La Fiat, scegliendo di uscire da Confindustria "non rispetta le regole e torna a ricette ottocentesche", facendo ricadere sui lavoratori gli effetti della crisi: a sostenerlo è la leader della Cgil Susanna Camusso.
La scelta di Fiat di uscire da Confindustria è la "decisione di non rispettare le regole e le norme di questo paese". Questa l'opinione di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, in merito alla decisione annunciata negli scorsi giorni da Sergio Marchionne: in una lettera alla presidente degli industriali Emma Marcegaglia, ha dichiarato che Fiat e Fiat Industrial usciranno ufficialmente da Confindustria dal 1 gennaio 2012. "Continuiamo - sottolinea la leader della Cgil - ad essere di fronte ad un'azienda che vuole dettare leggi sulle relazioni industriali e che non è in grado di dirci che prodotti farà, che occupazione ha e che prospettive. L'unica cosa che continua ad annunciare è nuova cassa integrazione". I dirigenti di Fiat sono per la Camusso "famosi grandi innovatori" che stanno tornando a "ricette ottocentesche": ossia, spiega, "no alle regole, sì ai lavoratori che devono pagare tutte le conseguenze della crisi". Ad aggravare la situazione ci sarebbe poi "un governo che fa da sponda all'idea di togliere le regole e di scaricare tutto sui lavoratori" e che, prosegue "non ha l'autorevolezza di chiedere a Fiat qual è il suo programma industriale".
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