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ABI, a fine novembre sospesi mutui per 4,4 miliardi

Aumenta la quota di mutuatari che beneficiano delle opportunità previste dal "Piano famiglie" ABI: a fine novembre le famiglie aiutate sono oltre 35 mila. Da sospensione rate 245 milioni di euro di liquidità in più.

Tecnologie
Tra febbraio e novembre 2010, le banche hanno sospeso mutui per 4,4 miliardi di euro a oltre 35 mila famiglie. La misura è stata applicata a 35.472 contratti di mutuo.
Lo ha reso noto l'Associazione Bancaria Italiana commentando i risultati dei primi 9 mesi di attività del "Piano famiglie".
La liquidità in più per far fronte alla crisi ha raggiunto una quota pari a 245 milioni di euro. Ogni famiglia avrà dunque a disposizione in media 6.500 euro in più. Questi i dati del monitoraggio sulla sospensione dei mutui.
Nel dettaglio, la soluzione più frequente per le operazioni di sospensione ha riguardato l'intera rata (88% dei casi). La causa prevalente, che  ha determinato la necessità di ricorrere alla sospensione sia nelle posizioni "in bonis" che in quelle con ritardo nei pagamenti, è stata la cessazione del rapporto di lavoro subordinato (rispettivamente 44,3% e 45,3%).
Dal punto di vista "territoriale", il maggior numero di domande ammesse è al Nord con il 53,3%, segue il Centro (25,2%), infine Sud e Isole (21,5%).
L'accordo sulla sospensione delle rate di rimborso dei mutui siglato nel dicembre 2009 tra ABI e Associazioni dei consumatori e prorogato in questi giorni fino al 31 luglio 2011, è diretto ad offrire uno strumento immediato di aiuto alle famiglie. Esso offre la sospensione fino a 12 mesi, anche nei confronti dei clienti con ritardi nei pagamenti fino a 180 giorni consecutivi. L'agevolazione è rivolta a clienti con un reddito imponibile fino a 40.000 euro annui, che hanno subito o subiscono nel biennio 2009 e 2010 eventi particolarmente negativi (morte di un familiare, perdita dell'occupazione, insorgenza di condizioni di non autosufficienza, ingresso in cassa integrazione).
L'iniziativa costituisce la misura minima alla quale le banche possono aderire, ferma restando la piena libertà di ciascun istituto di offrire al cliente condizioni migliori rispetto a quanto previsto dall'Accordo.
Ad oggi hanno offerto condizioni migliorative 172 banche, rappresentative del 64% del mercato.
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