Domani la Moratti, Formigoni, Podestà e Sala saranno a Parigi davanti al Bie per il via libera definitivo all'organizzazione dell'Expo 2015. Ieri Berlusconi ha conferito al sindaco di Milano alcuni poteri straordinari sull'organizzazione dell'evento, ma Di Pietro non ci sta: "si tratta di un abuso fatto per legge".
Grande attesa per la giornata di domani: tra 24 ore è infatti fissato a Parigi l'incontro tra gli organizzatori dell'Expo 2015 e i rappresentanti del Boureau international des expositions, che dovranno dare il via libera definitivo alla scelta della città di Milano come sede dell'esposizione. "Sono sicuro - ha commentato il presidente della provincia di Milano Guido Podestà - che dimostreremo ai delegati che la questione delle aree, per mesi sotto i riflettori nonostante rappresentasse uno degli aspetti di un progetto complesso, non ha inciso sulla pianificazione dell'evento". "Sarà una giornata importante – gli ha fatto eco il presidente della regione Roberto Formigoni - per la costruzione di un evento che abbiamo voluto in maniera forte e che continueremo a volere". I due sono appena partiti per la "spedizione" verso Parigi insieme a Letizia Moratti, commissario straordinario del governo per l'esposizione, e Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo 2015 S.p.A. Venerdì scorso, in extremis, è arrivato il sì di Fondazione Fiera Milano e gruppo Cabassi alla cessione dei terreni. Ma nel week end ci sono stati ulteriori sviluppi che hanno creato nuove polemiche. Le ultime ordinanze firmate dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi, pubblicate ieri sulla Gazzetta Ufficiale, conferiscono al sindaco di Milano alcuni poteri straordinari sull'organizzazione della manifestazione. In particolare, la Moratti avrà la libertà di adottare "tutti i provvedimenti necessari per assicurare la disponibilità delle aree individuate". Così come le opere "potranno essere localizzate, approvate, nonchè dichiarate di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza, anche se non incluse in atti di programmazione". Immediata la reazione negativa del leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. "Io non condivido il metodo – ha commentato - si arriva in zona Cesarini per dire che c'è urgenza e bypassare le regole del gioco e violare il codice degli appalti. Si tratta di un abuso fatto per legge, e quindi più grave".
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