Emerson Network Power propone le soluzioni per i 10 imprevisti più frequenti per i data center e i manager dell'IT.
Emerson Network Power ha diffuso una
lista di 10 imprevisti frequenti per i data center e i manager dell'IT, con consigli per essere preparati ad affrontarli.
L'elenco, reso noto nell'ambito del
convegno Afcom Data Centre World Spring, comprende informazioni di varia natura e alcuni consigli su come far fronte a questi imprevisti.
Ecco l'elenco dei dieci imprevisti frequenti:
1. Le previsioni di alta densità si stanno finalmente avverando:
dopo una rapida crescita all'inizio degli anni 2000, le proiezioni a due cifre sulla densità dei rack hanno tardato a concretizzarsi. La densità media ha oscillato tra 6,0 e 7,4 kW per rack dal 2006 al 2009, ma l'ultima indagine di
Data Centre Users' Group (Dcug) prevede che il dato salirà a 12,0 kW nel giro di tre anni. L'adeguatezza della capacità degli Ups e della distribuzione di corrente assume quindi un'importanza primaria, così come il raffreddamento necessario per gestire la generazione di calore che ne consegue.
2.
I manager di data center sostituiranno i server tre volte prima di sostituire Ups o sistemi di condizionamento: i server vengono rinnovati all'incirca ogni tre anni. I sistemi di condizionamento e gli Ups durano solitamente molto più a lungo, a volte decenni. Il che significa che l'infrastruttura in cui le aziende investono oggi deve essere in grado di supportare – più precisamente, deve essere scalabile per supportare – server che possono essere avanti di due, tre o addirittura quattro generazioni rispetto ai modelli attuali. Che cosa significa per chi deve gestire attualmente il data center? Diventa imperativo che le tecnologie infrastrutturali di oggi abbiano la capacità di adattarsi alle necessità future. Le soluzioni modulari possono essere dimensionate in modo da soddisfare esigenze nel breve e lungo periodo.
3.
Il tempo di fermo è costoso: tutti si rendono conto che il downtime è da evitare, ma gli effettivi costi associati all'interruzione imprevista dell'attività sono veramente incredibili. Secondo lo studio del
Ponemon Institute, il fermo può costare a un'azienda una media di circa
5.000 dollari al minuto, ossia
300mila dollari in un'ora soltanto. Lo stesso studio indica che le cause più frequenti di tempo di fermo sono guasti delle batterie e il superamento della soglia di capacità dell'Ups. Per evitare questi problemi si deve investire nel giusto Ups – di dimensioni adeguate per reggere il carico – ed effettuare un controllo e una manutenzione proattivi delle batterie.
4.
L'acqua e il data center non vanno d'accordo – ma continuiamo a provarci: probabilmente la prima parte di questa affermazione non è una sorpresa. Le delicate apparecchiature IT non reagiscono bene all'acqua, eppure lo studio Ponemon citato in precedenza indica che il 35% di tutte le interruzioni impreviste sono dovute proprio alla penetrazione di liquidi di qualche tipo. Non si tratta solo di valvole che perdono; molti fermi riconducibili all'acqua si verificano per un caffè o una bibita rovesciata. La soluzione é
controllare le valvole, ma ancor più importante, tenere le bevande lontano dal data center.
5.
I nuovi server usano più corrente di quelli vecchi: il potenziamento e la virtualizzazione possono ridurre enormemente il numero di server, ma questo non si traduce esattamente in enormi risparmi energetici. I nuovi server virtualizzati, specialmente i potenti server blade, possono consumare una quantità di energia quattro o cinque volte superiore a quelli della generazione precedente (seppure con una maggiore efficienza). Al termine del progetto di potenziamento, il risparmio relativamente modesto può essere una sorpresa. Non esiste un rimedio, ma ci si può preparare facendo in modo che l'infrastruttura sia adeguata a supportare le esigenze di alimentazione e di condizionamento di questi nuovi server.
6.
Il monitoraggio è complicato: i responsabili IT dispongono di una grande quantità di informazioni sui data center, tuttavia accedere ai dati e interpretarli correttamente può rivelarsi un arduo compito. Secondo un sondaggio condotto da Emerson Network Power tra i professionisti del data center, i manager utilizzano in media quattro diverse piattaforme software per gestire l'infrastruttura fisica. Il 41% degli intervistati afferma di produrre ogni mese tre o più rapporti per i loro supervisori, e il 34% segnala che sono necessarie anche più di tre ore per preparare quei rapporti. La soluzione? Scegliere un'unica piattaforma di monitoraggio e gestione. Le attuali soluzioni Dcim possono raggruppare quelle informazioni e gestire in modo proattivo l'infrastruttura per migliorare l'efficienza energetica e operativa e anche la disponibilità.
7.
Chi si occupa di IT è responsabile del sistema di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell'edificio: il confine tra tecnologia dell'informazione e impianti è sempre più indefinito, e la responsabilità dei due settori ricade nella stragrande maggioranza dei casi sui professionisti dell'IT. Tradizionalmente, i responsabili dell'IT e dei data center hanno dovuto districarsi tra gli impianti quando c'è stato bisogno di maggiore energia o di un condizionamento più potente per supportare le crescenti esigenze di tecnologia dell'informazione.
Il processo è ora in fase di ottimizzazione, soprattutto grazie alle suddette soluzioni Dcim che aumentano la visibilità e il controllo su tutti gli aspetti dell'infrastruttura dell'edificio. Gli IT manager più lungimiranti stanno sviluppando una strategia Dcim che li aiuti a capire questa espansione del loro ruolo e delle loro responsabilità.
8.
Tutti i diversi dispositivi che compongono il data center devono operare in modo armonioso: in passato, i manager dei data center mescolavano e abbinavano con grande libertà componenti di produttori diversi perché quei sistemi funzionavano insieme solo episodicamente. La situazione sta cambiando: l'avvento di tecnologie infrastrutturali e di sistemi di monitoraggio e gestione sempre più intelligenti e dinamici ha incrementato il quantitativo di dati gestibili nel data center, offrendo funzionalità di modularità in tempo reale che permettono una maggiore efficienza operativa. I sistemi IT e infrastrutturali possono ancora funzionare indipendentemente, ma per sfruttarne veramente tutte le potenzialità, l'integrazione è imperativa.
9.
Il data center "on demand" è una realtà: sono finiti i tempi dei lunghi ritardi a livello di progettazione, ordine e implementazione. Esistono attualmente soluzioni modulari, integrate e di rapida implementazione, adatte a qualsiasi spazio. È possibile installare facilmente, in un armadio o in una sala conferenze,
soluzioni integrate "plug-and-play" che comprendono rack, server, alimentazione e condizionamento. Su scala più grande, si possono utilizzare data center containerizzati per creare velocemente una rete o per aggiungere capacità a un data center preesistente. Basta una semplice telefonata per risolvere la maggior parte dei problemi.
10.
I carichi dell'IT variano, e di molto: molti settori sono soggetti a variazioni estreme nell'utilizzo della rete. Gli istituti finanziari, per esempio, possono registrare un forte utilizzo durante il tradizionale orario lavorativo e quasi nullo durante la notte. Anche lo shopping natalizio e le scadenze fiscali possono creare insoliti picchi dell'attività di IT. Le aziende che dipendono dai sistemi IT durante questi periodi devono avere la capacità di gestire questi picchi, ma spesso funzionano in modo inefficiente nei momenti di scarsa attività. Una infrastruttura scalabile con controlli intelligenti è capace di adeguarsi a questi alti e bassi per garantire un funzionamento efficiente.