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Rete Imprese Italia, non aggravare i costi del lavoro per le imprese

No a soluzioni preconfezionate che riducano la flessibilità in entrata e in uscita, nessuna misura che penalizzi ulteriormente le Pmi: queste le richieste di Rete Imprese Italia nel confronto con il governo sul mercato del lavoro.

Tecnologie
"Per creare nuovi posti di lavoro non servono soluzioni preconfezionate che riducano la flessibilità in entrata e in uscita. Non è sostenibile né sul piano del metodo né sul piano economico l'introduzione di qualsiasi misura che penalizzi le Pmi e il sistema d'impresa diffusa".
E' quanto ha affermato Rete imprese Italia, al termine del confronto sul mercato del lavoro tra il Governo e le parti sociali avviatosi a Palazzo Chigi.
In particolare, Rete Imprese ritiene inaccettabile la fissazione di un sovra costo per il contratto a tempo determinato, così come menzionato dal ministro del welfare Elsa Fornero.  
"In alcuni settori - spiega l'organismo - c'è infatti un'esigenza fisiologica legata a fattori temporanei che viene soddisfatta prevalentemente con contratto a tempo determinato: strumento irrinunciabile che non può essere limitato a 'sostituzioni' o 'stagionalità'".
Le aziende del terziario, dell'artigianato e dell'impresa diffusa, che coprono il 54% del totale dell'occupazione nel settore privato, non possono sopportare ulteriori incrementi del costo del lavoro, che nel nostro Paese continua ad essere eccessivo.  
Né l'ulteriore aumento dei costi né l'irrigidimento normativo, quindi, aiuterebbero le aziende del terziario, dell'artigianato e dell'impresa diffusa a favorire l'ingresso nel mercato del lavoro.
Quali le proposte di Rete Imprese Italia?
Il contratto di apprendistato continua a essere, secondo l'organismo, il canale più efficace a garantire buona occupazione per i giovani con prospettive di stabilizzazione.
Per favorire ulteriormente l'occupazione di giovani e di donne occorrerà rendere più fluido il mercato del lavoro, favorire migliori occasioni di incontro tra domanda e offerta, riformando radicalmente i servizi per l'impiego.
Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, "i più recenti dati sull'utilizzo degli strumenti di integrazione salariale confermano un forte sbilanciamento tra settori economici e la conseguente necessità di un uso ottimale delle risorse che può derivare da una razionalizzazione dei modelli e della spesa. Le misure di sostegno al reddito collegate alle sospensioni dal lavoro devono essere distinte per settore produttivo e per tipologie di impresa con il realismo applicato finora nelle intese tra le parti sociali".
"Un moderno e rinnovato sistema di welfare - sottolinea Rete Imprese - deve valorizzare l'esperienza maturata nell'ambito degli enti bilaterali".
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