanda, la capacità di un maggiore sviluppo dell’offerta creditizia”.
A settembre 2012 i finanziamenti alle imprese hanno registrato una diminuzione del 4,2% (-2,7% il mese precedente; +5,3% un anno prima). Dinamica influenzata dal crollo dei principali fattori di domanda che vanno dagli investimenti fissi alla ristrutturazione dei debiti.
Quadro che appare in linea con l’andamento della produzione industriale, -5% nello stesso periodo, e con gli ordinativi manufatturieri che ad agosto hanno registrato una flessione su base annua pari a -9% (-4,9% a luglio).
Il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti riferito al comparto delle imprese è salito nel secondo trimestre del 2012 al 2,8% in ragione d’anno; era pari all’1,5% a fine 2008. In totale, le sofferenze lorde riferite a tutti i settori – a fine settembre 2012 – hanno raggiunto i 117,6 miliardi, 1,8 miliardi in più rispetto ad agosto e +15,6 miliardi rispetto a settembre 2011, segnando un incremento annuo del 15,3%.  
Secondo l'ABI "le banche italiane stanno intervenendo al meglio nell’emergenza della crisi, scontando fattori negativi di domanda legati al peggioramento congiunturale, al deterioramento della qualità del credito e alla situazione di liquidità".
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