Nel mese di ottobre, l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie è rimasto invariato rispetto al mese precedente ed è aumentato dell'1,5% rispetto a ottobre 2009: si tratta del dato tendenziale più basso dal 1999. Lo rende noto l'Istat. La sostanziale stabilità delle retribuzioni è dovuta secondo l'istituto "all'impatto molto limitato degli adeguamenti contrattuali osservati nel mese". La crescita registrata nel periodo gennaio-ottobre 2010, rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, è invece del 2,2%. I settori che presentano gli incrementi più elevati a livello tendenziale sono telecomunicazioni (4,5%), servizi di informazione e comunicazione (3,5%), tessili, abbigliamento e lavorazionepelli (3,1%). Gli incrementi minori si osservano, invece, per trasporti,servizi postali e attività connesse (0,3%) e forze dell'ordine (0,5%). Alla fine di ottobre 2010 i contratti collettivi nazionali di lavoro, in vigore per la sola parte economica, interessano il 62,3% degli occupati dipendenti rilevati per il periodo di riferimento degli indici (dicembre 2005); a essi corrisponde una quota del 59,3% del monte retributivo osservato. Relativamente all'insieme dei contratti monitorati dall'indagine nel mese di ottobre è scaduto l'accordo per i dipendenti degli studi professionali e ne sono stati rinnovati due: estrazione minerali solidi e scuole private religiose. A ottobre, pertanto, i contratti in vigore sono 37 (uno in più rispetto al mese precedente) e regolano il trattamento economico di circa 8,1 milioni di dipendenti; a essi corrisponde un'incidenza in termini di monte retributivo pari al 59,3%. Sono, invece, in attesa di rinnovo 41 accordi, relativi a circa 4,9 milioni di dipendenti e al 40,7% del monte retributivo totale.
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