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Confindustria: crisi come una guerra, Italia nell'abisso

Il Centro Studi Confidustria prevede flessioni del Pil del 2,4% nel 2012 e dello 0,3% nel 2013. La pressione fiscale effettiva dovrebbe schizzare al 54,6% nel 2013. Danni economici causati dalla crisi equivalenti a quelli di un conflitto.

Tecnologie
L'Italia non è in guerra. Ma "i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto". 
Ad affermarlo è il Centro studi di Confindustria nel suo più recente rapporto sugli scenari economici. Quella attuale è una crisi che ha messo in ginocchio il paese, colpendo, riporta il Csc, "le parti più vitali e preziose del sistema Italia: l'industria manifatturiera e le giovani generazioni. Quelle da cui dipende il futuro del Paese".
Nel dettaglio, le previsioni parlano di una flessione del Pil del 2,4% nel 2012 e dello 0,3% nel 2013.
Per quanto riguarda l'occupazione, il 2013 si chiuderà con 1 milione e 482 mila posti di lavoro in meno dal 2008, anno di inizio della crisi.
La pressione fiscale effettiva, depurata dal sommerso, schizzerà al 54,6% nel 2013 (dal 54,2% del 2012).
"In questo momento il Paese deve essere unito, solidale e determinato - è il commento del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi -. E deve mantenere la calma nell'affrontare una crisi che ha portato l'Italia nell'abisso".

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