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Assintel, la crisi gela le retribuzioni

Dall'Osservatorio Assintel 2010: stallo degli stipendi per il 90% delle aziende IT e retribuzioni 2010 ferme (crescono meno dell'1,5%). Divario di genere sostenuto: in media le donne dirigenti percepiscono buste paga più leggere del 22% rispetto ai colleghi maschi, e del 6% per i livelli impiegatizi.

Tecnologie
Calo persistente del mercato e delle tariffe professionali IT, ricontrattazione degli ordini,  taglio dei costi: questi i fattori più evidenti che la crisi economica sta accentuando nell'Information Technology, un settore che oggi punta alla sopravvivenza in una visione che è tutto fuorché strategica.  
A farne le spese sono però i "talenti", che invece costituiscono l'asset della competitività del settore: retribuzioni ferme nel 90% delle aziende, con aumenti inferiori all'1,5% dovuti solo agli adeguamenti contrattuali; calo degli occupati tradizionali (sono il 78% del campione) e crescita del lavoro atipico; formazione nel 2010 a picco (-4,4%) e poca valorizzazione delle risorse, con assenza di percorsi di valutazione del personale per il 78% di esse.
Va peggio per le piccole aziende: per il 77% nessuna formazione.
Questi alcuni dei dati che emergono dall'Osservatorio dei profili professionali nell'IT, con il quale Assintel, l'associazione nazionale delle imprese ICT, ha presentato uno spaccato aggiornato al 2010 dell'impatto della crisi economica sul mercato IT dal punto di vista delle risorse umane.
A fianco di Assintel la Camera di Commercio di Milano, che per la prima volta ha sostenuto il progetto, e i partner di contenuto: IDC, GiGroup e OD&M, AICA, itSMF.
Le retribuzioni nelle aziende IT rimangono ferme per tutto il 2010 nel 90% del campione analizzato da IDC, con valori medi di crescita inferiori al +1,5% (sfioravano il +3% lo scorso anno), dovuti quasi esclusivamente agli aumenti programmati dai Contratti Collettivi di Categoria. Le peggiori performance spettano ai lavoratori atipici (+1,1%), le migliori ai I livelli del Terziario (+1,6%).
Ecco i valori medi a totale campione:  Dirigenti 86.921 €, Quadri 52.230 €, Impiegati 29.031 €, Lavoratori atipici 24.189 €.
Rallenta ma non si inverte la moria di Società di Capitale (-0,9%) e di Società di Persone (-2,4%), bilanciata dalla crescita delle ditte individuali (+2,4%). Questo fenomeno è speculare all'erosione occupazionale delle forme contrattuali tradizionali (sono il 78% del campione, -0,9% rispetto al 2009) e alla crescita dei contratti atipici (salgono dal 14% del 2009 all'attuale 22% dell'intero campione). Per coprire le posizioni rimaste scoperte in azienda si ricorre per il 33% dei casi a personale interno, per il 49% a esterni provenienti dai competitor.
Permane il divario per genere sessuale: le retribuzioni delle donne nelle aziende IT sono sistematicamente inferiori a quelle dei pari livello uomini. Il divario è del 22% per i dirigenti, del 7% per i Quadri e del 6% per i dipendenti.
Poche le agevolazioni previste per coniugare lavoro e famiglia: totalmente assenti per il 20% delle aziende IT, mentre sono a livelli molto bassi il part time (15%) e il telelavoro (2%). La presenza nelle diverse aree funzionali vede in pole position l'area assistenza/help desk (79% di donne), seguita dall'area HR (44%) e Marcom (40%). Fanalino di coda il Dipartimento IT interno (15%) e di Ricerca e Sviluppo (14%).
Meno donne accedono anche alla carriera dirigenziale: solo il 6%, contro una media del 13% sul totale dipendenti.
L'evento di presentazione del report è stato anche occasione per fare il punto sulla contrattualistica di settore; per la prima volta alla tavola rotonda con i sindacati hanno partecipato le tre confederazioni di settore al completo: Franco Martini, Segretario Generale Filcams/CGIL, Pierangelo Raineri, Segretario Generale Fisascat/CISL, Brunetto Boco, Segretario Generale UILTuCS/UIL, e, da parte della controparte imprenditoriale, Francesco Rivolta, Presidente della Commissione Lavoro di Confcommercio che sta lavorando alla piattaforma di rinnovo del CCNL Terziario.
"Ci troviamo di fronte ad una sfida epocale: essere capaci di autoriformare il contratto di lavoro per dare risposte utili alle imprese e ai lavoratori, oppure rimanere ancorati a logiche che non rappresentano culturalmente i nuovi settori legati all'innovazione e alla tecnologia", questo il monito lanciato da Giorgio Rapari, Presidente di Assintel. "In questo tavolo è emersa la disponibilità a lavorare verticalmente nel perimetro del CCNL del Terziario per dare dignità alle nuove professioni IT e per integrare un concetto sano di flessibilità, innestando le innovazioni su quanto di eccellente già esiste, come il welfare contrattuale. Occorre inoltre uno sforzo di lungimiranza per includere tanto le professioni di oggi quanto quelle di domani, muovendosi con tempistiche veloci per non rischiare di sgretolare la propria rappresentatività così come sta avvenendo sul fronte auto".
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