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Moratoria debiti Pmi, le proposte di Rete Imprese Italia per il futuro

Rete Imprese Italia ha inviato al ministro Tremonti alcune proposte per un accordo post moratoria. La scadenza della moratoria è fissata per il 31 gennaio.

Tecnologie
Si avvicina la scadenza della moratoria sui debiti delle Pmi, fissata per il prossimo 31 gennaio, e le imprese italiane pensano al futuro.
Il presidente di Rete Imprese Italia Giorgio Guerrini ha inviato al Ministro dell'Economia Giulio Tremonti una lettera nella quale indica proposte "per accompagnare le imprese nel percorso di uscita dalla crisi, privilegiando iniziative di crescita e di sviluppo rispetto a operazioni di semplice copertura di perdite relative a finanziamenti pregressi".
In particolare, Rete Imprese spinge per una ridefinizione delle logiche dell'Avviso comune per fornire adeguato sostegno a quelle imprese che, pur avendo usufruito della moratoria ed essendo in regola con il rimborso del proprio debito, trovano difficoltà nel far ripartire la propria attività a causa della mancanza di capitale circolante.
L'accordo ‘post moratoria' che le parti saranno chiamate a definire dovrà secondo l'associazione fare leva su due strumenti: la "ristrutturazione dei debiti a medio/lungo termine" e un "finanziamento aggiuntivo del capitale circolante per far fronte ai fabbisogni finanziari generati dalla ripresa delle attività".
Guerrini confida che il ruolo-guida esercitato dal Ministero dell'Economia in occasione dell'Avviso comune sulla moratoria possa anche stavolta portare a rapidi risultati.
Sono quattro le direttrici lungo le quali il Presidente di Rete Imprese Italia ritiene debba articolarsi il nuovo accordo, in continuità con il percorso avviato con l'Avviso comune sulla moratoria:
- individuare strumenti coerenti con una fase economica che conserva forti elementi di incertezza;
- replicare il metodo di lavoro che ha contraddistinto l'esperienza della moratoria, caratterizzato dal coordinamento da parte del Ministero dell'Economia e da poche misure semplici, chiare e di agevole attuazione senza ricorso a risorse pubbliche;
- non penalizzare le imprese nelle condizioni di accesso al credito;
- valorizzare le garanzie pubbliche e quelle rilasciate dai Consorzi Fidi.
Nella lettera il Presidente Guerrini fa anche rilevare che "la funzionalità del nuovo accordo non potrà essere subordinata a meccanismi di accesso diretto e automatico al Fondo Centrale di Garanzia, perché così si rischierebbe di snaturare le finalità del Fondo, il cui funzionamento sarà oggetto di una revisione complessiva".
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