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Fmi, i paesi emergenti non vogliono un altro direttore europeo

I Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) in una nota: "abbandoniamo le convenzioni obsolete e non scritte secondo cui il leader del Fmi deve necessariamente essere europeo".

Tecnologie
Il nuovo direttore del Fondo Monetario Internazionale non dovrà essere europeo. A chiederlo sono i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), i "nuovi grandi" in ascesa sulla scena mondiale che invitano l'organismo a mettere da parte le vecchie convenzioni che vogliono al vertice un esponente del vecchio continente.
Dopo le dimissioni di Dominique Strauss-Khan in seguito allo scandalo che l'ha travolto, i consensi per il suo successore sembravano convergere su Christine Lagarde, ministro dell'economia francese.
Ma a mettersi di mezzo sono proprio i cinque paesi emergenti, che reclamano una maggiore considerazione all'interno del Fondo.
"Siamo preoccupati per le recenti dichiarazioni pubbliche rese da alti funzionari europei sulla volontà dell'Europa di mantenere un loro membro al posto di direttore del Fmi – scrivono i Brics in una nota diffusa nelle ultime ore - Diversi accordi internazionali hanno spinto perchè ci sia un autentico processo trasparente basato su criteri di merito e di selezione competitiva del Managing Director del Fmi e delle altre posizioni di rilievo nell'organigramma delle istituzioni di Bretton Woods. La situazione richiede l'abbandono delle convenzioni obsolete e non scritte secondo cui il leader del Fmi deve necessariamente essere europeo".
E i paesi emergenti citano anche la posizione di Jean-Claude Junker, presidente dell'Eurogruppo, che nel 2007 aveva dichiarato che Strauss-Kahn sarebbe stato probabilmente l'ultimo direttore europeo del Fondo.
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