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Unioncamere, lo scorso anno si sono registrate 50 mila imprese in più

Nel 2011 il numero delle imprese italiane è cresciuto di 50 mila unità (+ 0,8%). Bene commercio e turismo (+23 mila unità), in sofferenza l'artigianato (-6 mila).

Tecnologie
La crisi di fiducia che dalla metà del 2011 ha colpito il nostro e gli altri paesi dell'eurozona, ha rallentato ma non fermato la voglia di fare impresa degli italiani.
Tra gennaio e dicembre dello scorso anno i registri delle Camere di commercio hanno rilevato la nascita di 391.310 imprese, a fronte delle quali 341.081 hanno cessato l'attività.
Il saldo di fine anno ammonta pertanto a 50.229 imprese in più che portano il totale dello stock di imprese esistenti al 31 dicembre 2011, al valore di 6.110.074 unità (in pratica un'impresa ogni dieci abitanti).
Questi i dati di sintesi più significativi dell'indagine Movimprese - la rilevazione trimestrale sulla natalità e mortalità  delle imprese condotta da InfoCamere - diffusi dal presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello a Reggio Emilia, in occasione del convegno celebrativo a centocinquant'anni della legge istitutiva delle Camere di commercio.
Se rispetto al 2010 il dato certifica un rallentamento della vitalità del sistema (+0,8% contro +1,2% il tasso di espansione della base imprenditoriale), va detto però che il bilancio del 2011 è stato comunque migliore di quelli del triennio 2007-2009, quando la crescita media si è aggirata intorno allo 0,5%.
A determinare la minore crescita dello stock è stata principalmente la più ridotta dinamica delle aperture (diminuite di circa 20mila unità rispetto al 2010), mentre ha inciso meno l'aumento delle chiusure (solo 3mila unità rispetto all'anno precedente).
Fa eccezione il Mezzogiorno, dove queste dinamiche appaiono invertite: a determinare la riduzione del saldo annuale – comunque positivo per oltre 13mila imprese – è stato infatti l'aumento delle cessazioni rispetto al 2010, mentre meno hanno inciso le minori iscrizioni.
Tra le regioni, nell'ordine solo Lazio, Lombardia, Campania, Toscana e Sicilia hanno messo a segno nel 2011 un incremento superiore alla media nazionale.
In Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia e Basilicata, invece, il 2011 il bilancio anagrafico delle imprese si è chiuso con il segno meno.
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