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Eurobarometro 74, italiani più ottimisti tra gli europei

Secondo i dati dell'Eurobarometro 74, gli italiani risentono ancora della crisi ma nel complesso sono più ottimisti rispetto al resto degli europei.

Tecnologie
Nell'attuale scenario economico, gli italiani sono più fiduciosi nei confronti dell'euro e delle istituzioni europee rispetto ai loro concittadini europei. C'è più ottimismo, anche se il peggio non è ancora passato, soprattutto per i giovani che stentano a trovare lavoro; e sono proprio i giovani gli italiani più pessimisti rispetto al futuro. Ecco in sintesi i risultati dell'Eurobarometro 74 che riguardano i cittadini del Belpaese.
La maggior parte degli intervistati sono comunque convinti che il livello più adeguato per prendere le misure necessarie sia l'UE ed invocano a gran voce riforme strutturali e maggiori investimenti nell'istruzione e nella ricerca.
L'incertezza degli italiani riguardo al futuro sta diminuendo, anche se di poco. Tra la primavera e l'autunno 2010 coloro che ritengono che la crisi sia ormai alle spalle sono passati infatti dal 40% al 43%. Ma la maggioranza degli intervistati rimane convinta che per l'occupazione il peggio debba ancora venire: sono ben il 44%, con un leggero calo rispetto al precedente 47%. Un altro dato che evidenzia la percezione dell'impatto della crisi sull'economia reale è quello secondo cui l'86% degli italiani ritiene negativa la situazione occupazionale nel paese. Dato peraltro in netto contrasto con un altro, secondo cui la maggioranza assoluta del campione italiano (54%) è soddisfatto della propria situazione professionale (nella primavera 2010 erano il 48%).
In questo contesto sono soprattutto i giovani ad essere pessimisti. Infatti appena il 41% del campione tra i 15 e i 24 anni pensa che gli effetti peggiori sul mercato del lavoro si siano già verificati, mentre tra gli adulti di età compresa tra i 40 e i 54 anni gli ottimisti salgono al 48%. A livello europeo questo dato si ribalta, giacché nel resto d'Europa i giovani sono più ottimisti dei propri genitori e nonni: fuori dall'Italia il 44% dei giovani tra i 15 e i 24 anni si dichiara infatti ottimista, mentre il pessimismo aumenta con l'età, registrando il 42% tra gli adulti e soltanto il 38% tra gli anziani di età superiore ai 55 anni.  
Le risposte fornite dal campione italiano evidenziano con forza la necessità di cambiamenti e rivelano la presenza uno spiccato spirito di solidarietà. La stragrande maggioranza degli intervistati invoca infatti riforme urgenti, mentre ben il 78% si dice pronto a fare sacrifici immediati per garantire un futuro meno incerto alle prossime generazioni.
E' particolarmente significativo che per far riemergere l'economia europea, gli italiani suggeriscano di migliorare l'istruzione e la formazione professionale (46%). In secondo luogo, propongono di investire in innovazione e ricerca. In questo contesto è importante sottolineare il giudizio positivo espresso dalla maggioranza riguardo agli obiettivi della nuova strategia Europa 2020.
Non sorprende quindi che il 29% degli intervistati italiani pensi che sia proprio quello dell'Unione Europea il livello più adeguato per attuare le riforme, mentre il governo ottiene soltanto il 16% dei consensi e il Fondo monetario internazionale (FMI) un altro 15%. Questo dato è in linea con la fiducia della maggioranza degli italiani nelle istituzioni europee e nell'euro, più forte di quella riscontrata in altri paesi. L'Unione europea continua a trasmettere un'immagine positiva al 53% degli intervistati, e questo si trasforma in fiducia per il 47% di loro.
Gli italiani si rivelano poi assai più entusiasti di altri europei riguardo alla moneta unica, tant'è vero che il 68% di essi guarda con favore all'Unione economica e monetaria europea basata sull'euro, mentre la media europea è rispettivamente del  45 % e del 56%.
Sulla crisi finanziaria e sulle contromisure da prendere, gli italiani sono invece perfettamente in sintonia con gli altri cittadini dell'Unione: l'81% degli italiani e l'82% degli europei ritiene infatti che l'Unione europea debba svolgere un ruolo più importante nella definizione di nuove regole per i mercati finanziari globali.
Tra gli strumenti ritenuti più importanti, la lotta contro l'evasione fiscale e i paradisi fiscali (88%) e l'introduzione di una tassa sui profitti delle banche (82%). Numerosi anche coloro che si augurano una stretta sugli hedge funds (fondi di speculazione): sono l'82% degli intervistati.  
La crisi ha aumentato il bisogno di informazione degli italiani. I media sono di gran lunga la loro principale fonte di informazione sull'Unione europea, anche se gli abitanti della penisola continuano a ritenersi generalmente poco informati sugli affari europei (66%). Ciononostante, la maggioranza degli intervistati (48%) giudica sufficiente la copertura delle questioni UE da parte del principale mezzo di comunicazione, la televisione. Il 41% lamenta invece una copertura insufficiente mentre il 5% la ritiene eccessiva. Si tratta di un dato in controtendenza rispetto al precedente sondaggio, nel quale la netta maggioranza del campione (59%) sosteneva che la televisione non fornisse abbastanza informazioni sull'UE.
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