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Unità d'Italia, uffici chiusi il 17 marzo

Il 17 marzo scuole e uffici rimarranno chiusi: la copertura economica è assicurata dalla soppressione della festa del 4 novembre. Soddisfazione di Cgil e delle associazioni delle imprese, ma la Lega non ci sta.

Tecnologie
Il governo ha deciso: il 17 marzo le scuole e gli uffici rimarranno chiusi per celebrare l'unità d'Italia. La decisione è arrivata nell'ultimo consiglio dei ministri, con la proclamazione di un decreto-legge, su proposta del premier Berlusconi, che assicura la dovuta solennità e la massima partecipazione dei cittadini ai festeggiamenti.
Per compensare la perdita economica a carico della finanza pubblica e delle imprese, è stato decretato che per l'anniversario troveranno applicazione gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4 novembre.
Per la Cgil, la soluzione trovata è quella giusta: "per una volta – ha commentato il segretario del sindacato Susanna Camusso - il governo non è tornato indietro su una decisione positiva nei confronti dei lavoratori". Si tratta di una festività "da celebrare e festeggiare e che permetta, almeno in quella giornata, di parlare di unità e non di divisioni".
Parzialmente soddisfatte anche le associazioni Confindustria, Rete Imprese Italia, Confagricoltura, Confapi e Confcooperative, che in una nota congiunta scrivono: "rimaniamo convinti che la ricorrenza del 17 marzo avrebbe potuto essere celebrata al meglio lavorando, producendo reddito e raccogliendosi attorno alla bandiera nazionale negli uffici e nelle fabbriche. Diamo tuttavia atto al governo di aver messo a punto una soluzione che attenua fortemente l'aggravio economico a carico delle imprese".
Chi invece non ha proprio gradito la decisione è stata la Lega: al momento del voto del decreto legge i ministri Umberto Bossi e Roberto Calderoli hanno abbandonato il consiglio dei ministri. Tra gli altri, il presidente della regione Veneto Luca Zaia ha definito un "tormentone" la diatriba sui festeggiamenti per l'unità, affermando che sarebbe stato meglio "spendere i milioni di euro che andranno in festeggiamenti per creare nuove occasioni di lavoro per i giovani e i precari".
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