Un rapporto dell'Acri fotografa la propensione degli italiani al risparmio: solo il 36% dei nostri concittadini riesce a mettere da parte qualcosa. In generale, si preferisce la liquidità e l'investimento sul mattone, mentre i consumi calano.
Gli italiani riescono ancora a risparmiare? E la risposta, secondo uno studio pubblicato per l'occasione dall'Associazione di fondazioni e casse di risparmio (Acri), è: "poco". Il rapporto "Gli italiani e il risparmio" parla chiaro: la percentuale degli italiani che riescono a risparmiare si mantiene costante rispetto agli ultimi anni attestandosi al 36%; sono il 37% quelli che consumano tutto ciò che guadagnano e ben una famiglia su quattro deve ricorrere a debiti o al decumulo di risparmio pregresso. Se nel Nord Est si registra il numero maggiore di famiglie in grado di accumulare risparmio (ci riesce il 45%), il Sud si trova più in difficoltà (solo il 30% riesce a risparmiare). L'impatto della situazione per quanto riguarda l'investimento è tale che sempre più famiglie (68% rispetto al 62% del 2009) preferiscono la liquidità, mentre il mattone si conferma ancora l'investimento percepito come "ideale", specie tra coloro che effettivamente sono riusciti ad accumulare risparmio nel corso del 2010 e che quindi esprimono un giudizio che può essere molto prossimo alle effettive intenzioni. La loro preferenza per il mattone sale dal 52% al 58%, raddoppia quella per gli strumenti finanziari più rischiosi (dall'8% al 16%), mentre si riduce la propensione per gli strumenti considerati più sicuri (dal 26% del 2009 al 20% nel 2010) e l'attendismo (dal 14% al 6%). I consumi tornano a frenare, specie per le famiglie in crisi o che stanno sperimentando difficoltà; ed anche coloro che appaiono in una situazione tranquilla mostrano un atteggiamento prudente, orientato alla ridefinizione delle proprie spese, spostando ancor più l'attenzione dal fuori casa alla casa. Solo chi si ritiene in una situazione in miglioramento ha rafforzato i propri consumi, verso 3 ogni tipologia di spesa, in particolare se legata al fuori casa e al benessere. Peraltro in miglioramento sono solo il 6% (una famiglia su 17, mentre nel 2006 era una famiglia su 9). Cresce, infatti, il numero di famiglie che sono riuscite a mantenere il proprio standard di vita solo con fatica (erano il 42% nel 2006, il 43% nel 2009, il 47% nel 2010), mentre si mantiene costante il numero di quelle che ritengono peggiorato il proprio tenore di vita (era il 19% nel 2006, il 19% nel 2009, il 18% oggi); costante infine il numero di famiglie che riescono a mantenere il propriotenore di vita abbastanza facilmente (il 28% nel 2006, il 30% nel 2009, il 29% nel 2010). A conferma di una staticità che induce all'attendismo.
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