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Micro Focus: operazione Mobile-Cobol

Approcciare il mobile sviluppando nuove applicazioni può spesso essere controproducente. Meglio – dice Giuseppe Gigante, marketing manager di Micro Focus – valutare attentamente la possibilità di riutilizzare l’esistente, adattandolo alle nuove necessità.

Trasformazione Digitale
Una delle sfide che si trovano ad affrontare le organizzazioni IT di un gran numero di aziende appartenenti ai più diversi settori di industry consiste nel rendere disponibili applicazioni business su smartphone e tablet garantendo il deployment su una molteplicità di piattaforme operative, quali iOS, Android e Windows 8.
Lo sappiamo, siamo nell’era Post_Pc e il client di riferimento non è più soltanto ed esclusivamente il personal computer, ma tende a inglobare uno spettro più ampio di terminali e interfacce. Significa, perciò, cambiare logica di sviluppo del software, o meglio, aggiornarla coerentemente alle nuove esigenze.
Come procedere in questa direzione? Come sempre ciascuna azienda ha una sua specificità, per cui le modalità attraverso le quali iniziare un percorso di mobility devono essere valutate in rapporto alle singole realtà. Vale però una regola di base, dice Giuseppe Gigante, marketing manager di Micro Focus Italia: “Laddove le applicazioni che vogliono essere esportate in una logica mobile sono parte integrante del sistema informativo, la migliore cosa da fare è, innanzitutto, analizzare la possibilità di riutilizzare e adattare quanto è stato sino a oggi sviluppato".
"Approcciare il mobile sviluppando nuove applicazioni può spesso essere controproducente. Meglio – dice Gigante – valutare attentamente la possibilità di riutilizzare l’esistente, adattandolo alle nuove necessità. Il beneficio di questo approccio? Semplice, ridurre i costi e salvaguardare l’infrastruttura esistente e gli investimenti pregressi”.
Micro Focus si rivolge, in particolare, alle organizzazioni IT che hanno un patrimonio applicativo, legacy, nato all’interno delle architetture mainframe, patrimonio che costituisce ancora oggi, per molte aziende, si pensi al Finance, il core business del software.  
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Per essere in grado di aiutare queste aziende a estendere il proprio codice di sviluppo alla componente mobile è però essenziale mettere in gioco competenze che riguardano il linguaggio più diffuso dell’ambiente legacy-mainframe: il Cobol. Competenze che tendono a essere sempre meno disponibili, in quanto nuove generazioni di sviluppatori hanno da tempo privilegiato altri linguaggi, tipicamente Java, C++ e Visual Basic. Una criticità, quest'ultima, che è stata al tempo stesso la vera ragione del successo di Micro Focus che sul Cobol ha fondato da sempre la propria esistenza e che tuttora rappresenta la leva del 60% del proprio fatturato.
Per quanto attiene lo sviluppo di applicazioni mobile Gigante è convinto, forte di esperienze già verificate sul campo, che l’operazione possa essere egregiamente realizzata partendo dal codice legacy in utilizzo. “Sono in disaccordo con tutti coloro che considerano il Cobol un linguaggio non adatto a supportare le business application per un utilizzo mobile. Questo linguaggio, proprio per la sua semplicità e flessibilità (acquisita anche grazie a versioni modernizzate come Visual Cobol) rappresenta una delle migliori tecnologie per traghettare l’IT verso l’era mobile, se non altro anche per il fatto che il Cobol governa circa il 70% dei processi critici aziendali.
L’operazione condotta da Micro Focus, che potremmo definire come Mobile-Cobol, mette inoltre a disposizione degli utenti un ambiente per la gestione del ciclo di sviluppo del software e, quindi, strumenti per il testing e la simulazione del deployment  e delle performance applicative.
Il messaggio di Micro Focus alle aziende viene, infine così sintetizzato da Gigante: “Il miglioramento dell’efficienza e l’adeguamento a nuove necessità di mobility può essere compiuto valorizzando le infrastrutture IT e gli assett già esistenti, senza operare una completa revisione di quanto già sviluppato”.
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