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Umberto Veronesi, senza il nucleare l'Italia muore

In una intervista, Umberto Veronesi ha tenuto a rassicurare i cittadini sulla sicurezza dell'energia nucleare, definita unica alternativa per il paese.

Tecnologie
"Senza il nucleare l'Italia muore". È netta la presa di posizione di Umberto Veronesi,  presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, in una intervista al quotidiano La Stampa.
Il perché di questa affermazione è semplice: secondo Veronesi le scorte di energie fossili tradizionali vanno assottigliandosi e le nuove e vecchie fonti green da sole non sono sufficienti a garantire il fabbisogno, soprattutto di un Paese come l'Italia.
"Voglio dedicare i prossimi anni ad assicurare i cittadini che non corrono rischi" ha affermato il noto oncologo, che nell'intervista ha affrontato in modo diretto gli argomenti che spesso vengono contrapposti alla costruzione di centrali.
Garantire la sicurezza del funzionamento ordinario di un impianto, afferma, è "un obiettivo non difficile".
Sul tema delle scorie riconosce che rappresentano" un problema serio e costoso, ma non devono spaventare": la prospettiva è quella di "un unico sito di stoccaggio continentale" per i residui ad alta attività radioattiva, perché "nessuno mai al mondo è morto per inquinamento da scorie" e perché "non si sorprenda se dico che c'è più radioattività in un ospedale".
Al presidente dell'Agenzia interessa in particolare il fattore umano, che considera "cruciale". Per questo, la sua "attenzione maggiore sarà formare personale adeguato dal punto di vista tecnico, scientifico, ma anche psicologico".
L'oncologo intende evitare che la mancanza di consapevolezza su questi temi causi "paure ingiustificate", "timori vaghi e confusi" che hanno già ostacolato molte altre scelte strategiche per lo sviluppo dell'Italia.
"Guardiamo cosa succede nel mondo. Tutti i paesi puntano sul nucleare" afferma Veronesi citando Cina, India ma anche Francia e Svizzera, Lituania ed Emirati Arabi. "Possibile che siamo noi i più intelligenti a opporci?".
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