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Energia, con i certificati bianchi ridotti del 2% l'anno i consumi nazionali

Pubblicati il quinto Rapporto annuale e il nuovo Rapporto Statistico Intermedio dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Con gli interventi di efficienza energetica, risparmiate ad oggi 8,5 milioni di tonnellate equivalenti petrolio e 22,5 milioni di tonnellate di Co2.

Tecnologie
Oltre 7 miliardi di kilowattora risparmiati ogni anno, pari al 2% dei consumi elettrici nazionali.
Si è chiuso con questo bilancio, secondo quanto riporta l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, il primo quinquennio di funzionamento dei certificati bianchi (gennaio 2005-31 maggio 2009), il meccanismo per promuovere l'efficienza energetica attraverso la diffusione di apparecchiature, sistemi e tecnologie innovative e più efficienti nelle abitazioni, nei servizi e nell'industria, regolato e gestito dalla stessa autorità.
Il bilancio del primo quinquennio di attuazione del meccanismo è in attivo anche sotto il profilo costi/benefici. Infatti, a fronte di incentivi per 531 milioni di euro erogati nel periodo 2005-2009 attraverso il contributo tariffario fissato e aggiornato dall'Autorità a valere sulle bollette dei consumatori di elettricità e di gas, è stata evitata l'emissione di 22,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica e sono state risparmiate circa 8,5 milioni di tonnellate equivalenti petrolio (Tep), pari alla produzione annua di una centrale da oltre 800 MW ed ai consumi annui di una città di 2 milioni di abitanti.
Come evidenzia il Quinto Rapporto Annuale sui titoli di efficienza energetica appena pubblicato dall'Autorità, i 'risparmi' più significativi sono stati ottenuti grazie all'introduzione di tecnologie più efficienti negli usi elettrici civili come, ad esempio, lampadine a basso consumo, kit per il risparmio idrico, elettrodomestici, climatizzatori, scaldabagno e caldaie ad alta efficienza, ma anche con interventi sui sistemi di riscaldamento, nell'impiantistica industriale e nell'illuminazione pubblica
I risparmi sono cresciuti soprattutto nel settore residenziale e nel terziario, passando dal 47% del totale del primo anno, all'81% nel quinto anno di funzionamento del sistema.
Rispetto al contributo tariffario erogato, i consumatori finali hanno potuto beneficiare di una spesa energetica evitata molto superiore (dalle 6 alle 12 volte). Inoltre, i vantaggi diretti ottenibili da chi partecipa ad un progetto di efficienza energetica sono tra uno o due ordini di grandezza superiori ai costi sostenuti attraverso piccoli prelievi sulla bolletta.
Da qui le proposte di aggiornamento della regolazione del meccanismo, avanzate nel documento di consultazione DCO 43/10; il continuo sforzo nello sviluppo di metodi semplificati di quantificazione dei risparmi energetici conseguiti (le cosiddette "schede tecniche", il cui numero è stato aumentato con il documento per la consultazione DCO 44/10 pubblicato nello stesso mese di dicembre); il richiamo all'urgenza di prolungare la durata del meccanismo attraverso la definizione di nuovi obiettivi nazionali di risparmio per gli anni successivi al 2012 e almeno fino al 2020, coerentemente con quanto previsto nel "Piano nazionale per lo sviluppo delle fonti rinnovabili"; il richiamo alla necessità di eliminare sovrapposizioni e conflitti tra le diverse forme di incentivazione del risparmio energetico.
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