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Cgia Mestre, boom delle sofferenze bancarie nell'ultimo anno

Aumentano le sofferenze bancarie delle imprese italiane: +21,2 miliardi (pari al +40%) nell'ultimo anno. Record nazionale nel Lazio.

Tecnologie
Le sofferenze bancarie delle imprese italiane sono aumentate di oltre 21 miliardi di euro. Tra il 31 luglio del 2010 e lo stesso giorno di quest'anno, la percentuale di crescita ha superato il 40% (precisamente +40,2%). 
In termini assoluti (al 31 luglio 2011), l'ammontare complessivo delle somme non restituite alle banche italiane ha superato i  74,5 miliardi di euro.
La denuncia viene dalla Cgia di Mestre, che ha messo in luce le difficoltà degli imprenditori italiani ad onorare i prestiti contratti con il sistema creditizio.
A livello territoriale, la situazione più grave si è registrata nel Lazio. Nell'ultimo anno l'aumento delle insolvenze è stato del +70%. Male anche la Sicilia (+62,5%) ed il Molise (+60,8%). Marche (+21,9%), Sardegna (+21,6%) e Valle d'Aosta (+19,7%) sono state le realtà dove l'incremento delle sofferenze bancarie è stato più contenuto. 
Ma quali sono le cause di questa situazione? "La crescita delle sofferenze bancarie – dichiara Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – è la manifestazione più evidente dello stato di crisi delle nostre imprese. La cronica mancanza di liquidità e la prolungata fase di crisi economica che stiamo vivendo, sono tra le cause più importanti che hanno fatto esplodere l'insolvibilità. Inoltre, in questi ultimi 3 anni di difficoltà economica, si sono ulteriormente allungati i tempi di pagamento nei rapporti commerciali tra le imprese e tra le imprese e la pubblica amministrazione. Questa situazione ha gravemente indebolito la disponibilità finanziaria soprattutto delle piccole realtà aziendali, che da sempre subiscono l'abuso della posizione dominate dei loro committenti. Infine – conclude Bortolussi – nel momento in cui un'azienda viene dichiarata insolvente, scatta la segnalazione alla Centrale dei Rischi presso la Banca d'Italia che rende pubblica all'interno del circuito bancario detta posizione, compromettendo quasi irreversibilmente i rapporti in essere con gli altri istituiti di credito. Per fronteggiare questa situazione, molte realtà imprenditoriali dichiarate insolventi, soprattutto nel Mezzogiorno, stanno ricorrendo a forme di finanziamento illegale per rimanere a galla, con il pericolo di finire irrimediabilmente nella rete tesa dalle organizzazioni criminali".
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