I rincari l'anno prossimo ammonteranno a un totale di circa 1016 euro per famiglia: aumenteranno le spese per l'alimentazione, per i treni e il trasporto pubblico, per l'assicurazione auto e le tariffe di gas, elettricità e bollette.
Federconsumatori e Adusbef lanciano l'allarme: anche il 2011 sarà un anno di sacrifici per le famiglie italiane. "Anche il 2011 si prospetta un anno infelice: sia dal punto di vista della crisi economica, che, se non adeguatamente affrontata, non permetterà di raggiungere nemmeno l'1% di Pil, sia dal punto di vista dei rincari in arrivo dal 1 gennaio 2011, che contribuiranno a ridurre ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie" dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti dei due istituti. Infatti, oltre ai soliti comportamenti speculativi in tema di prezzi e tariffe, si aggiungono tensioni importanti sui costi dei prodotti energetici e delle materie prime. Tutti fattori, questi, che incideranno sulla determinazione dei prezzi sia relativamente ai beni durevoli che ai beni di largo consumo, a partire da quelli alimentari. Le prime previsioni dell'Osservatorio Nazionale Federconsumatori(Onf) sui rincari che le famiglie dovranno affrontare nel 2011, quindi, sono ancora una volta estremamente negative. I rincari ammonteranno in media a 1016 euro annui per famiglia. Nel dettaglio le spese per l'alimentazione aumenteranno del 5-6% arrivando a 267 euro in più rispetto al 2010. Rincari notevoli per i treni e il trasporto pubblico locale (+25-30%) a 163 euro; per l'assicurazione auto (+10-12%) a 105 euro; tariffe gas (+7-8%) a 89 euro; tariffe rifiuti (+7-8%) a 32 euro. "Per questo – affermano i due organismi in una nota - si rendono sempre più necessarie politiche economiche completamente diverse da quelle sin qui attuate, che dovrebbero puntare ad un rilancio dell'economia sia attraverso investimenti in settori innovativi, sia con processi di detassazione esclusivamente a favore delle famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati". In mancanza di ciò si consoliderà sempre di più il circolo vizioso tra contrazione dei consumi, cassa integrazione e licenziamenti, e produzione industriale, non potendo sperare in un risollevamento della nostra economia solo attraverso le esportazioni".
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