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Imprese, la crisi accelera i fallimenti

Nel triennio 2009-2011 la crisi ha causato il fallimento di circa 33 mila imprese italiane, nel 2011 i fallimenti sono incrementati del 7,4%. Industria duramente colpita.

Tecnologie
Tra 2009 e 2011, gli anni più duri della crisi, sono fallite in Italia circa 33 mila imprese, in cui erano impiegati più di 300 mila lavoratori
La stima arriva da un rapporto del Cerved Group.
In particolare, nell'anno 2011 i fallimenti sono stati 12.094, con un incremento del 7,4% rispetto al 2010.
Tornando al triennio 2009-2011, quasi la metà dei fallimenti (oltre 15 mila) ha riguardato imprese che operano nel terziario, il 23% aziende che operano nell'edilizia (7.535), il 21% società manifatturiere (poco meno di 7 mila).
Rapportando  le procedure al numero di imprese operative, è evidente che il fenomeno ha colpito con maggiore intensità l'industria (con  un  IR - insolvency ratio (IR), che misura la frequenza dei default  media - nei  tre  anni  pari  a  38,7)  e  le costruzioni (28,5), rispetto a quanto osservato nei servizi (16,9) e negli altri settori (9,1).
Tra i singoli settori, nei tre anni dal 2009 al 2011, hanno sofferto soprattutto l'industria dei prodotti intermedi (sono fallite circa 600 imprese,  per  un  IR medio  pari  a  66,6)  e  il Made  in Italy: la meccanica con 1.139 fallimenti (IR di  62,3), il sistema casa con 821 default (IR di 54,6) e il sistema moda con 1.658 casi (IR di 48).
In valori assoluti, hanno fatto registrare un alto numero di fallimenti (ma una minore frequenza) la distribuzione (7.198 fallimenti) e il ramo dei servizi non finanziari (3.817). 
Da un punto di vista geografico, quasi un terzo dei 33 mila fallimenti ha toccato aziende del Nord Ovest (più  di  10  mila),  un  quarto  imprese  meridionali (8.358),  il  22%  del  Centro Italia (7.284) e  il  restante  21%  del  Nord  Est.  
Sono le imprese del Nord Ovest, e specificatamente quelle con sede in Lombardia, a evidenziare la maggiore frequenza dei fallimenti: gli IR si attestano rispettivamente a 23,2 punti e a 27,6 punti.
Seguono Friuli Venezia Giulia (IR di 25,2), Marche (23,7), Veneto (21,1) e Umbria (21,1).
La Lombardia è anche la regione italiana in cui si conta il numero maggiore di aziende fallite tra 2009 e 2011: più di 7 mila, seguita a distanza dal Veneto (3.225) e dal Lazio (3.151).
Tra le singole province, è Milano quella che ha evidenziato la maggiore frequenza di fallimenti tra 2009 e 2011: l'IR si è attestato a 34 (toccando un picco di 39 nel 2011), per un numero totale dei fallimenti nei tre anni che ha superato le 3 mila unità. Seguono Pordenone (33,1), Ancona (32,9), Prato (32,6) e Lucca (30,3).
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