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IGF al nuovo premier Monti: priorità abbassare lo spread digitale

L'Internet Governance Forum Italia ha inviato una lettera al nuovo premier Mario Monti: "in tempi di crisi, per la crescita il nuovo governo deve affrontare lo spread digitale".

Tecnologie
Lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi non è l'unico ad occupare la scena in questo periodo: l'Internet Governance Forum Italia pone l'attenzione su un altro importante spread che riguarda il nostro paese, quello digitale.
IGF Italia ha infatti deciso di inviare una lettera al professor Mario Monti, appena nominato premier, affinchè il nuovo governo si impegni concretamente per una piena implementazione di un'agenda digitale e per la definizione di uno statuto del lavoro in Rete.
"Lo "spread digitale" dell'Italia nei confronti dei principali paesi del mondo - si legge nella lettera - ha ormai raggiunto livelli insostenibili anche per la tenuta economica nazionale. Ancora più preoccupante è il persistere di una condizione di inconsapevolezza politica e di inazione governativa nell'affrontare tale ritardo. In particolare, l'incapacità di affrontare i problemi legati alla diffusione della banda larga è indegna di un paese che voglia restare in Europa".
"Non si può aspettare il superamento della crisi economica per investire nel digitale, perché, come sancito dalla Commissione Europea nella Strategia 2020, lo sviluppo dell'economia digitale è una delle condizioni imprescindibili per il superamento stesso della crisi". 
"Nonostante i ritardi, l'economia digitale rappresenta già il 2% del PIL dell'economia nazionale e, negli ultimi 15 anni, ha creato oltre 700.000 posti di lavoro. Internet non può essere più ignorata". 
Ed ecco la richiesta esplicita: "l'Internet Governance Forum Italia 2011 si rivolge a Lei affinché un nuovo governo si impegni concretamente, anche attraverso la nomina di un ministro se necessario, per la piena implementazione di un'agenda digitale in conformità con quanto stabilito dall'Europa. Richiamiamo in particolare l'attenzione sull'accesso ad Internet come diritto fondamentale della persona, come già riconosciuto da costituzioni, leggi nazionali e risoluzioni del Parlamento Europeo e del Consiglio d'Europa; sul riconoscimento in via di principio della conoscenza come bene comune globale; sulla garanzia della neutralità della rete in relazione ai flussi di dati; sulla definizione di uno statuto del lavoro in rete".
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