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Crisi, le imprese lanciano il Manifesto per l'Italia

Le imprese italiane propongono al governo un manifesto per la ripresa e la crescita del paese in cinque punti: spesa pubblica e riforma delle pensioni, riforma fiscale, cessione del patrimonio pubblico, liberalizzazioni e semplificazioni e infrastrutture ed energia.

Tecnologie
Cinque punti, cinque azioni fondamentali per rilanciare la crescita dell'Italia. 
E' stato presentato ieri, a Roma, il "Manifesto delle imprese per l'Italia", redatto da Confindustria, Abi, Rete Imprese Italia, Ania e Alleanza delle cooperative.
Ad illustrarlo è stata la presidente degli industriali Emma Marcegaglia, che in l'aveva annunciato già settimana scorsa. Duro il suo atteggiamento: "La Giunta di Confindustria - ha affermato - mi ha dato il mandato di portare avanti proposte forti e coraggiose. Se non andranno avanti ho anche ricevuto una delega per lasciare i tavoli di crescita con il governo in caso di mancate risposte". 
"Siamo chiamati - si legge nel Manifesto - a cambiare passo e ad esprimere uno sforzo comune in grado di far si che l'Italia continui ad essere uno tra i primi Paesi manifatturieri del mondo e possa far conto su un forte e dinamico sistema dei servizi. Tutte le imprese sono pronte a fare la loro parte. È questa la ricetta vincente in un mondo scosso da un cambio di fase economica senza precedenti".

Ma ecco, in sintesi, i cinque punti del Manifesto:

1. Spesa pubblica e riforma delle pensioni

Secondo le imprese sono necessarie delle riforme strutturali della spesa pubblica, aumentata dal 41,8% al 46,7% del Pil negli ultimi anni. La riduzione della spesa dovrà essere attuata non attraverso tagli indiscriminati, ma andano a colpire in primo luogo la spesa della PA. Essenziale anche una maggiore efficienza della sanità. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, le imprese propongono tra le misure più importanti accelerare l'aumento dell'età di pensionamento di vecchiaia ed equiparare l'età pensionabile tra uomini e donne, anche nel settore privato.

2. Riforma fiscale 
Le imprese chiedono di tagliare il costo del lavoro per favorire le assunzioni. Ma anche di introdurre incentivi all'innovazione e al salario di produttività, un taglio dell'Ires legato alle iniezioni di capitale fresco nell'impresa. Contro l'evasione, si intende porre a 500 euro il limite per l'utilizzo del contante e favorire l'uso della moneta elettronica. Inoltre, premi fiscali per far emergere il sommerso e indicazione dello stato patrimoniale nelle dichiarazioni dei redditi. La riforma fiscale proposta dalle imprese prevede poi una significativa riduzione del prelievo su famiglie e imprese.

3. Cessione del patrimonio pubblico
Le imprese propongono un piano immediato di cessioni del patrimonio pubblico, mobiliare e immobiliare, da mettere a reddito per abbattere il debito pubblico. Inoltre, dismissione delle partecipazioni societarie e privatizzazioni nel settore dei servizi pubblici locali.

4. Liberalizzazioni e semplificazioni
Tra le molte misure proposte, l'istituzione di Autorità indipendenti in tutti i settori che ne sono privi e nel settore dei trasporti. La liberalizzazione di tutti i servizi professionali. L'abbattimento delle barriere all'entrata dei nuovi concorrenti e di tutti quegli ostacoli che impediscono o rallentano l'esercizio delle attività economiche. Indispensabili semplificazioni normative e amministrative per abbattere gli adempimenti a carico delle imprese. 

5. Infrastrutture ed efficienza energetica
Nell'ambito delle infrastrutture, eliminare le incertezze e creare condizioni di certezza e stabilità del quadro regolatorio e fiscale per attrarre capitali privati. Rivedere il titolo V della Costituzione. In tema di efficienza energetica e fonti rinnovabili, predisporre un quadro normativo certo. Secondo le imprese, devono essere salvaguardati gli obiettivi di efficienza  ed efficacia. Mantenere gli incentivi previsti attualmente.
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