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Marchionne negli Usa: qui si agisce, in Italia si parla

In occasione della visita di Obama allo stabilimento Chrysler di Kokomo (Indiana), Sergio Marchionne ha voluto rimarcare le differenze tra Usa e Italia: "qui si agisce, in Italia si parla". Differenti, secondo l'ad, soprattutto il costo del lavoro e il rapporto con i sindacati.

Tecnologie
Nuova polemica sollevata da Sergio Marchionne nei confronti dell'Italia. In occasione della visita allo stabilimento Chrysler a Kokomo (Indiana) del presidente americano Barack Obama, il Ceo di Fiat ha affermato: "qui si agisce, in Italia si parla". Una dichiarazione netta e perentoria, che non lascia spazio ad interpretazioni.
A chi gli chiedeva se i suoi modi non fossero un po' bruschi (come osservato negli scorsi giorni dalla leader degli industriali Emma Marcegaglia), Marchionne ha risposto: "le mie parole sono accurate, precise ed efficaci. Questa gente deve rendersi conto che la realtà e la realtà: qui, a Kokomo, in 18 mesi sono stati annunciati investimenti per 3 miliardi di dollari".
La differenza tra il sistema statunitense e quello italiano, secondo il numero uno del Lingotto, è sostanziale: "qui l'incidenza del costo del lavoro è abbastanza bassa e comunque i sindacati americani collaborano in modo ammirevole".
Dal canto suo, Obama ha voluto fare i complimenti a Marchionne per il suo operato negli Usa, e in particolare nella città di Kokomo, che è rinata grazie agli investimenti di Chrysler. "Sergio mi ha detto che ci saranno ulteriori investimenti – ha affermato il presidente americano davanti ai dipendenti dello stabilimento - e questo significa anche posti di lavoro".
"L'esempio di questo stabilimento dell'auto nel cuore industriale del paese – ha proseguito - rappresenta la speranza e la fiducia in un'economia migliore. Oggi sappiamo che il varo del piano di aiuti pubblici è stata la giusta decisione. E sappiamo che non bisogna mai scommettere contro l'America".
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