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Centro Studi Confindustria, è allarme per l'industria italiana

Crisi, recessione e credit crunch penalizzano duramente l'Italia e in particolare il settore manifatturiero, che scivola in ottava posizione a livello globale. Le rilevazioni del Centro Studi di Confindustria.

Tecnologie
Un pesante "vuoto di domanda", causato dalla caduta in recessione del paese, dalla generalizzata crisi economica iniziata nel 2008-2009 e da una redditività ai minimi, a cui si aggiunge un "credit crunch che fa mancare l'ossigeno al manifatturiero".
Questa la critica situazione dell'Italia tratteggiata dal Centro Studi di Confindustria nell'ultima edizione del rapporto "Scenari industriali e competitività".
Un paese che arretra e scivola in ottava posizione (dalla quinta) per produzione manifatturiera scavalcato da India, Brasile e Corea del Sud.
In questo quadro negativo, gli eventi sismici di maggio hanno colpito un'area ad altissima vocazione manifatturiera e cruciale per lo sviluppo industriale del Paese, rendendolo se possibile ancora più impegnativo. Tutto ciò minaccia la stessa sopravvivenza di alcune parti importanti dell'industria italiana, proprio quando è accelerato lo spostamento di quote di produzione e di scambi globali verso gli emergenti.
In generale, tra i punti critici del nostro paese, sottolinea il capo del Centro Studi Luca Paolazzi, ci sono "l'inefficienza della Pubblica Amministrazione" e la "mancanza di governi dalla visione di lungo periodo".
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