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Manovra, il no dei sindacati: grava su lavoratori e pensionati

Cgil, Cisl e Uil esprimono il loro dissenso rispetto alle misure annunciate dal governo: a pagare saranno i lavoratori. Susanna Camusso invita le altre confederazioni ad un'azione comune.

Tecnologie
Un no deciso alle misure introdotte dal governo, e l'idea di intraprendere un'iniziativa comune per combatterle.
E' la posizione assunta dai principali sindacati italiani (Cgil, Cisl e Uil) sulla manovra illustrata dal premier Mario Monti
Per Susanna Camusso il taglio della manovra economica così com'è stata presentata è "socialmente insopportabile": per la leader della Cgil è un colpo durissimo sui pensionati all'interno di un'idea portante che sembra essere quella di "fare cassa sui poveri del nostro paese". I provvedimento porterà secondo la Camusso a "un peggioramento della condizione di crisi" rendendo il carattere della correzione di bilancio recessivo.
Sbagliato aver cancellato l'adeguamento delle pensioni al costo della vita (in particolare nella parte che riguarda il blocco delle indicizzazioni rispetto all'inflazione delle pensioni sopra i 467 euro): in questo modo, spiega la Camusso, si ridurranno ulteriormente i consumi con un effetto depressivo sull'economia. Giudizio fortemente negativo anche per quanto riguarda l'aumento dell'età per l'accesso alla pensione:
"40 anni è un numero magico e intoccabile".
Anche per Raffaele Bonanni, leader della Cisl, la manovra non va: "grava solo su lavoratori e pensionati" ha dichiarato, spiegando che "sulle tasse vengono caricati solo coloro che hanno la ritenuta alla fonte. Quelli che hanno guadagni superiori non devono sfuggire all'esigenza di equità. Siamo d'accordo a epurare l'Irap, ma la stessa attenzione serve sul sostegno ai consumi". Ma è sulle pensioni che Bonanni usa i toni più duri: "Concentrare sulla platea dei pensionati i sacrifici con l'estensione del contributivo e l'aumento dell'età pensionabile avrà un effetto devastante. Va bene l'equilibrio dei conti ma è troppo veloce il passaggio al contributivo e l'innalzamento dell'età e la somma dei due interventi non è una modifica sostenibile. Non solo. Per le donne è difficile raggiungere il traguardo dei 41 anni ed è sbagliato anche il blocco della rivalutazione delle pensioni. Inoltre, manca la parte che rende obbligatoria la previdenza integrativa per i giovani".
Giudizio negativo anche quello della Uil: secondo quanto dichiarato dal segretario Luigi Angeletti la manovra varata dal governo Monti "introduce nel sistema previdenziale una doppia penalizzazione", che si tradurrà per molte persone con "un allungamento dell'età pensionabile e una riduzione anche della prestazione previdenziale".
Dato il giudizio condiviso, Susanna Camusso ha invitato gli altri sindacati ad "un'iniziativa comune" per il cambiamento della parte iniqua del provvedimento: per questo, ha chiesto al più presto un incontro alle due confederazioni.



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