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FIAT Mirafiori, vincono i SI. Fiom, rovesciare l'accordo

Il 54% dei voti è per il SI all'accordo. Per Marchionne vince la parte "coraggiosa" dei lavoratori mentre il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, giudica la percentuale di adesioni al NO come un risultato straordinario e inaspettato e che sarebbe saggio riaprire la trattativa.

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Alla fine della conta vincono i SI con il 54,6% dei consensi. Un risultato in gran parte maturato dai voti dei "colletti bianchi", dopo una notte di risultati altalenanti, anche se poi anche il voto degli operai si è spostato sempre di più verso il SI all'accordo.
Il voto è stato così commentato dai vertici di FIAT: "I lavoratori di Mirafiori hanno dimostrato di avere fiducia in se stessi e nel loro futuro". Questo è il primo commento dell'amministratore delegato della FIAT, Sergio Marchionne, il quale ha poi continuato: "Hanno dimostrato il coraggio di compiere un passo avanti contro l'immobilismo di chi parla soltanto o aspetta che le cose succedono. La scelta di chi ha votato sì è stata lungimirante. Mi auguro che le persone che hanno votato no, messe da parte le ideologie e i preconcetti, prendano coscienza dell'importanza dell'accordo che salvaguarda le prospettive di tutti i lavoratori".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il Presidente della FIAT, John Elkann,il quale invita ad "...archiviare le polemiche e le contrapposizioni» e assicura pieno e convinto sostegno della famiglia Agnelli alle sfide che abbiamo davanti e che vanno affrontate in modo costruttivo".
Se nei numeri il risultato del referendum è andato al favore del SI, il fronte del No giudica questa vittoria ottenuta con un così ridotto scarto come una vittoria politica.
"Un risultato straordinario e inaspettato". Queste le prime parole del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, quale continua: "Abbiamo difeso la dignità, sarebbe saggio riaprire la trattativa".
Landini afferma anche che senza un vero consenso le cose non funzionano.
"Sappiano Marchionne e Confindustria che così non si governa", afferma invece Susanna Camusso, leader della Cgil, secondo cui il referendum boccia il ritorno del modello autoritario delle fabbriche-caserme.

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